Bocciato il credito per il restauro della reliquia egizia, l’esecutivo ha avviato trattative con istituti d’oltre Gottardo per il trasferimento della salma
La mummia di Brissago si prepara a fare le valigie. Dopo che il legislativo, lo scorso mese di giugno, si era rifiutato di concedere al Municipio del borgo di confine un credito di 123mila franchi da destinare al risanamento del corpo imbalsamato della principessa egiziana di epoca tolemaica, custodito in una cassa di legno al secondo piano del Palazzo dell’Amministrazione, ecco che si va chiarendo il futuro di questa – per certi versi “incompresa” – testimonianza del passato. Con ogni probabilità l’ultima dimora della mummia sarà oltre Gottardo; in un primo momento forse in un istituto di Zurigo, dove gli specialisti la prenderanno in cura e potranno scoprire, chissà, magari nuovi interessanti elementi sullo stile di vita, le eventuali patologie, la causa di morte della persona. Proprio dalla Svizzera interna, ricorda il sindaco Roberto Ponti, era giunto un esperto restauratore incaricato dal Municipio di valutare, sul posto, lo stato di conservazione della salma (dalla perizia erano emerse criticità a livello dell’involucro cartaceo che ne avvolge il corpo). Da queste indicazioni l’esecutivo era poi partito per allestire il messaggio con il credito da sottoporre, come detto, al Consiglio comunale. Il “no” di quest’ultimo aveva spiazzato – e pure un po’ rammaricato – il Municipio e coloro che ne sostenevano l’idea. Il problema è rimasto irrisolto. «La nostra intenzione era quella di sistemarla e poi esporla in un locale di Palazzo Branca- Baccalà, trasformandola in attrazione per studiosi, scolaresche e turisti. Purtroppo come Comune non abbiamo né le risorse finanziarie, né tantomeno spazi appositi per procedere con interventi conservativi di altro tipo. Custodire questa reliquia come fatto fino ad ora è impossibile. Non disponiamo nemmeno di una cassa protetta e, dal punto di vista igienico questo crea dei problemi (odori e deterioramento per via dei funghi) proprio perché il locale non è munito di un sistema di controllo e mantenimento dei valori di temperatura e umidità. Per questo motivo abbiamo preso contatto con alcune realtà museali svizzere per vedere di trasferirla laddove ci sono strutture idonee e conoscenze per valorizzarla ed esporla al pubblico». Per ora si è in attesa di una risposta affermativa precisa.
I giorni sulle rive del Verbano della principessa portata alla luce dagli archeologi nella zona di Akmin – alla quale anche il Museo del Louvre, in un lontano passato, si era interessato – sembrano comunque contati. Le sue spoglie riposeranno altrove. Secondo le autorità municipali da noi interpellate, non si è capita l’importanza di questo reperto egittologico per la comunità brissaghese ed è mancata un po’ di sensibilità da parte dei legislatori.