Locarnese

Accidenti alla peronospora

Attacca le foglie, i grappoli o entrambi. E l’umidità del Canton Ticino è un terribile alleato

28 luglio 2018
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Un mese fa, la presa di coscienza di un problema, insieme all’evidenza che fosse troppo presto per trarre conclusioni sull’annata vinicola ticinese. Le parole erano quelle di Giuliano Maddalena, presidente della Federazione dei viticoltori della Svizzera italiana (Federviti), rilasciate alla ‘Regione’ dello scorso 9 luglio. «La gestione dei vigneti, in questa stagione, si sta rivelando difficoltosa», diceva, lasciando presagire se non la tempesta, almeno un forte temporale. Un mese fa la minaccia era il ‘tarlo asiatico’, coleottero mangia-piante che, per il momento, non ha ancora attraversato la dogana. Danni ben peggiori dell’insetto li ha fatti tra la primavera e l’estate un fungo chiamato “peronospora”, patologia delle piante in generale detta “trofica”, ovvero causata da parassiti. La peronospora, più specificamente, “della vite” intacca le foglie rendendole giallastre fino a necrotizzarle, e a farle cadere. Peggio ancora quando si spinge sino agli acini, in fase di crescita o a crescita avvenuta, compromettendo piante intere, o interi vigneti.

«Può colpire solo le foglie, o solo i grappoli, oppure entrambi allo stesso tempo» spiega Giorgia Mattei, tra i responsabili del Servizio fitosanitario del Cantone. Arriva da lei una conferma ufficiale che, a un mese di distanza dalla prima presa di coscienza, il problema non è regredito e si può definire di dimensioni particolarmente grandi.
Tutto il male che è stato fatto ai vigneti dall’infezione è colpa indiretta delle condizioni atmosferiche. «Il clima influisce particolarmente sulle malattie fungine, in periodi molto piovosi e in presenza di temperature molto elevate», spiega Mattei. «I trattamenti fitosanitari sono programmati periodicamente al fine di mantenere la copertura anti-fungina della foglia. Eppure quest’anno, ostacolati dalle innumerevoli piogge, non si è potuto intervenire nel momento opportuno». Stante il compito di ‘cura’ che spetta ai soli viticoltori, «nei casi d’urgenza è pesata la non totale disponibilità di chi purtroppo ha un’altra attività oltre a quella viticola, aprendo così alla malattia», chiude Mattei, unendosi all’invito proveniente da Germano Carrara, presidente di Federviti Locarnese e valli (vedi correlato in altro a destra) rivolto a quei pochi viticoltori non sufficientemente attenti ad una presa di responsabilità.

‘Si va da parcelle quasi indenni ad altre molto contaminate. E la varietà Merlot è tra quelle più sensibili’.

Matteo Bernasconi, consulente viticolo del Cantone, ben conosce l’azione della peronospora. «Pesano le frequenti precipitazioni registrate da maggio fino a metà giugno e le lunghe umettazioni della vegetazione», spiega. «È una malattia crittogamica, creata da un fungo che dev’essere combattuto tramite applicazioni di prodotti fitosanitari a livello preventivo», cioè prima che il fungo si ‘impossessi’ del vegetale.
Benché a livello tecnico la strategia di lotta sia un processo assai difficile da spiegare, possiamo capire qualcosa dal meccanismo dei sistemi d’allerta, ovvero dalla «rete di centraline meteorologiche (www.agrometeo.ch, ndr) posizionate nei vigneti di tutto il cantone», tramite le quali «attraverso un modello biologico è possibile valutare quando cominciano le infezioni, così da allertare i viticoltori e comunicare loro quando iniziare i trattamenti fitosanitari». Interventi, questi ultimi, di competenza del viticoltore stesso.
La peronospora larvata è la bestia nera del Merlot. Attacca sui grappoli. «I nostri vigneti hanno varietà sensibili al fungo, chi più chi meno, per via del clima abbastanza umido» conclude Bernasconi. «Ho sentito tanti viticoltori. Si va da parcelle quasi indenni ad altre molto contaminate. E la varietà Merlot è tra quelle più sensibili».