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Stazione Ffs, il referendum spaventa le autorità

Muralto, in vista del voto del 13 giugno contro la variante di Pr prendono posizione congiuntamente Comune, Cantone, Ffs, Fart, Cit e Città di Locarno

10 febbraio 2021
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Contro le formichine muraltesi che il 13 giugno porteranno al voto la popolazione per il referendum contro la variante pianificatoria della stazione Ffs di Muralto si muove l'“artiglieria pesante”. Parliamo di Ffs, Dipartimento del territorio, Fart, Commissione intercomunale dei trasporti, Città di Locarno e Comune di Muralto, che con un comunicato congiunto parlano del futuro nodo intermodale a Muralto come di “un elemento portante della mobilità del futuro”.

Il comunicato in realtà nulla aggiunge o toglie rispetto a quanto è già noto e consolidato riguardo all'importanza strategica regionale del grande progetto della stazione, nel cui cuore il nodo intermodale “rappresenta uno degli elementi portanti del rinnovo delle infrastrutture del trasporto pubblico cantonale”. Si tratta di una misura del Programma di agglomerato (PaLoc) che “nei prossimi anni rivoluzionerà il modo di spostarsi e di viaggiare di decine di migliaia di persone del Locarnese, e non solo”.

La tempistica della nota congiunta può essere messa in relazione con l'approssimarsi del voto popolare che – forte delle oltre 500 firme raccolte dalla domanda di referendum – potrebbe portare ad un clamoroso affossamento della pianificazione della stazione stessa. È di ieri, tra l'altro, la pubblicazione della decisione municipale di fissare lo scrutinio a domenica 13 giugno. Comprensibile quindi che le istituzioni tornino a muoversi adesso. Lo fanno parlando di “nuova era del trasporto pubblico” determinata dall'entrata in funzione della galleria di base del Ceneri e dal conseguente abbattimento dei tempi ferroviari di percorrenza all'interno del cantone, da e per la Svizzera interna e anche per l'estero. “Si stima che nei prossimi 10 anni l’utenza ferroviaria alla stazione di Locarno-Muralto aumenterà in media dagli attuali 8’000 a circa 12mila 500 passeggeri al giorno – viene ricordato –. Aumenteranno anche i passeggeri dei bus: da 5’000 a 9’000 al giorno. Questi numeri danno la misura della portata della rivoluzione in atto nel sistema di trasporto pubblico in Ticino. Il nodo intermodale della stazione di Locarno-Muralto è, dunque, un elemento centrale della mobilità regionale che porterà benefici diretti agli utenti del trasporto pubblico e privato”.

Il nodo intermodale si farà comunque

È importante a questo punto precisare che anche se la popolazione di Muralto bocciasse alle urne la variante pianificatoria della stazione, il nodo intermodale verrebbe ugualmente realizzato, così come una pensilina. Quest'ultima sarebbe diversa da quella immaginata – in particolare lo sarebbe riguardo alla possibilità pianificatoria di sopraelevarla così come richiesto dal Comune di Muralto nell'ambito della variante di Pr – ma pensilina rimarrebbe. Comunque, il tutto dovrà andare in pubblicazione secondo la procedura della Legge sulle strade. La bocciatura della variante complicherebbe le cose, ma non precluderebbe al Cantone la possibilità di procedere come – o molto vicino a come – previsto.

Il concetto di terminal bus viene inquadrato nell'ottica di una “concentrazione dello stazionamento di tutti i bus, urbani e regionali, nell’area della stazione”. Quelli in transito (“di regola quelli urbani”), disporranno di fermate brevi ai margini di via della Stazione, “mentre quelli regionali, chiamati ad attendere l’orario di partenza, convergeranno sotto la nuova pensilina in Piazza Stazione”. Quanto all'accesso al terminal, avverrà com'è noto da viale Cattori, con una soluzione che non piace neppure al Comune – come più volte ripetuto dalle stesse autorità – ma che rientra appunto in un concetto regionale che va ben oltre Muralto. Non piace, in particolare, la nuova circolazione “a semi-anello” che unirà il lungolago alla stazione. Ma una soluzione diversa, ad esempio tramite l'utilizzo del sedime Park&Rail, “avrebbe compromesso l’intero sviluppo urbanistico dell’area, impedendo la realizzazione del nuovo autosilo e la riqualifica del lungolago”, viene precisato.

La stazione come un tutt'uno

Fondamentalmente l'estemporanea nota congiunta nasce dalla volontà di sottolineare la necessità – dal punto di vista delle autorità cantonali e comunali, nonché di Ffs e di Fart – che l'imprescindibile nodo intermodale avrà un senso compiuto soltanto se inserito nel contesto della nuova pianificazione della stazione Ffs. In concreto, il piano elaborato dal Cantone – comprendente “il nuovo terminal bus, il riassetto della viabilità e dei parcheggi, la realizzazione di posteggi per biciclette e la sistemazione dei percorsi pedonali” – dovrà andare a braccetto con la riqualifica urbanistica dell’area stazione, promossa invece dal Comune di Muralto e dalle Ffs e finanziata nell'ambito dei singoli progetti resi possibili dalla nuova pianificazione; la riqualifica riguarda “la costruzione di un autosilo, la realizzazione di un parco urbano tra la stazione e la Collegiata di San Vittore, l’edificazione di un nuovo edificio Ffs e la riqualifica dell’area stessa e del lungolago”. 

Se, insomma, parliamo di nodo intermodale, non possiamo esimerci dal considerare tutto quanto ci sta attorno: autosilo da 420 posti auto sull'attuale area Park&Rail (più “altri posteggi che tramite una convenzione tra Ffs e Comune di Muralto saranno messi a disposizione degli utenti di commerci ed esercizi pubblici, o di coloro che vorranno accedere al lungolago”); parco pubblico sul tetto dell'autosilo; nuovo edificio a nord ovest dello stesso sedime; e zona Incontro sul lungolago. Tasselli che quali più, quali meno (in particolare l'edificio Ffs, con i suoi ingombri) ad una buona fetta di muraltesi non piacciono. In che misura, lo dirà il voto del 13 giugno.