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‘Servono soluzioni contro le code che paralizzano la Mesolcina’

Samuele Censi presenterà un atto parlamentare a Coira: ‘Con l’aumento del traffico sull'A13 crescono i tempi di percorrenza, penalizzando i pendolari’

Il granconsigliere Plr, nonché sindaco di Grono
4 ottobre 2023
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«Bisogna trovare delle soluzioni per contrastare le sempre più frequenti colonne sull’autostrada A13 che paralizzano la Mesolcina». Samuele Censi (granconsigliere Plr grigionese, nonché sindaco di Grono), durante la prossima sessione parlamentare in programma a Coira dal 16 al 18 ottobre, presenterà un atto parlamentare con il quale chiederà lumi al Consiglio di Stato retico in merito alla strategia futura per quanto riguarda la viabilità sull’asse alpino. «Con l’aumento generalizzato del traffico riscontrato in particolare dopo la pandemia, sono notevolmente cresciuti pure i tempi di percorrenza», afferma a ‘laRegione’. «E questo è un problema in particolare per una regione in cui il pendolarismo, sia verso nord, sia verso sud, è molto diffuso». È quindi necessario «trovare soluzioni nell’ambito della politica dei trasporti sull’arco alpino». Una potrebbe essere quella di disincentivare il traffico di transito stradale attraverso la Svizzera «aumentando il costo della vignetta autostradale». Transito che attualmente «è troppo conveniente rispetto ai Paesi confinanti: passare dal Monte Bianco o dal Brennero è molto più caro».

Conseguenze negative in termini di inquinamento ambientale e fonico

L’atto parlamentare di Censi prenderà spunto da un’interpellanza presentata nel 2013 da Mirco Rosa: già dieci anni fa l’allora granconsigliere Plr di Lostallo aveva fatto notare che in alcuni giorni le colonne sull’A13 in Mesolcina superavano i 20 chilometri. Aggiungeva inoltre che in caso di code al San Gottardo, queste ultime venivano segnalate alla radio che indicava come via alternativa quella del San Bernardino, peggiorando ulteriormente la situazione. Code, quelle al San Gottardo, che venivano anche segnalate agli automobilisti a Bellinzona, prima della deviazione verso la A13. Nessuna indicazione veniva invece data per quanto riguardava le colonne sulla tratta autostradale mesolcinese. «Oggi la situazione non è cambiata», ritiene Censi. «Anzi, è addirittura peggiorata, perché in 10 anni il traffico è ulteriormente aumentato: se fino a qualche anno fa le problematiche maggiori si verificavano nei ponti di primavera e in piena estate, dopo la pandemia le code si formano in maniera costante e imprevedibile durante tutto l’anno». Inoltre anche «la gestione dei cantieri da parte dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) non è ottimale: recentemente vi sono stati più volte rallentamenti in direzione sud tra il tunnel di San Fedele a Roveredo e l’entrata di Bellinzona nord (dove si stanno effettuando lavori importanti), così come tra Soazza e San Bernardino in direzione nord». Oltre all’aumento dei tempi di percorrenza, «le colonne generano anche più traffico sulle strade cantonali, con conseguenze negative in termini di inquinamento ambientale e fonico per i paesi che costeggiano il tratto autostradale». Ricordiamo che in questo senso è ancora in corso una raccolta firme (con una petizione) per chiedere la posa di ripari fonici sull’A13 tra Grono e Cama.

San Bernardino, ‘una strada di montagna non confacente ai veicoli pesanti’

Non da ultimo Censi fa notare che l’incremento del traffico preoccupa anche in termini di sicurezza, una tematica che sta particolarmente a cuore al sindaco di Grono: nel 2020 – assieme ai granconsiglieri Nicoletta Noi Togni e Manuel Atanes – aveva espresso la sua preoccupazione (in una lettera rivolta al governo grigionese e ai parlamentari retici a Berna) per quanto riguarda la galleria autostradale di Roveredo che, dalla sua inaugurazione nel 2016, era già stata teatro di quattro incidenti gravi, di cui uno mortale. Ora fa invece notare che «i camion risalgono le rampe del San Bernardino a una velocità inferiore ai 30 km/h, generando sorpassi spesso pericolosi». Si tratta insomma di «una strada di montagna non confacente ai veicoli pesanti». Essendo la gestione del traffico e della viabilità di competenza della Confederazione, Censi chiederà quindi al governo retico di almeno «farsi sentire presso gli organi federali competenti in materia».

Vignetta autostradale: ‘40 franchi sono troppo pochi’

Proprio a livello federale, nel 2013 i cittadini elvetici avevano nettamente respinto l’aumento della vignetta autostradale da 40 a 100 franchi e più recentemente ha fatto invece discutere l’idea di introdurre un pedaggio per transitare dalla galleria del San Gottardo (diversi atti parlamentari sono ancora pendenti a Berna). Per quanto riguarda la vignetta, Censi ritiene che «40 franchi all’anno sono troppo pochi, in particolare per chi esclusivamente transita dalla Svizzera per recarsi in vacanza». In altre parole attraversare la Confederazione in automobile è «troppo conveniente» rispetto a Paesi confinanti dove si pagano pedaggi e tasse autostradali molto più elevati. Per quanto concerne invece l’introduzione di un pedaggio (gli esecutivi di Ticino e Grigioni si sono già espressi in modo piuttosto negativo), il granconsigliere Plr precisa che «il tema va approfondito, valutando pro e contro». In ogni caso, se fosse effettivamente implementato, «bisognerà considerare non solo il San Gottardo, ma anche il San Bernardino, così da evitare una disparità di trattamento che genererebbe ulteriore traffico sulla tratta autostradale mesolcinese». Non è dato sapere se si percorrerà una di queste vie, ma per Censi «bisogna assolutamente trovare soluzioni nell’ambito della politica dei trasporti sull’arco alpino».

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