Grigioni

Filiali postali, confermata l'intenzione di chiudere a Mesocco

L'azienda ha incontrato il Municipio comunicando ufficialmente la volontà di sostituire l'attuale ufficio con un'agenzia in partenariato

(Ti-Press)
31 ottobre 2024
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In piena estate venuto a conoscenza delle intenzioni della Posta attraverso i media, ottenute via e-mail informazioni sommarie, questa mattina, a distanza di diverse settimane dalle prime anticipazioni sul processo di trasformazione che intende affrontare l'ex regia federale, il Municipio di Mesocco ha finalmente avuto l'occasione di incontrare i rappresentanti dell'azienda. I quali, come era lecito aspettarsi, hanno confermato l'intenzione di chiudere la filiale da sempre presente nella località mesolcinese popolata da circa 1'400 abitanti. Filiale che verrebbe trasformata in un'agenzia postale – di fatto una versione ridotta del classico ufficio postale – integrata in altre attività economiche, ad esempio all'interno di un negozio. Questo è quanto il Gigante Giallo prevede per Mesocco, con la possibilità alternativa, in caso di mancato accordo per il partenariato, di introdurre il servizio a domicilio.

Quanto sentito non rende felice il locale Municipio, ancora determinato a fare tutto il possibile per mantenere l'attuale ufficio postale. «Durante l'incontro abbiamo anche proposto di impegnarci per mettere a disposizione nuovi spazi più grandi e consoni dove mantenere la filiale, ma la posizione della Posta è chiara – dice il sindaco di Mesocco Mattia Ciocco –. I suoi rappresentanti ci hanno comunicato di voler già iniziare la ricerca di un partner per la futura agenzia, ma secondo la questione non è ancora definitivamente chiusa. Con la Posta ci saranno altri incontri, e prima di cedere avremo ancora tempo per formulare le nostre osservazioni e motivazioni. Siamo peraltro in contatto anche il governo cantonale».

Le motivazioni esposte, che nell'ottica dell'esecutivo giustificano il mantenimento della situazione attuale, sono da un lato l'esigenza di garantire una buona accessibilità al servizio per le delle fasce più deboli della popolazione, come gli anziani, e dall'altra lo sviluppo turistico in atto (si pensi ad esempio all'attuale progetto a San Bernardino). L’unico altro ufficio postale presente in Mesolcina si trova a Roveredo – a Grono vi è ‘solo’ un’agenzia postale – che dista circa 25 minuti di viaggio in automobile da Mesocco e circa 45 minuti da San Bernardino. Inoltre, non da meno c'è il sentore che un'agenzia postale integrata in un'altra attività commerciale sarebbe sinonimo di spazi ridotti, operazioni postali limitate, poca privacy e incognite sul destino dell'attuale personale della Posta di Mesocco. La posizione dell'azienda appare tuttavia inamovibile nonostante le argomentazioni portate sul tavolo dalle autorità locali. Durante l'incontro è stato sottolineato come anche a Mesocco si registri infatti una costante delle operazioni postali.

In occasione della conferenza stampa della Posta tenutasi martedì 29 ottobre a Berna, il direttore generale Roberto Cirillo, chiamato a motivare l'intenzione da qui al 2028 di trasformare 170 filiali in Svizzera in agenzie in partenariato (di cui 20 in Ticino), ha sottolineato da un lato il volume di lettere in calo, sceso del 36% tra il 2010 e 2023, dall'altro la diminuzione delle operazioni dei clienti nelle agenzie postali diminuite del 49% a partire dal 2016, con un calo annuo dell'8%. Una tendenza che secondo la direzione generale non si fermerà nei prossimi anni.

Pur se negli ultimi anni ci sono stati casi di Comuni riusciti a vincere le loro battaglie, mantenendo aperti i loro uffici postali, la più grande speranza per il Municipio di Mesocco appare la politica federale. Nell’ultima sessione il Consiglio nazionale ha infatti approvato una mozione che chiede di interrompere la strategia della Posta. Bisognerà ora vedere cosa succederà agli Stati.

Filiale di Lodrino

‘Inaccettabile cambio di strategia’

Lo aveva già detto al nostro giornale il 30 agosto, ora a due mesi di distanza lo ribadisce e rincara la dose: il Municipio di Riviera si oppone alla strategia esposta martedì dai vertici della Posta su scala nazionale e perciò anche all’ipotesi di chiusura dell’ufficio postale di Lodrino, il solo rimasto dopo che negli anni passati quelli dei quartieri di Iragna, Osogna e Cresciano sono stati assorbiti (pena la chiusura tout court) dalla cancelleria comunale come filiali in partenariato. “Riviera – sottolinea l’esecutivo in un comunicato stampa – si trova in una fase di potenziale sviluppo grazie alla creazione di un polo tecnologico che attirerà nuove imprese e professionisti. Un ufficio postale efficiente, gestito da personale adeguatamente formato, è fondamentale per sostenere questo sviluppo e servire le realtà commerciali che si stanno insediando”. Perciò la chiusura di Lodrino – annunciata solo a voce durante un incontro tenutosi in agosto fra il Municipio e una delegazione del Gigante giallo – rappresenterebbe “un ostacolo significativo per le attività economiche locali, costringendole a rivolgersi a filiali più distanti in un contesto già difficile. Questo potrebbe aggravare ulteriormente la situazione economica della zona”. Inoltre l’ufficio di Lodrino “rappresenta un punto di riferimento fondamentale per la comunità locale, fornendo servizi essenziali a molti cittadini, in particolare agli anziani e a coloro che non dispongono di mezzi di trasporto adeguati. La sua chiusura non solo ridurrebbe l’accesso ai servizi postali, ma potrebbe anche compromettere il tessuto sociale ed economico della nostra comunità”. Per chiarire ulteriormente la posizione di Riviera, il sindaco Cristiano Triulzi ricorda che l’assunzione comunale degli sportelli di Osogna, Cresciano e Iragna «era condizionata all’impegno della Posta a mantenere l’ufficio di Lodrino. Invece ora la Posta, con una comunicazione insufficiente nella forma e nei contenuti, informalmente suggerisce a noi di cercare soluzioni alternative sul territorio e di sottoporle delle proposte. Un inaccettabile cambiamento di strategia! Praticamente un tentativo di coinvolgerci in qualcosa che non vogliamo assolutamente».

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