Una cittadina della valle, filmata al centro raccolta di Auressio, contesta le contravvenzioni e va al Consiglio di Stato
Due multe di 100 franchi ciascuna nel giro di pochi giorni (tra metà giugno e inizio luglio) per non aver rispettato l'ordinanza sulla raccolta dei rifiuti in vigore in Onsernone. Un'abitante è stata colta con le mani nel sacco (è il caso di dirlo) in un paio di occasioni e quindi il Municipio, dopo aver visionato le immagini della videosorveglianza del punto di raccolta di Auressio, ha intimato le contravvenzioni. La donna, però, non ci sta e nei giorni scorsi ha deciso d'inoltrare ricorso al Consiglio di Stato.
«Una sera, attorno alle sette, avevo in mano il sacchettino con gli escrementi del cane, raccolti poco prima da terra – racconta la donna –. Ad Auressio ho alzato il coperchio di un cassonetto e ho aperto un sacco regolamentare, che qualcuno aveva gettato, per introdurvi la popò del mio amico a quattro zampe. Come ho scritto nel mio ricorso, non ho creato nessun danno al Comune e nemmeno al cittadino che aveva gettato quel sacco soggetto a tassa. Di più: non mi risulta che la cacca del cane sia da riciclare e non credo proprio che in Ticino o in Onsernone qualcuno lo faccia. Quindi mi pare logico che finisca nella spazzatura destinata all'inceneritore. Per queste ragioni ho impugnato la multa, che ritengo ingiusta. Non ho commesso nessuna infrazione».
E la seconda multa? «In quel caso semplicemente non ero io. Quella mattina al punto di raccolta di Auressio non ci sono nemmeno andata», risponde l'intervistata.
Va detto che il regolamento dei rifiuti del Comune di Onsernone è assai preciso per quanto riguarda le regole che i cittadini devono seguire. Prima fra tutte, l'acquisto dei sacchi regolamentari da utilizzare e quindi da gettare nei cassonetti. Per chi infrange questa norma, dopo un primo periodo di tolleranza e diversi ammonimenti, in valle sono scattate le multe.
Il regolamento contiene anche una serie di divieti, ma fra questi non si trova la proibizione a colmare i sacchetti di altri già gettati nei cassonetti. Un gesto che quindi non è contemplato, ma neppure esplicitamente escluso. Sarà ora il Consiglio di Stato a dover dirimere la questione.