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Cavigliano, la rete veloce di Swisscom 'rallenta'

Lungo Via Ponte dei Cavalli le connessioni sono problematiche. La fibra ottica, attesa, slitta al 2022 per ragioni di costi. Alcuni utenti si lamentano.

26 gennaio 2021
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Banda larga promessa ma in ritardo, c'è chi si sente vittima di un trattamento non proprio rispettoso, in questa storia di divario digitale. Succede a Cavigliano, nel Comune delle Terre di Pedemonte, dove alcuni cittadini residenti lungo la via Ponte dei Cavalli (la strada cantonale che porta a Intragna costeggiando la Melezza), preoccupati per i ritardi nell'attivazione della fibra ottica, hanno preso carta e penna e scritto al Dipartimento del Territorio (con copia a Municipio e Swisscom) per segnalare una situazione fattasi, vieppiù, insostenibile. Grazie a questa innovazione tecnologica promessa loro nell'agosto dello scorso anno dal gigante delle telecomunicazioni, gli interessati avrebbero potuto beneficiare di collegamenti a internet molto veloci già nel corso dell'ultimo trimestre del 2020. Così almeno confermava Swisscom. Condizionale d'obbligo, dal momento che la scadenza, come detto, è andata disattesa. 

I collegamenti, oggi, non funzionano, complice la vetustà della rete 

Al momento attuale, la situazione relativa alla connettività in questa zona del paese è parecchio insoddisfacente visto che è garantita da una rete risalente al secolo scorso e che presenta, allo stato attuale, dei limiti tecnici insormontabili. Non essendoci alternative (non v' è Cablecom/Upc e, pertanto, il collegamento xDSL è l'unica possibilità per ricevere i canali televisivi da quando la SSR/SRG ha disattivato i vecchi trasmettitori TV analogici e digitali terrestri), tutto funziona a rilento e l'utenza non è certo contenta. La rete Internet viaggia come una lumaca, ma purtroppo la situazione non è destinata a migliorare in fretta.
Questo perché i lavori per la posa della nuova fibra ottica slitteranno nel tempo. Il motivo? Il fondo stradale di via al Ponte dei Cavalli è stato rinnovato, in tempi recenti, dal Cantone e quindi l'idea di dover nuovamente intervenire con un cantiere per la posa dei cavi, su questa arteria, non fa certo far salti di gioia al Dipartimento. Una direttiva interna del 2009 prevede che non vengano concesse autorizzazioni di scavo su arterie stradali rimesse a nuovo da meno di 5 anni, sempre non si tratti, ovviamente, di problemi urgenti. La stessa direttiva pone a carico di chi intende eseguire lavori prima dello scadere del termine (nel caso specifico Swisscom) tutte le spese di sistemazione del fondo qualora la strada dovesse essere "bucata” per consentire di piazzare cavi e  sottostrutture. Il lavoro di ripristino, inoltre, deve rispondere a un certo standard qualitativo, che esclude dunque il ricorso a semplici "rappezzamenti” . Il Dipartimento del Territorio fa inoltre  sapere che a suo tempo, prima di rifare la pavimentazione, aveva informato tutte le aziende e gli enti interessati delle proprie intenzioni in modo da permettere un'esecuzione economica dei lavori per tutti.

Pochi utenti, costi eccessivi. Meglio attendere.

A questo punto, Swisscom è libera di procedere con qualsivoglia tipologia di intervento, a condizione che rispetti però i termini di ripristino dettati dalle disposizioni cantonali. Dal momento che tali costi non sono certo irrilevanti, Swisscom ha fatto i suoi calcoli (gli utenti da allacciare oltretutto sarebbero pochi e si rischierebbe di non rientrare con i soldi) e optato per un posticipo. I lavori, secondo la deadline, sono stati spostati alla primavera 2022 ( “fra marzo 2022 e aprile 2022 il luogo verrà ampliato con FTTS/B nuova costruzione. In seguito l'utenza potrà beneficiare del nuovo internet ultra veloce con massimo 450 Mbit/s download e 110 Mbit/s upload previsto”, riporta nero su bianco, il sito dell'azienda).

’Paghiamo il canone ma non abbiamo i vantaggi. Quanto al telelavoro...‘

‘Comprensibile, a sto punto, la delusione dei cittadini, dal momento che il beneficio per costoro, sarebbe davvero rilevante. Oltretutto, concludono gli interessati, il Cantone e la Confederazione spingono sull'acceleratore per dotare anche le zone oggi ancora discoste di questi pratici e celeri servizi. Senza dimenticare, in tempi di pandemia come quelli che stiamo vivendo, la possibilità del telelavoro/home office, che le attuali infrastrutture, ovviamente, non possono affatto permettere. Resta il fatto, concludono i firmatari della lettera, “che i cittadini pagano anche un canone radiotelevisivo obbligatorio e centinaia di franchi per abbonamenti a Internet. E allo stato attuale la TV la si vede a singhiozzo e si riceve una frazione delle prestazioni in termine di velocità di collegamento rispetto a quanto previsto dagli abbonamenti per i quali paghiamo il prezzo pieno”.