Giovanni Caroni, presidente Scia, sul calo generalizzato nei negozi del Locarnese nonostante la situazione italiana. Fra i 'grandi' calo del 10-15%
Grandi e piccoli commerci in netta difficoltà anche nel Locarnese a causa del Coronavirus. Alla “Regione” lo conferma Giovanni Caroni, presidente della Società commercianti, industriali e artigiani. «Si potrebbe pensare che chi non va più in Italia a fare la spesa incrementi automaticamente la cifra dei commerci locali. Non è così. Il locarnese che va oltre confine deve già fare un’ora di macchina, diciamo fino a Verbania. Quindi il commercio al dettaglio verso la vicina penisola è di per sè limitato e questa situazione non influisce sulle cifre nella nostra regione».
Cifre che appaiono in netto calo in ogni categoria di commerci, aggiunge Caroni: «I grandi denunciano una diminuzione variante fra il 10 e il 15%, e sulla stessa lunghezza d’onda viaggiano i piccoli, che hanno bisogno di affluenza, di persone di passaggio. Il grosso problema è che di turisti ormai ce n’è in giro pochini, come potranno confermare Hotellerie Suisse, gli stessi singoli albergatori e anche gli esercenti. C’è stata, come sappiamo, un’ondata di cancellazioni delle prenotazioni già effettuate e per le prossime settimane è difficile pensare in positivo».
Caroni considera che «marzo è bruciato, visto che tutti gli eventi sono saltati. D’altra parte se arrivano comprensibili ordini di limitare le occasioni di incontro non si può fare nulla. Sarà presumibilmente molto difficile anche il mese di aprile, perché è altamente improbabile che d’incanto si trovi una soluzione. Quindi anche Pasqua è secondo me già compromessa. A maggio poi cominceranno gli eventi principali. La speranza di tutti è che se ne possa uscire. Bisognerà vedere come l’ente pubblico gestirà questa brutta situazione».