Clima teso in seno al Comitato, con tre membri (tra cui la presidente) che se ne vanno amareggiati e la nomina dei loro successori che fa discutere
L’Utoe Locarno, fondata nel 1933, è un’associazione nata allo scopo di promuovere l’escursionismo e l’alpinismo nel rispetto del mondo alpino. Ma lo scorso 29 ottobre, a Losone, l’Assemblea dei soci si è trasformata in una “difficile arrampicata”. Alcuni di loro si sono infatti rivolti al nostro giornale per biasimare la conduzione della seduta da parte di alcuni membri di Comitato che avrebbero “manipolato”, ad arte, i lavori. Accuse, queste, alquanto gravi. E questo sarebbe avvenuto già in entrata, con la tumultuosa modifica, “ben orchestrata” – sostengono coloro che ci hanno contattato – dell’ordine del giorno della seduta.
“Con un presidente del giorno di parte abbiamo assistito a un’ Assemblea straordinaria grottesca e legalmente molto discutibile, organizzata su misura e con interessi di parte”.
Criticata, già al momento di accendere le luci in sala, la decisione di non posticipare l’incontro, in un periodo di piena emergenza covid. E questo – sempre secondo chi si è rivolto al nostro giornale – “in barba all’invito formulato, a più riprese, sia dal Comitato, sia dalla Fat (Federazione Alpinistica Ticinese) di rinviare l’incontro”.
Col risultato, osservano i contestatari (nomi noti alla redazione), di non aver visto in sala diversi membri che da anni contribuiscono, con grande impegno, alla crescita del sodalizio. Persone che non se la sono sentita di partecipare. Assenze che, rilevano, “hanno permesso agli interessati di pilotare a piacimento la nomina dei nuovi membri”. Uno degli obiettivi della seduta era proprio quello di sostituire tre esponenti di Comitato partenti. Tra costoro, anche il presidente. Vani gli sforzi di convincere il presidente del giorno a concedere, agli uscenti, la possibilità di spiegare i motivi della loro uscita di scena. “Quando l’ex presidente è riuscito a prendere la parola, la sua relazione (interrotta a più riprese) è stata pure oggetto di scherno da parte di chi ha diretto la seduta”. Ma non è tutto.
“Al momento della nomina dei subentranti, sono stati chiamati cinque nuovi membri. Uno di loro, particolare curioso, occupava già quella carica, in maniera del tutto illegale, da 10 mesi. Pur non essendo stato nominato come previsto dagli statuti, adottava decisioni e prendeva parte agli incontri”. Proprio questa “presenza irregolare” (una sorta di aiuto-Comitato) e il clima di lavoro tutt’altro che sereno hanno spinto alle dimissioni tre membri, presidente compreso. Altro particolare curioso, su 8 candidati che si erano detti disposti a entrare in Comitato, solo 5 sono stati invitati a presentarsi alla sala. Una sorta di manovra voluta per garantire l’elezione dei propri uomini di fiducia, con gli esclusi rimasti basiti. Il tutto sotto gli occhi di un compiacente presidente della Fat. Va da sé che gli uscenti non sono nemmeno stati omaggiati per quanto fatto a favore dell’Utoe”.
«Messa alla porta senza aver modo di chiarire la mia posizione, cacciata quasi fossi stata una ladra. Con i membri di Comitato che nemmeno mi rivolgevano la parola e il saluto». È in questo clima fattosi a dir poco insopportabile dalla scorsa estate che Tiziana Faraon, da tre anni alla guida e con 20 anni di Utoe alle spalle, ha maturato la decisione di salutare tutti. «Non ne potevo più. Addirittura il presidente della Fat, al quale mi sono rivolta per un consiglio, con toni che oserei definire minacciosi mi ha invitato a farmi da parte. Ho addirittura perso la passione per la montagna. È tutto dire» – ci spiega.
Naturalmente i membri di Comitato tirati in ballo rispediscono, al mittente, ogni addebito. «Da parte nostra – chiarisce una delle responsabili dell’Utoe – abbiamo agito in piena regola. La convocazione della seduta straordinaria era più che impellente, dal momento che avevamo tutti i conti bancari bloccati dopo le dimissioni del membro cassiere e della presidente (con diritto di firma). L’istituto di credito sul quale ci appoggiamo ci ha più volte sollecitati a tal riguardo. Così, con più di trenta giorni d’anticipo, abbiamo inviato la convocazione ai nostri soci (circa 300 sostenitori). Scopo della seduta, come detto, nominare i sostituti dei dimissionari, i quali ci avevano confermato le loro intenzioni con una tempistica ben diversa (un membro di comitato aveva dato le dimissioni con effetto immediato, la presidente per la successiva assemblea e il cassiere con effetto immediato, ma dopo la convocazione per l’assemblea in questione). I subentranti, lo preciso, sono stati tutti accolti con voto quasi unanime. Non vedo quindi cosa ci sia d’irregolare in questa prassi» – conclude l’interessata.
Le fa eco una collega di Comitato che, di quella seduta accesa, ha stilato il verbale. «Ci siamo trovati nella necessità di completare il Comitato date le tre partenze. Altrimenti impossibile poter lavorare. Con largo anticipo il Comitato si è attivato per scovare i subentranti. All’Assemblea sono stati portati i nomi di 7 candidati. Quattro di loro sono stati nominati con ampio consenso, due si sono ritirati prima del voto di loro spontanea iniziativa, l’ultimo non ha ricevuto un numero di preferenze sufficienti. Quindi tutto è stato svolto in maniera trasparente. Prova ne è che anche al momento del voto sul verbale, solo 5 su 31 presenti si sono astenuti. Gli altri lo hanno approvato».
Resta ora da vedere come la situazione evolverà. I contestatari hanno minacciato di ricorrere alle vie legali per chiedere l’annullamento delle decisioni adottate. Sarebbe un bel guaio, dal momento che ci saranno da assicurare la gestione della Capanna del Poncione di Braga e il futuro della Capanna Grossalp. Due temi che, a detta di qualcuno, avrebbero contribuito ad accendere la miccia...