Lunedì processo a porte chiuse ad un uomo svizzero sulla cinquantina presunto autore di angherie nei confronti della moglie prostituta
È una brutta storia di violenza, fisica e sessuale, con pratiche molto poco ortodosse, quella che lunedì finirà di fronte ad una Corte di Assise Criminali di Locarno, riunita a Lugano sotto la presidenza del giudice Amos Pagnamenta. Triste protagonista è un uomo di nazionalità svizzera sulla cinquantina, sposato con una prostituta sudamericana di una decina di anni più giovane, nei confronti della quale avrebbe commesso tutta una serie di angherie, alcune delle quali decisamente poco raccontabili. In aula sarà tuttavia necessario farlo, per stabilire fino a che punto le responsabilità del presunto autore – reo confesso, ma soltanto di una parte di ciò che gli si attribuisce – possano giustificare una condanna. Condanna potenziale che fra l'altro si prefigura come particolarmente pesante, oltre i 5 anni di detenzione. O almeno questo è ciò che ha fatto intendere la procuratrice pubblica Chiara Borelli, titolare dell'inchiesta e rappresentante della pubblica accusa in occasione del dibattimento (che si terrà a porte chiuse per tutelare la vittima).
I capi d'imputazione cui l'imputato dovrà rispondere sono esposizione a pericolo della vita altrui, coazione sessuale, violenza carnale e lesioni semplici. Il non facile compito di assistere l'uomo è stato assunto dall'avvocato Niccolò Giovanettina, che punterà a “sgonfiare” in modo significativo il castello di accuse che grava sul suo assistito. Questi è attualmente in regime di espiazione anticipata della pena. Il collegio giudicante sarà dunque presieduto da Amos Pagnamenta, che come giudici a latere troverà Monica Sartori-Lombardi e Aurelio Facchi. La Corte si completerà con una giuria popolare. Il dibattimento dovrebbe durare un giorno e sarà, come detto, aperto unicamente agli organi d'informazione.