Locarnese

Tenero, 'l’impronta' di Unitas durante la pandemia

Il 2020 dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. E i suoi progetti per quest’anno, con tre anniversari da festeggiare

Un momento difficile per chi ha particolare bisogno del contatto fisico per orientarsi e integrarsi (Foto Ti-Press)
15 febbraio 2021
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Una pubblicazione annuale che permette di tenere vivo il contatto con la popolazione. Così si presenta ‘L’Impronta 2021’, foglio informativo fresco di stampa in cui l’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana Unitas elenca una selezione delle attività svolte durante l’anno passato e fa alcune anticipazioni riguardanti quello in corso.

«Questa edizione è diversa rispetto alle altre perché nel 2020 un gran numero di attività usuali non si sono potute svolgere a causa della pandemia – spiega Maurizio Bisi, assistente di direzione e responsabile amministrativo di Unitas –. Siamo riusciti a mantenere attivi tutti i nostri servizi essenziali che hanno continuato a fornire consulenze e prestazioni a livello ad esempio di supporto informatico e mezzi ausiliari, così come è proseguita l’attività particolarmente apprezzata della nostra biblioteca con la distribuzione di audiolibri e riviste. È invece venuta meno tutta la parte associativa, come le vacanze di gruppo in estate, le gite, i pranzi; momenti che ai nostri soci mancano veramente tanto».

Tuttavia, come si legge su ‘L’Impronta’, Unitas ha cercato di sopperire alla mancanza delle occasioni d’incontro stabilendo contatti regolari grazie a varie modalità telematiche. Nel periodo di lockdown, ad esempio, i residenti di Casa Tarcisio – la casa anziani con sede a Tenero che fa capo all’associazione – hanno potuto comunicare con i propri cari tramite una postazione multimediale. «Quando si sono dovute sospendere le visite, abbiamo creato questo spazio informatico per permettere agli ospiti, su prenotazione, di fare delle videochiamate a casa con l’assistenza del personale – illustra Bisi –. In più sono stati abilitati anche dei tablet da utilizzare nelle stanze che i residenti spesso e volentieri hanno impiegato anche per comunicare tra di loro nei momenti di maggiori limitazioni».

Pronto, come va? Interviste al telefono

Un’iniziativa che ha trovato un riscontro particolarmente positivo è stata quella delle interviste telefoniche. Franca Taddei, responsabile della biblioteca, ha contattato una cinquantina di soci di Unitas per sapere come stavano passando le giornate durante il periodo di lockdown in primavera. Col loro consenso tali conversazioni sono state registrate e successivamente pubblicate sia sul sito internet dell’associazione, sia sul server vocale che permette a chi non ha una connessione internet di sentirle componendo un numero telefonico. Un esperimento che, oltre a far sentire vicinanza e a creare condivisione, ha permesso di raccogliere delle testimonianze a memoria futura in ricordo di questo particolare periodo. A emergere con ricorrenza nell’ascolto degli audio è la difficoltà data dalla misura del distanziamento: «Per le persone cieche e ipovedenti il contatto fisico con la gente è uno dei modi per riuscire a orientarsi e a integrarsi – nota il nostro interlocutore –. Non poter toccare gli altri o non riuscire a riconoscerli è una problematica molto sentita. Nelle registrazioni ritorna però anche la constatazione di come questa circostanza sia stata un incentivo per sfruttare più spesso il telefono e sentirsi con maggior continuità».

Conservare e valorizzare la storia

Nel 2021 Unitas si augura di poter recuperare, tra le tante attività, anche i festeggiamenti ai quali è stata costretta a rinunciare nel 2020 per i 30 anni di Casa Tarcisio e per i 25 di Casa Andreina, il centro diurno con sede a Lugano. E questo in concomitanza con il 75esimo anniversario dell’associazione fondata nel 1946. «La nostra intenzione sarebbe di organizzare le celebrazioni verso la fine dell’estate, tra agosto e settembre, proponendo delle porte aperte, ma restiamo in attesa di capire come evolve la situazione per valutare cosa sarà possibile fare».

Nei piani dei prossimi mesi figura anche la pubblicazione di un nuovo cd audio della serie ‘Con-tatto’ che, al pari di quello realizzato nel 2020, proporrà un viaggio virtuale attraverso suoni e voci attinti dagli archivi della Unitas. «È parecchi anni che portiamo avanti questo progetto. La collana appena avviata e di cui proporremo il secondo numero va a riprendere dei file audio che avevamo creato in passato così da ripercorrere parte della storia dell’associazione. Un modo per capire come sono cambiati i servizi e i mezzi a disposizione dei soci, oltreché per conservare e valorizzare un prezioso patrimonio».

Le problematiche delle persone anziane

Sarà poi lanciata sui diversi canali della Svizzera italiana una campagna mediatica di sensibilizzazione. «Ogni anno ne proponiamo una a tema diverso, con una pubblicazione dedicata all’argomento pubblicata il 15 ottobre, data della Giornata internazionale del bastone bianco. Lo scorso anno la campagna era incentrata sull’integrazione scolastica e professionale delle persone cieche e ipovedenti, in quello attuale verterà invece sulle problematiche degli anziani con problemi di vista, che sono la categoria di persone più colpita. La maggior parte di chi si rivolge a noi, infatti, sono uomini e donne in età avanzata che per differenti ragioni hanno iniziato a perdere la vista. Il problema particolare di diventare ipovedenti quando si è in là con gli anni è che in diversi casi ci sono altre capacità che in concomitanza iniziano a venire meno. Noi forniamo consulenza, mezzi ausiliari e altri sostegni. E – speriamo di poter tornare a farlo presto – anche molte attività di condivisione e svago, per dare un contributo nell’affrontare al meglio la vita di tutti i giorni».

‘L’Impronta’ può essere richiesta al Segretariato della Unitas a Tenero oppure scaricata dal sito internet www.unitas.ch, dove si trovano anche le coordinate per chi volesse fare una donazione.

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