Lo Sci club sta valutando se e come abbandonare definitivamente lo sci, attrattiva storica ma ormai anacronistica
A Cardada molto, se non tutto, sembra indicare la necessità di una riconversione che cambi i connotati alla stagione invernale rendendola meno legata allo sci e più permeabile ad altre soluzioni economicamente paganti. Il comitato dello Sci club, su mandato dell’assemblea, sta valutando pro e contro di questo cambiamento d’orizzonte. Dante Pollini, il presidente (dimissionario con effetto il prossimo dicembre), ricorda che «stiamo sondando il terreno per vedere se ed eventualmente come implementare una strategia d’uscita. L’obiettivo è verificare diverse opzioni. Una riguarda la liquidazione della Sagl – di proprietà dello Sci club – che gestisce gli impianti; un’altra è dare continuità allo sci così come storicamente lo conosciamo, ma basandosi su una strategia solida e ragionata». Pollini aggiunge che «se “riconversione” dev’essere, sarà condotta senza lasciare “feriti per strada”: quindi niente fallimento, ma liquidazione della società. Bisogna essere realisti: il clima non gioca a favore e lo sci ha perso molto d’interesse, a partire dalle scuole. Le condizioni quadro sono mutate radicalmente rispetto ad una decina di anni fa e il comitato stesso è un po’ provato perché ci mette tante ore di volontariato a fronte di costi fissi stagionali per 40-50mila franchi, che in un modo o nell’altro vanno coperti». Comprimaria di un eventuale cambiamento sarà la Cardada impianti turistici: «Una decisione spetta sempre all’assemblea dello Sci club e allo Sci club competeranno gli eventuali passi per lo smantellamento degli impianti – precisa il direttore della Cit, Luca Jardini –. Noi siamo solidali: daremmo una mano a livello logistico e anche finanziario, viste le limitate capacità economiche del sodalizio sportivo». Circa le possibili opzioni per «voltare pagina in modo costruttivo», Jardini mette l’accento sulla necessità di «reinventarsi, ravvivandoci e creando nuove opportunità per la capanna Cimetta (di proprietà dello Sci club, ndr), simbolo del nostro finale di destinazione. Gli inverni attuali, senza neve, equivalgono praticamente a delle belle stagioni. Reinventarsi significa orientarsi sulla valorizzazione del trekking, sul potenziamento dell’offerta per la mountain-bike, sulla promozione di pacchetti; inoltre, ipotizzo una possibile rigenerazione dello skilift piccolo in “snowtubing” (le ciambelle mono o bi-posto utilizzabili con o senza neve, d’estate e d’inverno, ndr)». Jardini rileva che «il potenziale di rinnovamento esiste perché la destinazione è molto interessante e le cifre lo dimostrano. Quindi un eventuale cambiamento non andrebbe subìto, ma sfruttato per reinventarsi».