Anche Michele Gilardi, ex sindaco del Comune, fra chi si oppone con forza al mega progetto Ffs da 150 milioni
Voci che esprimono dissenso, rabbia, persino sconcerto. Ma alcune fanno più rumore di altre perché hanno tonalità modulate dalla storia locale, dalla profonda appartenenza a un territorio. Fra quelle di protesta che si levano oggi, a Muralto, di fronte al maxiprogetto di riqualifica del comparto della stazione Ffs, due hanno particolare peso specifico: appartengono a Michele Gilardi, avvocato, sindaco del Comune per 16 anni, fino al 2000, quando gli subentrò il fratello Stefano (che è oggi, da sindaco, il principale ed entusiasta sostenitore del progetto di rilancio della stazione); e a Fernando Brunner, fino al 2013 presidente degli Albergatori ticinesi, già vicepresidente di Ticino Turismo, tuttora operativo nel settore alberghiero sul lungolago di Muralto, una zona che pure, con le dinamiche derivanti dal previsto nodo intermodale, cambierà radicalmente volto. Voci forti e che rimbombano, le loro, ma non per solitudine: sono infatti i profilati solisti di un coro del dissenso formato da una parte significativa del tessuto economico locale. Parliamo di una quindicina fra albergatori, ristoratori, commercianti del lungolago e negozianti di viale Cattori, oltre a proprietari di immobiliari e gruppi di condomini.
Nelle osservazioni da lui firmate all’indirizzo di Municipio e Sezione della mobilità del Dipartimento dell’ambiente, Gilardi si dice “decisamente allibito e contrariato dalle proposte tecnico-pianificatorie contenute nei progetti visionati” e parla di uno “sconvolgimento radicale non solo dell’attuale flusso del traffico”, ma anche “della vita di tutta una comunità e, direi, anche di un’intera regione”. Questo “considerando il fatto che il comparto è non solo funzionale, ma anche perfettamente interdipendente all’interno delle dinamiche che caratterizzano l’agglomerato locarnese”.
Il ragionamento dell’ex sindaco parte dal presupposto che variante di Pr per il comparto della stazione e futuro nodo intermodale siano tematiche che “implicano un interscambio di problemi e hanno strettissimi legami. Non si può infatti concepire la sistemazione e la realizzazione del terminale bus (la nuova pensilina prevista, ndr) senza approvarne le relative norme, le potenzialità edificatorie derivanti dall’approvazione di un Pr e viceversa. Il sedime delle Ffs è una superficie unica, alla quale si aggiungono scorpori di terreno comunali per implementare sfruttamenti edili fuori da ogni ragionamento”. Gilardi lamenta di base uno scarso coinvolgimento dei cittadini riguardo alle previsioni di finanziamento pubblico di opere che “non fanno assolutamente parte delle priorità sentite dalla popolazione”. Ciò che egli esprime, garantisce, “rispecchia ampiamente gli umori di una larghissima fetta della cittadinanza. Basta avere l’umiltà e l’accortezza di saper ascoltare le persone”.
Il principale elemento da considerare è la necessità, sul sedime Ffs, di “valorizzare il concetto di piazza, invece di favorire una certa cementificazione”. E qui il discorso riguarda il contesto sociale di riferimento, già in conclamata sofferenza (molti negozi chiudono, altri annaspano) e dove i tassi di sfitto dovrebbero essere tali da non giustificare nuovi insediamenti abitativi. Il tutto basandosi su “volumetrie bottiane”, per dirla con Gilardi, che “gridano vendetta nei confronti di tutti gli altri proprietari di immobili dei sedimi adiacenti alla piazza Stazione e di tutto il comune”.
