Muralto, nonostante le reiterate critiche emerse a livello popolare, e qualche strenua resistenza in legislativo, passa la variante pianificatoria
Niente ha potuto l’eloquenza di un penalista – Diego Olgiati – e di un professore di Liceo – Andrea Pedrazzini – per frenare la corsa di Muralto verso la nuova pianificazione del comparto della Stazione Ffs. Il legislativo, rinvigorito in un colpo solo da 5 nuovi consiglieri cui in “zona Cesarini” sono state consegnate le credenziali , ha votato ieri sera con 20 sì, 5 no e un’astensione la variante di Pr che renderà possibile una profonda trasformazione della topografia stessa del Comune e consegnerà ai posteri una Muralto radicalmente diversa rispetto a quella attuale.
Il fatto che dal monolitico blocco di Ordine e Progresso si siano levate due voci critiche è comunque già una notizia. Ricalcando i temi già sollevati a livello popolare, e affrontati nelle sedi commissionali (dove due erano le richieste di ritiro del messaggio), Olgiati in particolare ha portato un estremo tentativo di far ragionare i colleghi di partito rispetto a quello che secondo lui è né più né meno che «un tuffo nel vuoto, e senza paracadute». Nel suo lungo e accorato intervento l’avvocato ha tracciato il quadro di un Comune colpevolmente asservito alle Ferrovie federali svizzere e ai loro appetiti immobiliari. «Questo è un intervento pianificatorio colossale – ha detto – che ci influenzerà per i prossimi 50 anni. Ci si chiede un atto di fede per andare nella direzione di un’operazione che ci scapperà di mano poiché troppo grande, complessa e condizionata da circostanze esterne». Il peccato originale, ha rincarato, «è che non si è pianificato leggendo le esigenze del territorio per agire di conseguenza, ma si è fatto il gioco delle Ffs, che con un macroscopico conflitto di interessi vogliono solo massimizzare le potenzialità pianificatorie delle aree di loro proprietà, generando una situazione viaria che porterà all’assurda gimcana dei bus da 180 metri che ogni 4 minuti risaliranno verso la stazione da viale Cattori, che è la via più pregiata dal Comune». Olgiati ha infine stigmatizzato il volere a tutti costi «cementificare» il comparto (potrà infatti sorgervi un complesso residenziale-commerciale da 12mila 500 metri quadrati di superficie utile lorda) quando il tasso di sfitto, a livello abitativo e anche commerciale, «non è mai stato alto come in questo momento».
Tutte riflessioni, queste, che il sindaco Stefano Gilardi ha ritenuto «legittime», ma dal suo punto di vista non condivisibili. Gilardi – la cui posizione in materia è tra l’altro stata vigorosamente criticata negli scorsi giorni dal fratello ed ex sindaco Michele – ha ricordato la votazione popolare che ha sancito uno sfruttamento del territorio «al centro delle città, lasciando libere le periferie», e sottolineato le «lunghe discussioni avute con le Ffs, che hanno permesso a Muralto di ottenere un parco di tremila metri quadrati, di cui nessuno parla». Inoltre, così pianificando, «la lettura del territorio c’è stata eccome, e da parte di più persone». Quanto alle innumerevoli incertezze cui Muralto si consegnerebbe con questa variante, «ve ne sono, ma non è un salto nel vuoto. Il problema è che non si otterrà mai la quadratura del cerchio. Nessuno vuole un massimo edificabile subito, e va detto che le Ffs, con questa soluzione, si sentono frustrate dalle limitazioni imposte dal Comune».
Sugli strenui tentativi di bloccare la pianificazione si è infine abbattuta l’onda di voti favorevoli, che poco dopo è stata replicata concedendo 4,7 milioni di franchi per l’edificazione grezza della futura pensilina per i bus, cuore del futuro nodo intermodale.