Tradizione e innovazione per un sodalizio che a Locarno valorizza e mantiene vivo il nucleo storico
Spesso i passi falsi sono l'abbrivio di nuove prospettive che altrimenti non sarebbero emerse. È probabilmente il caso per la Pro Città Vecchia di Locarno, che di due situazioni non facili capitate a inizio 2019 (il ricambio completo in comitato e la proiezione di un documentario sul nucleo, molto visto, che aveva creato un certo scompiglio per un certo suo lirismo crepuscolare) ha fatto tesoro per ripartire di slancio. Lo ha fatto, in primis, a livello di nomine statutarie. La nuova compagine direttiva, presentata all'assemblea riunitasi giovedì sera, è stata ulteriormente rimodellata e vede ora, sotto la presidenza di Corrado Di Salvo, la presenza di Franca Antognini, Emanuele Patelli, Brigitta Stoeckli, Andrea Colatore, Maria Pia Catenazzi, Lara Guelli, Ivan Parigi, Francesco Locatelli, Gloria D’Aprile e Niso Reguzzi. Poi, anche in tempi d'incertezza legati all'evoluzione della pandemia, lo sguardo è orientato al futuro: dopo l'odierno “Il paese dei balocchi”, sono alle viste gli ormai consolidati “le CortiinCanto” (19 settembre), “Dis-Fashion” (20 settembre) e soprattutto il Mercato di Natale, il più grande del cantone, proposto da... generazioni di Pcv da non meno di 40 anni.
Sempre in tema di pandemia, in assemblea sono stati ricordate iniziative vincenti come il “Money Friendly” (i buoni che a luglio e ad agosto i commercianti avevano messo in circolo per ringraziare i clienti e favorire la ripresa economica): una risposta intelligente ad una rinuncia forzata come quella alla Brocante, che ogni anno, in tempi normali, catalizza nel nucleo storico gli amanti del “vintage” provenienti da tutta la Svizzera, con tutto il corollario.
Città Vecchia, è stato inoltre fatto notare nel corso dei lavori, è un quartiere ricchissimo di vita: parliamo di circa 150 attività economiche (ovverosia una per ogni 10 abitanti che popolano il nucleo), un cinema recentemente rinnovato (il GranRex), una Scuola dell'infanzia, ben cinque chiese, il Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) della Supsi, naturalmente l'ospedale regionale La Carità, diversi alberghi, molti studi d'architettura, altrettanti barbieri, nonché ristoranti e uno dei negozi alimentari più antichi del Ticino (il Suini), che racchiude in sè i caratteri della tradizione e della resistenza.