Luce verde dal Consiglio comunale ai 4,5 milioni di franchi in più. Ma c'è chi ventila il referendum...
Il futuro porto comunale del Gambarogno, che sorgerà in zona Sass di Sciatt (San Nazzaro) ha superato un ulteriore scoglio: lunedì sera il Consiglio comunale ha accordato il credito suppletorio di 4,5 milioni di franchi richiesto dal Municipio. La cifra globale per realizzare la struttura, con 280 posti barca, arriverà così a circa 19 milioni. Dai membri della commissione della Gestione è giunta una conferma a ciò che l’Esecutivo ha sempre affermato: il Porto si autofinanzierà e produrrà degli utili. Sergio Baggio (Plr), della Commissione opere pubbliche, è arrivato addirittura a definirla «una miniera d’oro». Michele Sargenti (Ppd), presidente della Gestione: «Abbiamo esaminato i conti di 4 porti sul Verbano. Tutti generano utili importanti». E ancora: «Se bocciamo i soldi richiesti in più, bisognerà tagliare il progetto, riducendo servizi e strutture». Infine: «Chiediamo al Municipio di coinvolgere i commissari di Gestione e Opere pubbliche durante l’esecuzione dell’opera, informando puntualmente sull’avanzamento dei lavori e sui relativi costi». Una proposta accolta dal Municipio per voce del sindaco Tiziano Ponti. Critiche, anche aspre, sono giunte da Sabrina Fiala (Lega): «Secondo me l’ingegnere ha sbagliato i calcoli e non possiamo escludere ulteriori sorpassi. Il nostro Comune ha un debito pubblico alto e ci dobbiamo chiedere se è sostenibile spendere quasi 20 milioni per un unico progetto».
Tira aria di referendum
Cleto Ferrari (Per Gambarogno), pur sottolineando la necessità di costruire il nuovo porto, ha insinuato dubbi sulla collocazione dello stesso. Di più: «C’è stato un walzer di cose che non hanno funzionato e nessuno sa dove andremo a finire. A mio avviso è giusto che sul tema si esprima la popolazione». Una frase che potrebbe lasciar supporre che sarà lanciato un referendum. Per ottenere chiarezza, sulle tribolazioni del progetto, al termine della seduta Ferrari ha presentato una mozione, chiedendo che sia istituita una commissione speciale che analizzi «cosa è andato storto».
Il sindaco ha risposto alle critiche ricordando che un progetto che porta soldi non è solo sostenibile, ma persino vantaggioso. Ha pure ricordato che i ritardi causati dai ricorsi non sono imputabili al Municipio e che l’ingegnere progettista ha sempre lavorato correttamente e nella massima trasparenza: «La proposta di un falso fondale è interessante, perché permette di ridurre drasticamente i costi futuri di manutenzione. Un aggancio tradizionale al fondale, che è profondo, avrebbe comportato l’impiego di palombari ogni 4-5 anni per controlli ed eventuali riparazioni. Affermare che c’erano delle ubicazioni migliori è pura disinformazione: dalla Vignascia a Dirinella la profondità varia da 80 a 130 metri. Non ci sono zone con fondale basso». Il voto: 20 favorevoli, 2 contrari e 4 astenuti.
Pacchetto di azioni della Ses
Nel corso della medesima seduta i consiglieri hanno dato il via libera al credito di 560mila franchi per acquistare un pacchetto di 5’450 azioni della Società elettrica sopracenerina (Ses). La proposta, tuttavia, non ha raccolto adesione unanime: c’è chi ha contestato la spesa persino all’interno della commissione della Gestione. I motivi? Gambarogno ha già acquistato azioni Ses a suo tempo e ora le priorità sono altre, prima fra tutte il risanamento del debito pubblico.
Il sindaco ha però ricordato che l’obiettivo del passaggio in mani pubbliche della Ses, deciso a suo tempo, era quello di massimizzare il servizio – non gli utili – a beneficio dell’utenza, con ingenti investimenti annui sul territorio. Un processo che sta già dando i suoi frutti. Inoltre il valore delle azioni è in continuo aumento.
Al termine della discussione la richiesta è stata accolta con 17 voti favorevoli, otto contrari e un astenuto.