Promossa dalla Società di mutuo soccorso e dalla Fondazione Francesco, il centro di prima accoglienza è aperto alla fruizione diurna e offre una mensa sociale
Ed è subito casa. Questa mattina è stata presentata alla stampa Casa Martini a Locarno (via Vallemaggia 26), il centro sociale di prima accoglienza voluto e realizzato dalla Società di mutuo soccorso maschile di Locarno (Smsm) insieme alla Fondazione Francesco per l'aiuto sociale.
Durante la mattinata, fra' Martino Dotta (direttore della Fondazione Francesco), Marco Pelosi (presidente di Smsm) e l'architetto Aldo Cacchioli, che ha curato la ristrutturazione dell'edificio, hanno accompagnato i partecipanti in una visita guidata agli spazi; raccontandone destinazione e scopi. Una struttura che conta già alcuni ospiti e anche richieste per la futura possibilità di pernottare.
Insieme a loro c'erano il vicepresidente della Smsm Vittorio Mariotti, il responsabile della casa Giacomo Richina e l'operatore sociale Giordano Salvador.
"Il centro di prima accoglienza vuole essere una struttura di bassa soglia aperta a tutti, indistintamente. Vuole essere uno spazio di socializzazione e incontro", ha spiegato fra' Martino. Soprattutto, ha ancora sottolineato, "è molto importante non dare l'impressione a chi accede di sentirsi giudicato; non facciamo qui diagnosi sociale".
Fra i servizi, il centro offre una mensa sociale e spazi di incontro e scambio; in futuro sarà aperto anche durante la notte.
Casa Martini è luogo protetto, dove chi è in situazione di emergenza e in difficoltà può trovare sostegno. Aiuto che, in talune situazioni, è il primo passo verso il ritorno alla "normalità" (le virgolette sono dovute). "È un progetto sociale innovativo che punta all'inclusione e all'integrazione", nato da esigenze reali e riscontrate sul campo.
Aprendo le sue porte, la casa "vuole dare speranza a chi attraversa un momento difficile", senza stigma. Così ha iniziato il suo intervento il presidente del Mutuo soccorso Marco Pelosi, nella bella sala con volta a botte dedicata a Cordialino Vandoni (è stato socio onorario della Smsm).
L'idea, ha raccontato, è nata nel 2014, anno del 150esimo di fondazione della Smsm. "Per rimarcare la ricorrenza, abbiamo pensato di promuovere un progetto di carattere sociale". Da lì è iniziato il disegno.
Primo passo è stato individuare e acquistare l'edificio. Casa Martini (battezzata così in segno di riconoscenza verso la famiglia proprietaria), essendo stata una locanda, ben si prestava alla destinazione. Prerogativa dei lavori di ristrutturazione dell'edificio - una bella commistione di vecchio e nuovo - è stata "usare al massimo tutti gli spazi" e anche di più, facendo delle aggiunte. L'impegno finanziario è stato notevole (1,7-1,9 milioni di franchi) e fortunatamente si è rimasti nei preventivi.
Il cantiere, avviato il 1° aprile 2019, è stato portato a termine con largo anticipo sul calendario. La struttura è stata così aperta lo scorso 3 febbraio, con "grande soddisfazione e grande orgoglio", ha commentato il presidente.
In seguito, racconta Pelosi, era necessario trovare un partner che si occupasse della gestione operativa e qui è entrata in gioco la Fondazione Francesco. Fra le due "è stata subito sintonia".
La struttura, aperta alla fruizione diurna lo scorso 3 febbraio, è stata promossa e finanziata dalla Smsm, che ne è proprietaria, mentre la gestione è affidata alla Fondazione diretta da fra' Martino. Come è stato spiegato durante la conferenza stampa, la gestione in rete è fondamentale per tale iniziativa: "Sin dall'inizio è stato chiaro che una struttura complessa come questa non può essere gestita solo da volontari", ha spiegato Marco Pelosi. E continua fra' Martino: "Abbiamo quindi messo insieme una squadra supersonica, con sette operatori sociali che coprono costantemente il tempo di apertura dello spazio (dalle 8 alle 20)". Ad aprile, verosimilmente, Casa Martini aprirà le porte all'accoglienza notturna. Le persone che vi faranno capo saranno accolte e accompagnate dalla squadra di vegliatori.
Anche le autorità giocano un ruolo importante e sono parte integrante della rete di lavoro di cui si scriveva in precedenza. Sono stati infatti coinvolti da subito Municipio cittadino e Polizia comunale e presto interlocutori della struttura saranno anche la Polizia cantonale e il Sostegno sociale cantonale.
Gli elementi che subito saltano all'occhio entrando nel refettorio - e non solo - sono la luce e i colori avvolgenti, caldi. L'atmosfera è accogliente e il bel camino sulla parete di fondo fa subito casa. Bastano poi un piatto caldo, un sorriso e una parola gentile per sentirsi un po' meglio. "C'è stato un gran lavoro di riflessione di contenuti e spazi, che potessero rispondere alle necessità - ha affermato Marco Pelosi -. Non c'è un angolo della casa che non sia stato studiato".
Arriviamo quindi all'edificio: il pianterreno si apre sul refettorio abbellito da un murale che campeggia sul lato ovest realizzato dalle sorelle Chiara e Sofia Frei di Cevio. Qui possono prendere posto a tavola 70 persone. Anche la cucina è ubicata al piano terra, così come la sala riunioni, ricezione/ufficio, servizi sanitari, locali doccia e colonne lavasciuga per esterni.
Ai piani superiori ci sono le camere da letto (con uno o più posti) con i servizi igienici e lavanderia. In totale i posti letto, contando anche le sistemazioni di riserva, sono quasi una trentina. Al terzo piano, grazie a un'aggiunta al tetto in prefabbricato, è stato ricavato uno spazio multiuso e locale comune.
Scendendo ai piani interrati si incontrano le dispense e celle frigorifere e anche un locale per eventi (una sorta di grotto, sicuramente luogo di refrigerio durante le giornate torride).
Il desiderio dei promotori era offrire qualcosa di bello e utile insieme: "Un ambiente accogliente e caldo. Volevamo rovesciare il paradigma che chi è in stato di emergenza o senzatetto può accontentarsi di qualsiasi cosa", ha chiosato Pelosi.
Info: www.casamartini.ch