La casa da gioco versa solo metà dell'affitto e conferma il congelamento dei contributi alle Fondazioni Cultura e Turismo
Sembra non esserci fine al degrado, nei rapporti fra Kursaal Locarno Sa e Casinò Locarno Sa, proprietaria la prima dell’edificio Teatro-Casinò in Largo Zorzi, e locataria la seconda degli spazi per il gioco d’azzardo. Nel pieno delle trattative – attualmente all’“impasse” – per una rinegoziazione del contratto fra le parti, dopo il blocco dei contributi alle Fondazioni Cultura e Turismo (dal 2018 300mila franchi ognuna, quando originariamente ne erano stati pattuiti 400mila) è stata congelata anche parte dell’affitto da un milione di franchi all’anno. Secondo nostre informazioni, la Casinò ne avrebbe versato a oggi soltanto la metà (500mila franchi) in due “tranches” trimestrali. Il resto, congelato. Stando a Vittorio Mariotti, presidente della Casinò, «è stato pagato quello che ritenevamo giusto pagare». Ma l’avvocato non conferma che la parte mancante equivalga alla metà del canone a contratto.
È una nuova situazione, questa, che si inserisce in un gioco di equilibri che soltanto una buona dose di diplomazia consente di non far saltare del tutto. La stessa diplomazia che spinge il presidente della Kursaal (e dell’Otlmv, maggiore azionista), Aldo Merlini, a gettare acqua sul fuoco parlando di «una situazione di stallo che però potrebbe presto sbloccarsi». Non per forza con le buone, peraltro, visto che – secondo un’altra fonte – nel Cda della Kursaal un’opzione già attentamente valutata è quella draconiana, anche se tecnicamente ineccepibile, del precetto esecutivo. Da tempo siamo allo stadio degli avvertimenti, ma la famosa corda potrebbe spezzarsi da un momento all’altro.
Alla base dei tiratissimi rapporti fra le due società vi sono da una parte l’assoluta esigenza, da parte della Casinò Locarno, di rinegoziare gli oneri, e dall’altra l’asserita apertura della Kursaal alla discussione, evitando però di accettare nuove condizioni che si allontanino eccessivamente da quelle iniziali. Trattative sono dunque in corso da circa un anno – in teoria – ma l’unico risultato tangibile è stato la clamorosa mossa sull’affitto. Il che non può certo contribuire – né è probabilmente finalizzato – a rasserenare gli animi per cercare davvero una soluzione di compromesso. Come già scritto, e sostenuto pubblicamente dalla Kursaal, la Casinò lamenta un calo degli affari e punta sia a dimezzare l’affitto (come in effetti ha fatto, ma senza che la controparte potesse dire “bah”), sia a “modulare” i contributi alle Fondazioni in base dell’andamento degli affari, misurato sulla scala della cifra d’affari lorda. Quanto alla Kursaal, concilia circa la necessità di rivedere gli impegni della casa da gioco nei suoi confronti, ma per quanto riguarda i contributi alle Fondazioni crede vadano calcolati sulla base degli utili conseguiti.
A questo proposito la stessa Kursaal aveva fatto due calcoli per dimostrare che la Casinò proprio così male non sta. In particolare, grazi ad utili per 55,8 milioni di franchi conseguiti fra il 2003 e il 2017, e un utile netto medio annuo di 3,9 milioni. Del “tesoretto” di 55,8 milioni di utili, aveva specificato la Kursaal, ben 48 milioni di franchi erano stati ridistribuiti agli azionisti. Stesso discorso per la redditività media annua del capitale: un 37% considerato “altissimo”. Poi erano state date altre cifre significative come le percentuali medie d’affitto su entrate e uscite, rispettivamente di 5,8 e 7,5 punti, ovverosia nettamente inferiori rispetto al 10% considerato sostenibile per un esercizio pubblico.
Il Casinò di Locarno è un po’ il fratellino minore dell’Admiral di Mendrisio: ha un capitale di 5 milioni contro i 17 della casa da gioco sottocenerina e presenta cifre decisamente inferiori. In più, contrariamente a quanto sostiene Locarno per quanto lo riguarda, Mendrisio sta finanziariamente bene, tanto da aver pubblicamente giubilato e raggiunto con il Comune un accordo che prevede il versamento di contributi di pubblica utilità extra pari a 700mila franchi, equamente suddivisi fra Mendrisio e Nckm Mendrisio, società anonima che promuove “progetti e attività di pubblica utilità, d’interesse culturale, turistico, sportivo e pubblico in generale, che permettano di accrescere le infrastrutture o creare altrimenti occasioni di crescita in tali ambiti, promosse da Comuni, enti pubblici, associazioni, fondazioni o altre corporazioni private”. In sostanza, con qualche distinguo, quello che a Locarno vorrebbero continuare a fare le Fondazioni Cultura e Turismo se la Casinò ripristinasse i contributi a loro favore. In comune, Locarno e Mendrisio hanno la società di riferimento: la Ace Casinò Holding Ag, holding con sede a Zurigo, che in entrambi i casi controlla interamente le concessionarie d’esercizio locali, ovvero la Casinò Locarno Sa e la Casinò Admiral Sa.
Come oggi a Locarno, in passato anche a Mendrisio i rapporti fra istituzioni e privati si erano complicati. Fra il 2002 e il 2013 la casa da gioco mendrisiense aveva versato, per la comunità locale, la bella cifra di 20 milioni di franchi, ma nel 2014 l’accordo era stato sospeso per sopravvenute difficoltà economiche e in questo limbo era rimasto fino al 2018, anno in cui lunghe trattative fra le parti avevano consentito di sbloccare la situazione sanando in parte le ferite precedenti.
Infatti, la Casinò Admiral aveva accettato di versare 4 milioni di franchi per il periodo 2014-2017, ma in cambio aveva ottenuto la possibilità di versare, negli anni successivi, versamenti “pro pubblico” modulati e vincolati al prodotto lordo dei giochi. Che è appunto quanto la Casinò Locarno Sa chiede oggi alla Kursaal per continuare a contribuire alle attività di pubblica utilità in campo turistico e culturale.