Anche per Fernando Brunner quella che Muralto si appresta ad accogliere sulla base del progetto di Botta è “una cementificazione smisurata che intrappola tutte le costruzioni oggi esistenti a monte di via della Collegiata”. Ciò determinerà non solo problemi di fluidità del traffico davanti alla stazione, ma anche “il probabile declino dell’attività commerciale nei dintorni della stazione stessa a causa della chiusura al traffico di piazza Stazione”. Quanto alle “migliaia di metri cubi da edificare”, Gilardi constata che “l’incarto non dice nulla sulle possibili occupazioni”. E “non bisogna essere scienziati nel Locarnese per rendersi conto che le principali opere pubbliche sono ormai già state costruite, realizzate o pianificate”. Sia Gilardi, sia Brunner esprimono poi grandi riserve riguardo al sottopassaggio pedonale di collegamento fra il futuro autosilo e il lungolago. L’ex sindaco sostiene che da nessuna parte “è stato possibile trovare riscontri oggettivi e concreti” riguardo a “documenti, argomentazioni, tracce pianificatorie, preventivi economici o piani finanziari” che lo sostengano come progetto che abbia un senso. “Sembra quindi convalidarsi la tesi secondo cui l’idea di realizzare quest’opera sia solo un’ambizione che frulla nella testa di pochi: verosimilmente un qualche funzionario cantonale e un qualche municipale di Muralto”, sostiene Gilardi. Nessuno, aggiunge, “è in grado di dare una legittima e adeguata risposta su quale interesse possano mai avere i Comuni di tutto il Locarnese a cofinanziare un’infrastruttura per la quale nell’incarto non si trova traccia di studi particolari”. Si parla di 9-10 milioni per un’opera “che servirà pochissime persone – annota Brunner nelle sue osservazioni –, sapendo che la logica vuole che la maggior parte dei viaggiatori si diriga verso Locarno e andrà quindi direttamente su viale Francesco Balli e via Ramogna”. Grandi preoccupazioni suscita poi nell’albergatore la prospettiva che tale sottopasso “probabilmente sarà destinato a generare più problemi che benefici”, intendendo con questo che possa diventare, sostanzialmente, luogo di degrado difficilmente controllabile. Quanto alla futura pensilina per i bus e alla nuova logica del trasporto pubblico indotta dal nodo intermodale di cui la struttura sarà il simbolo, l’ex presidente cantonale degli Albergatori teme uno scombussolamento della logica del traffico cittadino e condanna a priori la scelta di far transitare i bus in salita su viale Giuseppe Cattori (oggi a senso unico discendente). Fra gli altri problemi, “ciò genererà rumore e forte inquinamento da gas di scarico in una zona con esercizi pubblici con terrazza”. Per Gilardi, invece, la pensilina sarà in primo luogo “una tettoia per i bus megalomane, sotto la quale, o nella quale, si intravedono opere di diritto privato, commerciali”. “Chi le dovrebbe creare – si chiede l’avvocato –, con quali mezzi, con quali scopi e a chi potrebbero servire? Tali strutture verrebbero fatte sul sedime Ffs, entrando inevitabilmente in conflitto con il commercio e la concorrenzialità creata in decenni e decenni di sudore e di lavoro da parte dei cittadini”; una “megalomania pubblico-dirigenziale che equivale a un vero e proprio ceffone irrispettosamente dato a tutta la popolazione e, in particolare, ai vari proprietari di immobili situati nell’area della stazione”.
Grossi cambiamenti sono inoltre in vista riguardo ai parcheggi, con l’eliminazione di quelli a breve durata “lungo tutti gli stabili commerciali dirimpetto alla stazione” e di altri, “importantissimi”, lungo viale Cattori. Questa soluzione, per Michele Gilardi, “equivale a una sentenza dagli effetti irreparabili per tutti i piccoli e medi commerci presenti nell’area della stazione Ffs. Vuol dire in pratica infierire un colpo commercialmente mortale a questi operatori economici”. L’ex sindaco è durissimo: “Constatare che degli amministratori comunali non abbiano avuto l’accortezza di bloccare, correggere e intervenire sui tecnici per impedire una proposta del genere è estremamente grave”.