Due cittadini si rivolgono all'Ufficio federale dell'ambiente, denunciando il degrado della zona protetta d'importanza nazionale
Cani a spasso, biker e atterraggi di parapendisti. Ma anche persone che strappano fiori e piante protette e gente che passeggia liberamente, al di fuori del sentiero obbligatorio. Sul prato secco d'importanza nazionale che si estende su alcune migliaia di metri quadrati all'ex aerodromo di Ascona se ne vedono di tutti i colori. La situazione di degrado è seria, ma gli interventi da parte delle autorità, che dovrebbero eseguire dei controlli e porre dei freni, sono decisamente scarsi e insufficienti.
È questo, in estrema sintesi, il contenuto della lettera che due cittadini asconesi – Dorota e Valerio Sala, quest'ultimo già direttore delle Isole di Brissago e Consigliere comunale – hanno inviato nei giorni scorsi all'Ufficio federale dell'ambiente, Ufam. I due denunciano in modo “chiaro ed energico la preoccupante situazione venutasi a creare in questi ultimi anni”. Lui lo aveva già fatto anche con un'interpellanza e una mozione.
Un vero e proprio grido di allarme rimasto finora senza risposta, nonostante sia stato sollecitato pure l’Ufficio cantonale della natura e del paesaggio; ”anche il Municipio di Ascona non ha agito meglio”, stando ai firmatari della missiva.
La richiesta all'Ufam: ”Ci auguriamo che vengano presi (da chi di dovere) i necessari provvedimenti per garantire un servizio pubblico degno di questo nome (Comune e Cantone) come pure di risolvere di fatto e non solo a parole, l’annosa inerzia nel far applicare le disposizioni contenute nell’Ordinanza federale dei prati secchi e nel Decreto di protezione del prato secco all'ex-aerodromo di Ascona. Siamo convinti che a questo punto, vista l’urgenza della situazione, sarà necessario introdurre provvedimenti più decisi e incisivi, come per esempio quello di recintare l’area da proteggere, rendendola inaccessibile, onde garantirne, una volta per tutte, la dovuta protezione. Speriamo che finalmente verrà posato nei luoghi più consoni un numero adeguato di tabelloni informativi per il pubblico, promessi da almeno 4 anni”.
Il prato secco di Ascona è ricco di specie e unico in tutta la Svizzera: situandosi a 200 metri sul livello del mare è il punto più basso della confederazione. Nel 2001 viene segnalato come degno di protezione da Stefan Eggenberg dell’Università di Berna. Dal 2017 è stato iscritto nell’Inventario dei prati e pascoli secchi d'importanza nazionale (oggetto 1573) con relativo decreto di protezione a livello cantonale e federale.
Nella lettera all'Ufam, i Sala spiegano in dettaglio come, in verità, la protezione sia stata disattesa: “Nonostante che circa un terzo di tutto il sedime dell’ex-aerodromo sia sotto protezione, la pressione antropica in questo posto è in continuo aumento”. E con dovizia di particolari (e d'immagini) illustrano cosa sta succedendo: “Sono aumentati di numero i proprietari di cani che visitano giornalmente il prato magro, come pure i passanti e i turisti che non rispettano le disposizioni che figurano sui pochi e mal esposti cartelli provvisori”. I cani corrono liberi sul prato protetto, scavano buche e molti proprietari camminano al di fuori dei sentieri. Troppo spesso le deiezioni dei cani non vengono raccolte e c’è addirittura chi circola con il rampichino sul prato protetto, chi gioca a frisbee o con la palla, “trasformando di fatto questa preziosa area naturale in un vero e proprio dog park e area di svago, mentre si dovrebbe restare sui sentieri, tenere i cani al guinzaglio”. Di conseguenza si assiste a un aumento della rete di nuovi sentieri (i due iniziali sono diventati quindici) che attraversano l’area protetta come pure l’espandersi delle zone danneggiate dal continuo calpestio.
Il prato in questione si trova nel cuore di una zona residenziale e nei pressi c'è un posteggio pubblico. Due elementi che spiegano le ragioni del suo frequente utilizzo come area di svago. “Chi dovrebbe vigilare non interviene – si legge nello scritto spedito a Berna –. Tutto è tollerato, dato che evidentemente manca, almeno finora, la volontà politica sia del Comune che del Patriziato e del Cantone di tutelare il prato secco in modo coscienzioso e adeguato”. Tra i problemi sollevati, anche il taglio del manto erboso (che dovrebbe rispettare il lungo periodo di crescita e fioritura), la vicinanza del Concorso ippico (con i cavalli che portano a un'indesiderata concimazione e con la presenza nel campo di prova di fibre di poliestere che vento e pioggia spostano verso l'area protetta) e l'atterraggio di parapendii e deltaplani. Senza dimenticare il nordic walking, i picnic, il volo di droni e di apparecchi di aeromodellismo, i percorsi con le automobiline telecomandate, vari sport, la raccolta di fiori, l'asporto di piante e chi più ne ha più ne metta.
“Un altro problema – prosegue il testo – sono le aree boschive della zona protetta e del restante terreno, che dal 2011 vengono ridotte o tagliate del tutto. L’unico bosco che si trovava all’angolo di via Muraccio e via Aerodromo (parte sud, vicinanze golf) è stato tagliato e al posto dei 12 alberi grandi sono stati messi a dimora otto alberelli e diversi arbusti. In modo regolare viene tagliato il sottobosco, togliendo agli animali la possibilità di nascondersi dai cani e dalle persone presenti massicciamente sull’area. Al posto di una parte del bosco tagliato è apparso un posteggio privato (abusivo, visto che non figura nel Piano regolatore di Ascona e nemmeno nel Decreto) con almeno dieci stalli destinato agli operai del golf di proprietà, come tutto il sedime dell’ex-aeroporto, del Patriziato di Ascona”.