Il direttore Pellandini: 'Non vedevamo l'ora'. La struttura balneare attuerà un piano di protezione particolareggiato, tenendo conto di ogni suo spazio
Domani, sabato 6 giugno, riapre il Lido di Locarno. Dopo tre mesi di chiusura forzata, parte delle strutture del Centro balneare regionale (piscine esterne e riva a lago) sarà finalmente fruibile in tutta sicurezza. Un'istantanea con il blu luccicante del Lago Maggiore negli occhi che fa subito estate e chissà che non aiuti le persone a ritrovare un po' di spensieratezza e quell'immaginario di vacanza che quest'anno è tutto riposto nel ricco e bel territorio che abitiamo.
«Abbiamo accolto la notizia con grande soddisfazione. Ripartire per noi era importante e non vedevamo l'ora», commenta così la riapertura del Lido di Locarno il suo direttore Christophe Pellandini, contattato da 'laRegione'. E chiarisce: «Non tanto per ragioni economiche - a questo punto la stagione è purtroppo persa -, quanto piuttosto per il servizio pubblico che forniamo. Sappiamo bene quale importanza possa avere una struttura come la nostra - di ben 27mila metri quadrati - verso un rilancio del turismo, ma anche per famiglie, sportivi e popolazione». Sperando nel caldo del sole, perché nei giorni di maltempo il Centro balneare regionale (Cbr) sarà chiuso.
Apertura in sicurezza è la nuova espressione da dire tutta d'un fiato che denota l'annuncio delle ripartenze. E altrimenti non può essere. Durante lo stop, oltre a contenere i danni economici, il Cbr si è dedicato alla preparazione di un piano di protezione seguendo scrupolosamente le direttive dell'Ufficio federale della salute pubblica (Ufsp).
Nel concreto questo che cosa significa? Lo abbiamo chiesto a Pellandini: «Il nostro piano di protezione poggia su quattro pilastri fondamentali. Primo, l'accoglienza: definita da zone di distanza, con colonne di disinfezione, plexiglas alla reception. Secondo, la fruizione della struttura: ogni zona ha infatti il suo regolamento, vale a dire che se voglio entrare nella piscina di 50 metri dovrò seguire norme diverse da quelle del bacino termale, piuttosto che quello di svago, oppure gli spogliatoi». Inoltre, in ciascun regolamento differenziato è stabilita la capienza massima di ogni vasca, con il numero di nuotatori per corsia eccetera. Terzo pilastro è «l'igiene potenziata. Anche se in tempi normali è sempre molto controllata. E infine, l'istruzione al personale e il mansionario accresciuto (ad esempio un bagnino avrà anche il compito di controllare)», spiega il direttore.
Poiché non siamo ancora al "liberi tutti", alcuni spazi del Lido restano chiusi. Quindi, non apriranno le piscine coperte (con una capienza di 160 persone), gli scivoli e le strutture gonfiabili a lago. Insieme a loro, la direzione ha altresì deciso di congelare e rimandare corsi di nuoto e fitness. L'idea è poterli aprire e avviare in luglio (o agosto). Ciò dipende tuttavia dall'evoluzione pandemica e dagli ulteriori allentamenti, nonché dall'esperienza che verrà fatta nel mese di giugno.
«Abbiamo deciso di aprire in maniera graduale, per rendere le cose più semplici possibile e facili da tenere sott'occhio. L'offerta completa con tutta la struttura aperta sarà da luglio, quando arriverà il turista», chiosa Pellandini.