L’associazione ‘Un sorriso per Lova’ è attiva da una decina di anni nel Paese africano: con il Covid le condizioni di vita sono peggiorate drasticamente
In Svizzera la pandemia di coronavirus ha generato difficoltà, ma in altri Paesi gli effetti del Covid hanno avuto conseguenze drammatiche. Come in Madagascar, dove l’assenza di lavoro ha ulteriormente peggiorato la situazione, a tal punto che ora la priorità è semplicemente procurarsi qualcosa da mangiare. Ad aiutare in particolare bambini e ragazzi vi è l’associazione benefica ‘Un sorriso per Lova’ di Lostallo, attiva nel Paese africano già da una decina di anni, che raccoglie donazioni e promuove, in particolare, adozioni a distanza a favore della Missione di Santa Teresa a Ilanivato (un quartiere della capitale Antananarivo): si tratta di una scuola gestita dalle suore Carmelitane. E questo grazie al contatto diretto con Suor Maria degli Angeli, originaria di Sementina, che vive in Madagascar da oltre 30 anni. Se prima della pandemia la priorità era quella di offrire un’istruzione (che nel Paese è a pagamento) ai giovani ora è diventata quella di distribuire cibo e garantire cure alla popolazione.
Già prima della pandemia nella capitale del Madagascar vi erano famiglie che cercavano di sbarcare il lunario con lavoretti che facevano guadagnare dai 30 ai 50 franchi al mese. Un cifra che permetteva a malapena di acquistare cibo. Di conseguenza non vi erano mezzi per garantire la scolarizzazione dei figli. Per questo motivo Un sorriso per Lova aveva deciso di sostenere da un lato l’associazione umanitaria Zo (che si occupa di aiutare anche finanziariamente le famiglie che non possono permettersi la scolarizzazione dei figli) e dall’altro la Missione di Santa Teresa che gestisce circa 1’500 alunni (asilo, scuola elementare e media), una mensa per ragazzi, un ambulatorio medico e uno dentistico. Ma con il coronavirus la situazione "è peggiorata drasticamente", scrive Suor Maria degli Angeli in una lettera inviata ai sostenitori dell’associazione di Lostallo. "Moltissima gente ha perso il lavoro, cadendo così anch’essa in condizione di estrema povertà". Di conseguenza "molti genitori che prima potevano pagare la scolarizzazione dei propri figli non hanno più potuto contribuire con la tassa scolastica, mettendoci in grandi difficoltà nel continuare a portare avanti l’educazione dei nostri allievi". Ovviamente la priorità è diventata quella di cercare di nutrire le persone: "Abbiamo sentito la necessità di aiutare queste famiglie in estremo bisogno effettuando generose distribuzioni di cibo". Ma non solo: "Anche la richiesta di cure e medicamenti effettuati dal nostro dispensario è aumentata drasticamente, e sempre di meno erano le persone che potevano permettersi le cure".
Tuttavia, le suore Carmelitane hanno comunque cercato di promuovere ulteriormente la scolarizzazione: lo scorso settembre hanno "lanciato un progetto che riguarda i bambini e gli adulti della zona che non hanno mai ricevuto un’istruzione o che l’hanno dovuta interrompere in seguito a problemi finanziari". Concretamente hanno allestito una scuola che attualmente conta 345 allievi tra cui anche 15 adulti. Ma "purtroppo non avendo fondi per iniziare il progetto, agli studenti non può essere fornita un’istruzione ottimale". A dimostrazione delle difficoltà estreme "gli alunni non pagano niente o quasi di tassa scolastica, perché anche l’acquisto di una matita metterebbe in difficoltà i genitori. Inoltre due giorni alla settimana offriamo un pasto caldo ai bimbi della scuola, e ogni volta ne riscontriamo un estremo bisogno". L’associazione Un sorriso per Lova sostiene, con ogni centesimo delle donazioni che riceve, il lavoro che porta avanti Suor Maria degli Angeli. Inoltre con le adozioni a distanza (finora se ne contano circa 100) si permette a bambini o ragazzi di beneficiare di una scolarizzazione adeguata, così come di cibo e cure.
Un’altra testimonianza mostra quanto sia difficile la situazione in Madagascar: "È stato difficile accettare che la gente del posto mi osservasse costantemente, mentre non veniva degnato di uno sguardo il bambino arrampicato sulla montagna di spazzatura che frugava alla ricerca di qualcosa da mangiare", afferma Joyce Trotta, 18 anni, che, grazie all’associazione benefica di Lostallo, si è recata per tre mesi nel Paese africano, svolgendo volontariato nella scuola delle suore Carmelitane. "L’impatto iniziale quando sono arrivata ad Antananarivo è stato molto forte e il contrasto con la nostra realtà occidentale è stato spiazzante. Per la prima volta mi sono sentita io quella diversa, la straniera". Joyce ha intrapreso questa esperienza per vedere con i propri occhi e aiutare concretamente chi soffre la fame, la povertà e la miseria. Un’esperienza che "mi ha donato forti emozioni, mi ha arricchito in molti modi e mi ha messa alla prova, non solo nel dovermi adattare all’ambiente circostante, ma anche nell’accettare di vivere senza i privilegi che normalmente si ha in occidente. Nella nostra quotidianità tante cose vengono date per scontate, basta pensare che alcune famiglie malgasce sono costrette a vivere in 12 all’interno di una stanza di 4 m2". La 18enne spera quindi che la sua testimonianza "possa ispirare altre persone, sensibilizzandole alla tematica e spingendole a mettersi in discussione". Maggiori informazioni sull’associazione ‘Un sorriso per Lova’ si trovano su www.unsorrisoperlova.ch.