Da questa mattina alle Criminali di Locarno (riunite a Lugano) un infermiere psichiatrico alle dipendenze della clinica Santa Croce di Orselina fino al 2015
È accusato di aver commesso atti sessuali nel reparto protetto di una clinica psichiatrica, ai danni di due pazienti. Ma lui nega recisamente tutto, fin dall’inizio. I fatti sarebbero avvenuti 4 anni fa, in 4 distinte occasioni, e da allora circostanze, sospetti, versioni divergenti e speranze di ottenere giustizia – su entrambi i fronti – si sono confusi in un vortice di attesa. Attesa che oggi, con l’inizio del processo di fronte alle Assise criminali di Locarno (riunite a Lugano), giunge a compimento.
Vista la delicatezza dei temi, la portata dei reati contestati e la necessità di preservare la privacy delle vittime, il dibattimento si svolge a porte chiuse, con l’unica eccezione costituita, come sempre in casi simili, dagli organi di informazione. Alla sbarra v’è un infermiere psichiatrico che fino al 2015 era alle dipendenze della clinica Santa Croce di Orselina; per altro, l’unica clinica psichiatrica del Locarnese e dotata, come necessità chiede, di un reparto protetto riservato ai casi più problematici, di scompenso, per pazienti in fase acuta. Proprio in quel contesto l’infermiere, di nazionalità italiana, avrebbe, secondo l’accusa, commesso in almeno 4 occasioni atti sessuali con due pazienti. Pamela Pedretti, la procuratrice pubblica che ha condotto l’inchiesta penale, parla nel suo atto d’accusa di atti sessuali con persone incapaci di discernimento e inette a resistere, subordinatamente di atti sessuali con persone ricoverate, detenute o imputate.
Ma se le due ex pazienti hanno da sempre sostenuto la colpevolezza dell’imputato, questi – preventivamente incarcerato per due mesi – si è invece ripetutamente dichiarato innocente su tutta la linea. Dice infatti di non aver commesso alcun illecito, di non aver molestato sessualmente nessun ospite. Una versione, questa, che in mancanza di prove schiaccianti determina l’indiziarietà del processo. Alla totale estraneità dai fatti crede il legale dell’accusato, avvocato Marco Cocchi di Gravesano, che in aula, oggi, cercherà di snocciolare tutti gli argomenti utili per screditare la tesi accusatoria, a partire, è presumibile, dalla credibilità delle presunte vittime.
Presidente di questa Corte di Assise criminali è la giudice Manuela Frequin Taminelli, che sarà coadiuvata dai giudici a latere Renata Loss Campana e Luca Zorzi. In linea di principio il dibattimento dovrebbe durare un solo giorno.
Il primo giorno di dibattimento
Il dottore ha negato ogni addebito, e questo pomeriggio prenderanno la parola accusa e difesa. La sentenza verrà pronunciata lunedì mattina a partire dalle 8:30.