Scampata per pochi mesi alla Spagnola, una vita di duro lavoro e la cura della famiglia: la futura decana vive tuttora in autonomia nella sua casa in paese
Il 7 dicembre di cento anni fa – era il 1920 – è nata Noemi Cerini e fra quattro giorni, la 99enne spegnerà altrettante candeline.
Ultima di otto fra fratelli e sorelle, Noemi vive a Giumaglio da sempre. Scampata per pochi mesi all'influenza spagnola (dilagata tra il 1918 e il 1920), sin da bambina ha dovuto lavorare la campagna e andar per monti e alpi, quelli di Carpögna e Carpagnàsca. Una quotidianità d'altri tempi: rurale, dura, fatta di fatica. A 26 anni, nel 1946, sposa Arrigo, da cui avrà due figli (Marino e Adolfo), che crescerà continuando ad aiutare il marito nel lavoro della terra e nella coltivazione della vite.
Ma un tragico incidente stradale, dopo poco meno di vent'anni di matrimonio, le porterà via lo sposo. Era il 1965 e Noemi, allora 45enne, ha dovuto assumersi da sola il carico e la responsabilità di crescere i suoi due figli ancora minorenni. Nonostante la vita dura e difficile, la futura decana ha sempre affrontato il proprio cammino con esemplare coraggio, umiltà e serenità.
Alla soglia dell'importante traguardo, Noemi conduce tuttora in autonomia la sua esistenza nella sua casetta nel nucleo di paese. In questo particolare contesto, la donna ha assistito con incredulità e apprensione alla diffusione della nuova pandemia: le visite anche per lei si sono ridotte, tuttavia non è mai venuto meno l'affetto di amici e conoscenti che, passando per il nucleo, le rivolgono saluti attraverso la finestra della cucina.
Così come non è mai mancato l'affetto della famiglia: in questo difficile contesto pandemico i figli Marino e Adolfo, i cinque nipoti, i sei pronipoti e tutti i parenti esprimono col cuore i migliori auguri di buon compleanno alla futura centenaria.