Locarnese

Losone a caccia delle opere 'perdute' di Otto Wyler

L'artista ebreo visse nella località locarnese dal 1940 al 1946. Il Comune è alla ricerca dei suoi lavori, conservati nelle case (o nelle soffitte)

Scorci losonesi
26 settembre 2020
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L'artista svizzero Otto Wyler, noto per i suoi paesaggi rurali, nel corso della sua vita fece tappa a Losone. Nella località locarnese visse, con la sua famiglia (la moglie e i quattro figli) dal 1940 al 1946, durante la seconda Guerra mondiale. Figlio di genitori ebrei, nato a Mumpf nel 1887 e morto ad Araau nel 1965, Wyler si è formato alla scuola tecnica per la pittura decorativa e il disegno del Gewerbemuseum di Aarau. In seguito ha frequentato la scuola di pittura Heinrich Knirrs a Monaco e ha proseguito i suoi studi a Parigi. Molte le sue esposizioni e nel 1913 ha vinto la medaglia d'oro all'Esposizione della Secessione di Monaco.

Nel corso della sua vita, ha viaggiato in Francia, Marocco e Grecia; nel periodo della Seconda Guerra, quando gli spostamenti erano diventati per lui impossibili, si è stabilito a Losone. Molti i dipinti di quegli anni. «Ora, affiancati da una sua discendente, Yehuda Sprecher, il Comune sta cercando le sue opere “perdute”, magari appese sui muri di un salotto losonese o dimenticate in qualche soffitta – spiega il municipale Fausto Fornera –. Si tratta di un'operazione importante sia dal punto di vista storico, sia da quello artistico». Cosa farete delle tele e dei disegni che riuscirete a scovare? «In futuro potremmo pensare a una mostra, concentrandoci sui lavori che propongono paesaggi della nostra regione o ritratti di persone di Losone. Un po' come l'antologica che in Israele è stata dedicata a Wyler qualche tempo fa. A mio avviso è importante recuperare e valorizzare queste opere, che sono sicuramente preziose».

Chi fosse in possesso di un suo quadro firmato può comunicarlo alla cancelleria comunale (info@losone.ch o 091 785 76 29), oppure direttamente a Yehuda Sprecher (ottowyler@gmail.com).

L'edizione autunnale della rivista informativa del Comune “Losoneè” dedica un articolo a Wyler e al suo soggiorno: “Forse qualcuno ancora lo ricorda. Un uomo sulla cinquantina con il cappello di paglia che girava i vicoli e la campagna di Losone come se cercasse qualcosa. Quando uno scorcio attirava la sua attenzione posava la sua tela su un treppiedi e, con la tavolozza stretta in mano, il suo sguardo sembrava divenire un tutt’uno con il paesaggio”. Sono parecchi gli angoli di Losone che sono stati immortalati nei quadri di Wyler tra il 1940 e il 1946; la famiglia del pittore affittò un paio di stanze all’ultimo piano di Casa Pedrazzi, nel nucleo storico di San Giorgio, a poca distanza dall’omonima chiesa. Dalla veranda si poteva lasciar spaziare lo sguardo lungo il fiume Maggia verso Locarno e il Lago Maggiore fino alle sponde del Gambarogno. Paesaggi che sono stati per lui fonte d'ispirazione.