Locarnese

'Prato secco ad Ascona, più protezione'

Interpellanza al Municipio, tra cani tropo spesso senza guinzaglio e stalle provvisorie per i cavalli

Ti-Press
2 marzo 2020
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Prato secco da proteggere, ma in verità poco protetto. È il “j’accuse” del consigliere comunale Plr Valerio Sala, che nei giorni scorsi ha inoltrato al Municipio un’interpellanza sul tema.

Al centro la situazione del prato secco all’ex aerodromo, per il quale il 6 dicembre del 2017 è stato adottato un Decreto di protezione con inserimento della superficie di quasi tre ettari nell’Inventario federale. “Prati secchi di questo tipo – si legge nel decreto – sono molto rari. In Ticino se ne contano meno di dieci. Situato a circa 200 metri di altitudine, quello di Ascona è il più basso in Svizzera”. Tra le specie che vi prosperano, l’orchidea minore, (Orchis morio), protetta a livello federale e nella Lista rossa delle piante minacciate.
La sorveglianza della zona, ricorda Sala, deve essere svolta dal Comune e dal Cantone che si avvale della collaborazione del Patriziato di Ascona, dei forestali e dei guardacaccia. Vi sono precise regole da rispettare: restare sui sentieri, tenere i cani al guinzaglio, non accedere fuochi, rispettare piante e animali selvatici e altre ancora. Tutte esplicitate sulla specifica segnaletica.

“In questi ultimi anni – rileva Sala – non si può far altro che constatare un preoccupante degrado progressivo del prato secco, dovuto all’eccessiva pressione delle persone e dei cani e soprattutto alla non osservanza delle disposizioni in vigore”. E ancora: “C’è chi si diverte a incitare il proprio cane a scavare profonde buche nel terreno danneggiando in modo importante il prato in questione, come pure chi circola con i rampichini nella zona protetta”. Situazioni che compromettono l’area.

Ma c’è un altro aspetto che Sala sottolinea: “La parte rimanente del sedime non protetta dal decreto federale è pure un prato magro o perlomeno lo era fino a poco tempo fa, visto che è stato sistematicamente degradato negli anni”. L’interpellante ricorda che sul lato nord dell’ex aerodromo nel campo gara e nel campo prova del concorso ippico internazonale Csi “sono state introdotte abusivamente 25 tonnellate di fibre di poliestere”. Senza dimenticare le stalle provvisorie del Csi per 300 cavalli. Insomma, ce n’è abbastanza per porre al Municipio una serie di domande su come vengono (o perché non vengono) applicate le misure di protezione previste dal decreto.