Losone

Richiedenti l'asilo, bilancio (e forse rilancio) per il Centro all'ex caserma di Losone

(Samuel Golay)
16 novembre 2017
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Da Municipio fermamente contrario all’ipotesi di un Centro per richiedenti l’asilo permanente, a Municipio addirittura riconoscente per l’opportunità di aver ospitato, all’ex caserma, un centro provvisorio. Tanto riconoscente da essere disposto oggi ad entrare nel merito di un prolungamento dell’esperienza (dal 2019 al 2022) in attesa della soluzione definitiva prevista a Novazzano. Il sindaco di Losone Corrado Bianda avrebbe anche potuto esimersi dal ricordare l’adesione del suo esecutivo alla petizione destrorsa lanciata nel 2012. Ma l’ha fatto, di fronte alla stampa, per dimostrare che se le promesse vengono mantenute e si riesce ad osservare un’esperienza senza il paraocchi (o le lenti deformanti) dei preconcetti, allora anche un presunto fardello può trasformarsi in valore aggiunto.

Ed è appunto quanto successo nei 3 anni di attività del Centro federale San Giorgio. In sede di bilancio finale Bianda ha voluto tirare le somme «con trasparenza, dopo tutte le speculazioni e i veleni che hanno colpito il nostro esecutivo e alcuni suoi singoli membri». Ebbene, «l’esperienza è stata positiva, perché nell’ex caserma, dal 17 ottobre 2014 al 17 ottobre 2017, sono passati tanti richiedenti l’asilo quasi quanti sono gli abitanti di Losone, e ciò è capitato quasi senza che ce ne accorgessimo». Infatti, al netto di «quella paura del diverso così diffusa, e che a Losone è stata spesso alimentata ad arte», a conti fatti «possiamo dire che non è assolutamente vero che con un centro simile c’è stato un aumento dei reati penali. Laddove dalla popolazione è emersa un’insicurezza, essa non è causata da questioni inerenti ai richiedenti l’asilo». Questo, ha aggiunto Bianda, anche grazie al concetto di sicurezza elaborato dalla Polcantonale in collaborazione con le Polcomunali di Ascona, Losone e Locarno.

Concetto a margine del quale gli interventi effettuati si contano sulle dita di poche mani: 9 nel 2014, 20 nel 2015, 14 nel 2016 e 12 nel 2017. Un incarto penale è stato aperto in 8 casi, uno solo dei quali davvero grave: il tentato stupro di una connazionale commesso da un giovane eritreo. «Addirittura – ha chiosato il sindaco – dal ’14 al ’17 i reati penali complessivi commessi a Losone sono diminuiti rispetto a prima. Non possiamo dire che ciò sia avvenuto “grazie” all’apertura del centro, ma men che meno possiamo dire che esso abbia incrementato i reati, come purtroppo si è sentito dire in modo strumentale». Sul tema della sicurezza si è poi espresso il capodicastero Fausto Fornera, che dati alla mano (quelli elaborati dal TC Team Consult con un sondaggio fra la popolazione) ha dimostrato che se preoccupazioni esistono, a Losone sono soprattutto legate alla circolazione stradale.

Per quanto riguarda il futuro dell’ex caserma, «siamo entrati in una fase completamente diversa, che sarà dettata dalle scelte di Municipio, Consiglio comunale e prima ancora popolazione, che sull’eventualità di un prolungamento si esprimerà in votazione consultiva». Trattative sono in corso con la Confederazione, ha detto, «tenendo presente che il Comune vuole valorizzare il comparto. Parlo del velodromo e del palaghiaccio, ma anche di quella porta d’entrata al Parco nazionale che Losone rappresenterebbe in modo straordinario grazie al Museo di storia naturale». In questo senso al Consiglio di Stato è stata chiesta una risposta «in tempi brevi: entro fine anno, o comunque prima della votazione popolare sul Parco nazionale del Locarnese».