Proposte e progetti della Fondazione territorio vivo, per trovare un maggior equilibrio tra ospiti e popolazione locale
Turisti a frotte, soprattutto di giornata, in Vallemaggia. Nelle ultime settimane, complice il caldo e il Covid-19, in molti hanno cercato refrigerio e aria fresca in un territorio straordinario, pari a un quinto della superficie cantonale. Tutti accomunati dalla voglia di ritrovare il contatto con la natura pura, vivere esperienze autentiche e momenti di spensieratezza. Tuttavia parecchi, talvolta troppi, si concentrano in poche aree assai gettonate. In particolare alla zona fluviale di Avegno e nell'area di Foroglio. E per il prossimo mese di agosto molti segnali indicano che l'afflusso sarà ancora più importante. Gli ambienti naturali sono sottoposti a un’accresciuta pressione e spesso anche la popolazione locale si sente presa d’assalto. In questo contesto critico, i Comuni – attraverso la Fondazione Vallemaggia territorio vivo – hanno elaborato un Piano di rilancio a partire da quest'estate. Responsabile del progetto è Timo Cadlolo, pure coordinatore del Masterplan Alta Vallemaggia.
L’obiettivo è quello di gestire i flussi, canalizzandoli dalle zone sottoposte a maggiore pressione a quelle ancora in grado di accogliere persone interessate a scoprire il patrimonio culturale e naturale. Lo slogan “benvenuti ma con rispetto” ben sintetizza una visione strategica che vuole favorire un’equilibrata convivenza tra affluenza turistica e popolazione locale. Cadlolo ricorda che il rispetto per l'ambiente è importante e che occorre attenersi alle regole. Quindi niente littering e vigilanza sulle norme di sicurezza per chi si cimenta in escursioni ad alta quota.
Ciò detto, l'arrivo in massa di ospiti e turisti viene pure visto come un'importante opportunità. Essenziale, tuttavia, non concentrarsi in poche aree ma... sparpagliarsi per scoprire le tante bellezze del distretto. «In quest’ottica, non mancano le perle poco note – afferma Cadlolo –, si pensi alla Valle di Lodano, con i faggi secolari candidati al Patrimonio mondiale Unesco. Oppure all’itinerario della Via Alta Vallemaggia: un percorso che delimita il bacino imbrifero e permette di riscoprire luoghi legati a un’economia di sussistenza. Tra questi troviamo sopra Gordevio l’alpe Nimi, che a tutt’oggi mantiene la sua anima più rurale, l’alpe Masnée situata in fondo alla Valle del Salto o l’alpe Spluga con il suo nucleo di 11 cascine in cima alla Valle di Giumaglio».
La parte superiore della Valle si apre ulteriormente a partire da Cevio. Non solo la Val Bavona coronata dallo straordinario anfiteatro naturale di Robiei, ma anche la Lavizzara permette di uscire dal circuito classico, salendo in Valle del Sambuco sino alle pendici del pizzo Cristallina. Numerose sono le possibilità di deviazione che portano a scoprire l’alpe Serodano, servito dalla Capanna Poncione di Braga, e l’alpe Vacarísc/Mognola con l'itinerario didattico, il piccolo museo etnografico e la vendita diretta di prodotti caseari. In fondo alla lista vi è poi la Val Rovana, nota principalmente per gli impianti di risalita ma ancora tutta scoprire.
Nell’ambito del Masterplan alta Vallemaggia il turismo è lo strumento chiave: «Portare afflussi economici dall’esterno e in quest’ottica occorre innescare un circolo virtuoso che porti a un miglioramento della qualità di vita della popolazione locale, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro in valle. Naturalmente si fa riferimento a uno sviluppo turistico sostenibile che consideri in primo luogo le esigenze della popolazione locale, la vera protagonista del piano di sviluppo in corso, coinvolgendola in tutte le fasi del processo in modo che diventi ambasciatrice del proprio territorio e contribuisca a dare un futuro a questi splendidi territori alpini esprimendone al meglio la vocazione».
Parallelamente a questa apertura, testimoniata dalla presentazione di tutta una serie di proposte accessibili da invallemagia.ch/attivita, il Piano di rilancio comprende un’iniziativa mirata a favorire il turismo stanziale che genera indotto economico in Valle: «Per questo – spiega l'intervistato – è stata preparata una pagina di presentazione con tutta una serie di stimoli e consigli per i proprietari di case secondarie nella regione per facilitare loro l'entrata sul mercato turistico (invallemaggia.ch/rustici)». Le case secondarie nel distretto sono circa duemila, ma solo il 10 per cento è gestito in modo professionale.
Infine, l'accento viene posto sul sostegno ai proprietari e ai gestori dei rifugi alpini, situati lungo l’itinerario promosso dall’Associazione Via Alta Vallemaggia, e su un progetto per i piccoli commerci, che assieme ai ristoratori valorizzano i prodotti locali valmaggesi.