In palestra (per i più piccoli), con tutti gli accorgimenti del caso, le nuove leve hanno potuto continuare ad allenarsi. Un modo per divertirsi con lo sport
Il pugilato ai tempi del covid? Lo si può praticare. L'importante è non abbassare la guardia. Proprio come quando si è di fronte a un avversario, sul ring. Ne sanno qualcosa i bambini, gli adolescenti e i ragazzi del Boxe Club Locarno (BCL) di Americo Fernandes che, nonostante la pandemia, hanno continuato ad allenarsi, in maniera intensiva, nella piccola palestra della Morettina.
La pratica sportiva, svolta nel pieno rispetto delle normative anti-covid, non è infatti mai stata del tutto interrotta ma solamente riorganizzata e pianificata diversamente. La preparazione fisica completa per sviluppare forza, agilità e prontezza di riflessi, ha dunque rappresentato, per molti piccoli atleti, una valvola di sfogo allo stress in un momento delicato dal punto di vista dei contatti sociali e delle possibilità d'incontro. Mascherina e guantoni, a piccoli gruppi, come racconta l'allenatore Americo, hanno svolto i loro allenamenti per essere pronti in vista della ripresa dell'attività agonistica. Che, nel caso del BCL, passa da una primavera carica d'impegni: il 10 aprile a Lugano i primi match, che serviranno da test e preparazione in vista del Campionato ticinese e Svizzera orientale a San Gallo in maggio e al torneo "La Cintura ticinese" del 22-23 maggio alla Peschiera di Locarno. Sviluppi sul fronte pandemico permettendo, ovviamente.
Costretti dal covid-19 a essere spesso confinati a casa, abituati a quel poco di educazione fisica scolastica, i bambini del BCL (una quindicina) hanno dunque trovato una nuova normalità in palestra, fuggendo dalla sedentarietà e dall'uso eccessivo dello schermo (telefonini e PlayStation) come fonte di distrazione. Finiti i compiti, con i compagni in lock down, le idee di passatempi alternativi non sono certo infinite. «Inizialmente pianificare le sedute a piccoli gruppi non è stato facile- ammette Fernandes - Abbiamo dovuto introdurre la misurazione della temperatura corporea per i piccoli e gli adulti che li accompagnano fino all'entrata della palestra; raccogliere i recapiti per i tracciamenti, igienizzare gli spazi prima e dopo ogni seduta allenamento, introdurre e fornire le mascherine protettive per tutti i partecipanti, garantire le distanze. La boxe è uno sport molto duro e intenso e anche per gli allenatori sopportare una mascherina per tre ore consecutive non è uno scherzo. Tutto è andato bene e non abbiamo registrato tra i nostri atleti casi di covid. È comunque bello vedere i ragazzini impegnarsi a fondo al sacco o allo specchio, nello sparring simulato evitando i contatti pieni, con intervalli di aria fresca all'aperto. Non sembrano troppo penalizzati da queste limitazioni e dai fastidi che l'uso della protezione comporta (sudorazione e inumidimento in primis). Ci mettono una grande tenacia ed è bello vederli in azione. Ora non ci resta che attendere il ritorno alla normalità».
Per quanto attiene invece i ragazzi più grandi, «l'attività è svolta all'aperto, in attesa di poter tornare in sala, al momento della revoca delle restrizioni. Ma siamo già felici di poterci trovare tutti e i nostri pugili, anche senza gare, non hanno perso gli stimoli. Siamo qui e non si molla». Per dirla alla Gianni Minà: “se ti entra nel naso l'odore di una palestra di pugilato, non te lo togli più”. Anche se di mezzo ci sta una mascherina.