A seguito del nubifragio in Mesolcina sono stati danneggiati, fra l'altro, anche l'acquedotto regionale e l'impianto di depurazione delle acque
Il nubifragio che si è abbattuto venerdì scorso sulla Mesolcina ha generato danni per parecchi milioni di franchi. Oltre alle strade, sono anche state danneggiate opere pubbliche come l’acquedotto regionale che si trova sul territorio di Grono, oppure l’impianto di depurazione delle acque a Lostallo. Oltre a garantire, nel limite del possibile, la viabilità bisogna quindi anche pensare a tutti quei servizi ai quali fa capo la popolazione nella vita di tutti i giorni. Servizi che sono in gran parte garantiti, almeno parzialmente.
«Pian piano si sta cercando di tornare alla normalità», afferma a ‘laRegione’ Samuele Censi, sindaco di Grono, precisando tuttavia che ai Piani di Verdabbio vi è ancora una famiglia evacuata per motivi precauzionali. «Fortunatamente sono stati registrati solo danni materiali. Secondo una prima stima si tratterebbe di un paio di milioni solamente per quanto riguarda le opere pubbliche». Fra queste vi è l’acquedotto regionale che serve i comuni di Grono, Roveredo e San Vittore, così come il bacino della galleria San Fedele dal quale possono attingere i pompieri in caso di incendio. Più precisamente «l’impianto di captazione alla sorgente in zona Fontanin è ricoperto da sei metri di materiale e sassi che andranno rimossi», sottolinea il sindaco. Inoltre «anche la condotta è stata danneggiata e dovrà essere sostituita su una lunghezza di 50-60 metri». Per il risanamento serviranno tra i 500 e i 600mila franchi. Risanamento completo che necessiterà di mesi. Tuttavia, l’approvvigionamento idrico della popolazione è garantito: «Al momento l’acqua viene pompata a monte di Roveredo. Infatti, fortunatamente tutti comuni possono contare su alternative». A non più funzionare da sabato scorso è invece la microcentrale idroelettrica Fontanin-La Possa che però non pregiudica l’approvvigionamento elettrico. In generale a Grono sono già stati eseguiti interventi prioritari, mentre altri lavori di sistemazione dei danni sono in corso o sono già stati programmati. Il Comune ricorda inoltre alla popolazione che per motivi di sicurezza tutti i sentieri sono ancora chiusi. Si segnala inoltre a chi ha subito danni ai propri fondi, di annunciarli alla Cassa per i danni di natura dei Grigioni (maggiori informazioni su www.gvg.gr.ch). Non da ultimo il Municipio esprime la propria solidarietà alle famiglie coinvolte dai tragici eventi nel comune di Lostallo.
Lostallo sul cui territorio si trova anche l’impianto di depurazione delle acque che serve l’Alta Mesolcina. Impianto che è stato anch’esso travolto dalla furia della natura, venendo invaso da acqua e fango. «Venerdì sera dopo il nubifragio sono riuscito a entrare, malgrado i 50 centimetri di melma», afferma da noi raggiunto il responsabile Luca Decristophoris. «Inoltre i piani cantina erano completamente allagati». Nel frattempo sono già stati svolti lavori urgenti e di pulizia, «grazie anche a volontari che ci hanno dato una mano». Lavori che hanno permesso innanzitutto di ripristinare la corrente elettrica e di mettere parzialmente in funzione l’impianto che ha subito danni per «almeno due milioni di franchi», precisa Decristophoris. Impianto la cui efficacia è al momento stimata «a circa il 30%. Per tornare al 100% ci vorranno diversi mesi». In ogni caso il servizio è per ora garantito alla popolazione. E nel caso in cui dovessero accumularsi troppe acque luride «gli impianti di Giubiasco e Biasca hanno dato la disponibilità, in caso di necessità, ad accogliere fango senza limo».
A Sorte è pure presente la discarica reattore, dove, oltre agli inerti provenienti da Mesolcina e Calanca, vengono anche portate le scorie (da demetallizzare) e le ceneri lavate provenienti dal Termovalorizzatore di Giubiasco. Il trasporto viene effettuato praticamente giornalmente via camion. Tuttavia, negli ultimi giorni la discarica (che non è stata toccata dal nubifragio) è rimasta chiusa. Un problema? «Abbiamo un certo margine per lo stoccaggio di ceneri e scorie», indica alla redazione Guglielmo Bernasconi, direttore amministrativo dell’Azienda cantonale dei rifiuti. Se poi il materiale si accumula per oltre una settimana vi sono «a disposizione alternative oltre Gottardo». Alternative al momento non necessarie, visto che la discarica ha riaperto ieri.