Locarnese

Giovannacci al ristorante. ‘Ma non ho nascosto nulla’

Il municipale di Locarno beccato dalla polizia a inizio marzo al Lungolago. “In buona fede. Il Consiglio federale aveva autorizzato le mense aziendali”

Davide Giovannacci, municipale Plr
(Ti-Press)
2 aprile 2021
|

Quattro marzo '21, una pattuglia della Polcomunale di Locarno osserva all'esterno del Ristorante Lungolago “la presenza di un veicolo di un municipale che poteva essere all'interno della struttura di ristorazione”. In base alle disposizioni Covid-19 scatta la verifica e in effetti, seduto a un tavolo, c'è Davide Giovannacci in compagnia di una persona. La loro posizione va chiarita e viene così informata la Centrale operativa “che organizza in loco” un'altra pattuglia “per il prosieguo del caso”. Giovannacci intanto lascia il locale, ma viene raggiunto telefonicamente e fatto tornare sul posto, dove “le parti interessate, esercizio pubblico e avventori” vengono “richiamate verbalmente e informate che nel futuro dovranno procedere a presentare la richiesta (di autorizzazione alla mensa, ndr.) all'Ufficio permessi di Bellinzona”. Tutti vengono lasciati andare: “termine intervento, pattuglie libere”.

Questo il racconto, con tanto di citazioni tratte dal giornale di Polizia, di quanto successo circa un mese fa. Il sospetto che può oggettivamente sorgere è che Giovannacci, approfittando della sua funzione, abbia impunemente pranzato al ristorante quando non si poteva. Lo abbiamo sentito.

«Il fatto è accaduto un paio di giorni dopo che il Consiglio federale aveva autorizzato i ristoranti ad aprire come mense aziendali per determinati settori economici, tra cui quello delle costruzioni, dove io opero. In compagnia di un collega, impresario costruttore, ho quindi deciso di pranzare al ristorante Lungolago. Ci siamo seduti da soli al tavolo, del tutto convinti di rispettare le nuove norme, entrate in vigore proprio in quei giorni», risponde Giovannacci, specificando che «in tutto, nella sala da pranzo, c’erano cinque persone». Durante il pasto, prosegue Giovannacci, «dapprima un agente di Polizia comunale e poi altri della cantonale mi hanno avvicinato e informato che stavano svolgendo un semplice controllo preventivo, pianificato poiché l’applicazione della nuova norma federale sulle mense aziendali (come è accaduto per svariati altri provvedimenti pandemici) non era del tutto chiara. Sottolineo che non sono stato oggetto di sanzioni e nemmeno di verbalizzazioni». Comunque, conclude il municipale, «dopo le spiegazioni ricevute dall’agente, non ho più pranzato al ristorante, nemmeno se le regole sulle mense aziendali me lo avessero permesso. Sono convinto di avere agito in buona fede, nel rispetto delle regole e senza nascondere nulla alla polizia. In nessun modo ho beneficiato di un trattamento di favore in virtù della mia carica di municipale».