Un grave danno al canale d'adduzione del Mulino di Loco richiederà una spesa onerosa. Mentre la farina vallerana conosce un crescente successo
Non bastava la crisi pandemica a ostacolare il lavoro dei curatori del Museo Onsernonese. No, ci ha dovuto mettere lo zampino anche la meteorologia, distruggendo il canale d'adduzione dell'acqua del Mulino di Loco, dove viene macinata e venduta la farina bona. La neve, caduta copiosa e il brutto tempo dei primi di dicembre hanno infatti fatto crollare una parte della condotta che porta l'acqua alla grande ruota. Un danno finanziario di non poco conto, per il Museo proprietario dell'immobile che, in attesa di poter ricostruire il manufatto seriamente danneggiato ha fatto posare un tubo volante provvisorio, in modo da permettere al mulino di continuare a svolgere il suo duplice ruolo: da un lato didattico, grazie al recupero di un antico mestiere, quello del mugnaio (portato avanti, nel caso specifico, da 17 anni da Marco Morgantini), presente per secoli nella tradizione ticinese, capace di regalare momenti emozionanti in cui la pratica dimostrativa della potenza dell’acqua e degli ingranaggi incanta adulti, ragazzi e bambini. Dall'altro come generatore di una piccola attività economica in loco, sostenibile, positiva sotto tutti i punti di vista. Un vero luogo magico, fuori dal tempo, dove non sembra possibile che tutto funzioni ancora come una volta. Uno spazio nel quale vengono mantenuti intatti i sapori genuini altrimenti irrimediabilmente perduti. Sul successo di questa proposta, non vi sono dubbi. È simbolo dell’imprenditorialità di una comunità operosa che ha saputo – nei secoli – massimizzare la produttività agricola modificando l’ambiente senza impoverirlo. Merito degli amici del Museo di averlo valorizzato come meglio non si sarebbe potuto.
L'intervento di sostituzione del canale idrico, lungo circa 60 metri, diventa quindi prioritario. Potrà essere portato a termine nel corso di quest'anno. Tuttavia richiederà parecchio denaro e visto che le risorse dell'ente non sono certo infinite, occorrerà verosimilmente procedere con una raccolta di fondi.
Dal mese di giugno, quando gli ingranaggi hanno cominciato a girare con regolarità, le richieste di farine si sono susseguite a un ritmo crescente, facendo registrare una produzione annua storica: + 25% rispetto al precedente record del 2015. Lo scorso anno la confezione di farina ha toccato i 150 quintali, di cui circa 95 destinati alla grande distribuzione e 55 alla vendita diretta o ai piccoli negozi. Questo risultato è sinonimo di grande soddisfazione; le farine vallerane sono diventate sempre più conosciute e apprezzate ovunque, affermando e consolidando la loro posizione sul mercato dei prodotti artigianali locali. A trent’anni dal restauro e rimessa in funzione, il “Mulégn du Mutt” è oramai diventato una storia di successo con la quale veicolare un’immagine positiva dell’Onsernone al di fuori della valle.
Nel frattempo l'Associazione Museo Onsernonese si appresta a tenere la sua 82esima assemblea con la procedura di consultazione dei soci per corrispondenza. Naturalmente il programma d'attività sarà anche quest'anno condizionato, superfluo precisarlo, dall'andamento della situazione sanitaria. Difficile, infatti, immaginare al momento di poter sfruttare a pieno il potenziale delle offerte del Museo. Covid permettendo, si spera di poter tornare presto a proporre attività culturali destinate ad accrescere la conoscenza del territorio e delle testimonianze del suo passato, ricco di storia. Dopo il posticipo forzato dell’apertura, la struttura ha potuto accogliere i visitatori a partire dalla metà di giugno. Malgrado la forte affluenza di turisti registrata nelle valli ticinesi, la prudenza richiesta dalla situazione sanitaria si è fatta sentire. Il numero delle visite, sia al museo, sia al mulino si è infatti attestato al di sotto della media degli ultimi anni.
Intanto sarà ancora al Novecento, attraverso nuove chiavi di lettura della storia locale, che sarà dedicato l'allestimento delle sale del secondo piano di Casa Degiorgi. Il progetto prevede poi il perfezionamento, lo sviluppo e la promozione del Manuale digitale presentato al pubblico nell’autunno del 2019. In modo particolare, è proposta la possibilità per accedere e consultare i contenuti della ricerca tramite un accesso online, creando così i presupposti per facilitarne la lettura.
Concludiamo segnalando che il Consiglio direttivo, presieduto da Maria Rosaria Regolati Duppenthaler, ha visto l’ingresso di un nuovo membro nella persona di Marina Sartoris Blaise.