Dopo un anno di attesa iniziano le attività al Centro internazionale di scultura. Al via l’esposizione sulla ‘gravità’ dell’artista messicano Dávila
Doveva svolgersi un anno fa, ma la pandemia ha bloccato tutto. Ora, anche se non con la grande festa immaginata, la cerimonia di apertura del Centro internazionale di scultura (Cis) di Peccia potrà avere luogo. L’appuntamento è per domenica 2 maggio, alle 10.30, in diretta online sul sito www.centroscultura.ch.
L’idea di Centro di scultura attrezzato per l’attività artistica nasce negli anni Novanta a partire dalla constatazione di un diffuso bisogno di spazi e di infrastrutture che permettessero la realizzazione di opere nell’ambito dell’arte tridimensionale. A promuovere il progetto è la Fondazione internazionale per la scultura (Fis) che vede nella frazione del comune di Lavizzara, in cui dal 1984 è attiva la rinomata Scuola di scultura, il luogo ideale. Questo nuovo polo culturale, ora divenuto realtà, è stato sostenuto dal Canton Ticino con 3 milioni di franchi su un totale di 6 necessari alla sua costruzione, oltre che dal Comune e da numerosi privati. A rappresentare il fulcro del progetto sono l’utilizzo in chiave moderna dei materiali ricchi di tradizione grazie a un’infrastruttura professionale per la lavorazione della pietra, del legno e del metallo, nonché l’interazione fra artisti e appassionati. Il Centro è composto da un ampio padiglione dedicato a mostre di opere contemporanee curate dal Comitato artistico della Fondazione, e da cinque atelier attribuiti annualmente ad altrettanti borsisti, sulla base di un concorso internazionale.
«I continui cambiamenti dettati dal virus hanno reso piuttosto complicata l’organizzazione delle attività e della cerimonia − spiega Thierry Burgherr, direttore della Cis −. È stato un periodo che ha richiesto molte energie e sinergie, però ce la siamo cavata e domenica siamo pronti per l’apertura, con una quindicina di ospiti in presenza». Tra gli invitati si annoverano il consigliere federale Ignazio Cassis, il consigliere di Stato Manuele Bertoli, alcuni rappresentanti delle autorità comunali e l'ambasciatrice messicana in Svizzera.
La presenza di quest’ultima si spiega con il fatto che la prima mostra del Centro è dedicata a Jose Dávila. Artista messicano, classe ‘74, formatosi come architetto e poi divenuto scultore, è celebre per le sue sculture che tematizzano "la lotta universale dell’umanità contro la forza di gravità”, concetto che gli abitanti della regione − segnata dalla pietra, in primo luogo dal marmo della Valle Maggia − ben conoscono. Le sue opere si fondano sull’interazione fra i materiali fragili e massicci in precario equilibrio fra di loro. «Nella nostra Fondazione − ripercorre Burgherr − abbiamo un Comitato artistico i cui vertici due anni fa si sono recati in Messico per conoscere lo scultore. Quando gli hanno parlato della Scuola di scultura e del progetto del Centro si è mostrato interessato ed è venuto a Peccia di persona. È rimasto molto affascinato dalla realtà con cui si è trovato a confronto e ha deciso di organizzare questa mostra». Dal 4 maggio l'esposizione sarà aperta al pubblico in ottemperanza alle regole anti Covid. Prima dell'apertura − annunciano i promotori − sarà svelata un'opera di Dávila presso la chiesa di Mogno progettata dall'architetto Mario Botta.
Dal 1° gennaio prenderanno il via anche le cinque residenze artistiche. «Dopo la pubblicazione del bando di concorso abbiamo ricevuto 140 richieste di partecipazione da tutto il mondo − illustra Burgherr −. La Giuria internazionale, completamente indipendente da noi, ha selezionato tra di loro cinque artisti. Sono tutti molto bravi, ma non ancora famosi. La scelta è stata fatta proprio su persone non affermate ma con un potenziale da esprimere». Provenienti da Germania (due), Slovenia, Giappone e India (quest’ultimo arriverà in un secondo momento a causa dell’aggravarsi della situazione pandemica nel suo Paese), saranno a Peccia fino al 30 ottobre, negli atelier dedicati dove potranno svolgere la loro opera. «Il fatto di ospitare questi cinque artisti internazionali − valuta il direttore del Cis − è un arricchimento delle relazioni sia per loro che per noi, grazie allo scambio delle reciproche competenze». Scopo di questa grande infrastruttura è proprio di dare nuovi impulsi come luogo d'incontro ad artisti e persone interessate. «Siamo inoltre convinti di poter diventare un importante motore del turismo e dell'economia per la regione anche in prospettiva futura». In favore dello sviluppo locale è in elaborazione una nuova piattaforma denominata "Lavizzara 2030" promossa dalla Fis e da Elia Frapolli, ex direttore di Ticino Turismo: «L’idea, supportata anche dalla Fondazione Lavizzara, è di creare una piattaforma dotata di un sito, aperta a tutti, con lo scopo di consentire lo scambio di proposte e le relative valutazioni. Servirà come mezzo per mettersi in rete, comunicare e dare impulso a nuovi progetti che coinvolgano tutta la valle».