Locarnese

Ambulanze e coronavirus, il Salva rinuncia ai volontari

La misura è voluta per risparmiare materiale di protezione, già contingentato. Intanto l'anno scorso interventi aumentati a 5'359

(Archivio Ti-Press)
6 marzo 2020
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In queste settimane di allerta Coronavirus, anche nella moderna sede del Salva in zona Morettina si seguono le disposizioni della Federazione cantonale ticinese dei servizi ambulanza, che sono valide per tutti gli operatori del cantone. Misure introdotte per non mettere a repentaglio la salute di chi è chiamato in una missione di soccorso.

In particolare, conferma Michel Ceschi, caposervizio del Salva, «è stata decisa la riduzione a due del numero dei soccorritori sui veicoli di pronto intervento. In pratica si rinuncia al personale volontario/o in formazione (il cui aiuto è sempre prezioso) che solitamente fa parte dell’equipaggio. Una decisione dettata anche dalla necessità di risparmiare sull’equipaggiamento imposto dalla particolare situazione. Il personale quando esce dalla sede deve infatti indossare mascherine, guanti, camici, occhiali e tutto ciò che protegge dalla trasmissione del virus. I pazienti potrebbero infatti essere infetti e questo noi non lo sappiamo. Si tratta di materiale individuale che naturalmente i nostri enti non hanno, di questi tempi, in esubero e che quindi va contingentato per evitare di rimanere senza» – conclude Ceschi

Il bilancio del 2019

Prime informazioni dal consuntivo 2019; la media ha raggiunto le 15 uscite al giorno. L’età media dei pazienti sale. di David Leoni Non eravamo ancora in piena emergenza Coronavirus, eppure il 2019 del Servizio ambulanza Locarnese e Valli (Salva) non è stato dei più tranquilli. Anzi, a giudicare dalle prime cifre del consuntivo a disposizione, ci si rende conto che l’interventistica, dopo un 2018 all’insegna della decrescita, è tornata a invertire la rotta e ad aumentare. Lo scorso anno il personale ha compiuto 5’359 missioni con autoambulanza (5’040 l’anno precedente, con un aumento del 6.3 %) con una media giornaliera di quasi 15 interventi. Se paragonati ai dati 2006, primo anno di attività del nuovo ente unico del Locarnese, dopo nemmeno quindici anni ci si rende conto che l’aumento delle missioni di soccorso (allora 4'118) è stato di oltre il 30 % ! Sempre stando alle indicazioni contenute nel documento contabile, per quanto concerne la destinazione dei pazienti trasportati, rispetto al 2018 è tornato a crescere il numero dei trasferiti all’Ospedale Civico mentre è diminuito il numero dei pazienti diretti al Cardiocentro. Stabili i trasporti verso le cliniche psichiatriche mentre continuano ad aumentare i pazienti portati all’Ospedaledi Locarno, alla Clinica Santa Chiara e al San Giovanni di Bellinzona. Dal confronto dei mesi dell’anno in cui gli operatori del Salva sono dovuti accorrere risulta come il mese più caldo, con 591 missioni di ambulanza, sia luglio, mentre il mese più tranquillo dal profilo operativo è stato novembre, con 391 missioni. La distribuzione degli interventi annui sui vari giorni della settimana è abbastanza lineare, e oscilla fra 700 e poco più di 800 interventi; anche nei fine settimana, dove calano i trasferimenti intraospedalieri e i trasferimenti prenotati, il numero di interventi rimane comunque elevato. La ripartizione fra interventi eseguiti in fascia diurna rispetto agli interventi serali/notturni resta anch’essa abbastanza stazionaria (74% contro 26%).

L'abitazione è un luogo a “rischio” infortuni

Il luogo d’intervento preponderante per i soccorritori resta l’abitazione (42.28 % della casistica). La ripartizione per sesso ha visto una piccola preponderanza di pazienti di sesso maschile (51.6 % contro 48.4 %). I casi di medicina (77.2 %) per rapporto ai casi di infortunio rimangono stabili. Altro aspetto degno di interesse, quello relativo all’età dei pazienti. I 2/3 degli interventi riguardano pazienti ultrasessantenni (45 % i pazienti oltre i 76 anni d’età). Rispetto al 2018 sono cresciuti in modo importante i pazienti nella fascia d’età compresa tra i 46 ed i 60 anni (+ 13.8 %) così come gli ultranovantenni (+ 25.8%). Il confronto di questi dati statistici, di anno in anno, non rappresenta comunque una tendenza.