Inaugurati stamane i portali termici: il dispositivo intercetta, prima che entrino nel tunnel, i camion con temperature elevate così da evitare incendi
Sempre più sicurezza nella galleria autostradale del San Bernardino grazie alla messa in funzione di due portali termici. L’Ufficio federale delle strade (Ustra) ha presentato stamane ad autorità locali e cantonali, polizia, corpo pompieri e media il dispositivo in grado di prevenire il divampare di incendi nel traforo, fermando prima che entrino nel tunnel i mezzi pesanti che manifestano un surriscaldamento anomalo nelle parti meccaniche o nel carico. Il pericolo maggiore d’incidenti è infatti rappresentato dalle fiamme, molto spesso innescate dalle elevate temperature del motore, delle pastiglie dei freni o dall’impianto di scarico. «Da parecchio tempo ormai si parla della possibilità di utilizzare dei sistemi capaci di rilevare il surriscaldamento di camion o autobus – ha puntualizzato durante la conferenza stampa il vicedirettore di Ustra Guido Biaggio –. All’indomani della tragedia che nell’ottobre 2001 provocò la morte di undici persone sotto il Gottardo, il Consiglio federale, su postulato dell’allora consigliera nazionale Chiara Simoneschi-Cortesi, ha incaricato Ustra di attuare delle misure a livello di prescrizioni, infrastrutture e formazioni antincendio. Come, per l’appunto, il sistema dei portali termici». Simili dispositivi in precedenza erano già stati installati in alcuni importanti gallerie autostradali europee. «È quindi necessario assicurare i medesimi standard di sicurezza sui principali assi di transito della Svizzera – ha precisato il vicedirettore –. Perciò il nostro ufficio si è orientato sull’implementazione di questi sistemi nonché dei centri di controllo del traffico pesante, spesso al centro dell’attenzione della politica federale e cantonale. I termoportali permettono di conferire un ulteriore e notevole contributo alla sicurezza di tutti gli utenti dell’A13, sempre più utilizzata quale alternativa al Gottardo». Infatti quando la galleria fra Leventina e Uri rimane chiusa, quella del San Bernardino registra un massiccio aumento del traffico.
Si tratta quindi di un sistema di prevenzione importante per evitare il possibile sviluppo d’incendi in galleria, come successo ad esempio nel maggio 2018 quando un autobus prese fuoco provocando ingenti danni, un principio di intossicamento di alcune persone rimaste intrappolate e la paralisi dell’A13 per alcuni giorni. Detto della tragedia al Gottardo, non sono da dimenticare quelle verificatesi in precedenza nei trafori del Monte Bianco e del Fréjus. L’Ustra aveva allora fatto sviluppare nuove apparecchiature e software in grado di rilevare le temperature anche sui veicoli in movimento. Il primo prototipo venne installato nel 2010 al portale sud del Gottardo. In seguito ai buoni risultati ottenuti dal 2013 col termoportale piazzato all’entrata sud della galleria, l’Ustra ha deciso d’installarne uno anche sul versante nord. E ora su entrambi i portali del San Bernardino per un investimento di 4,1 milioni di franchi. Oltre al nuovo termoportale, la sicurezza della galleria sarà ulteriormente migliorata grazie a una serie di misure che saranno implementate nei prossimi anni (senza creare disturbo al traffico). Citiamo il rinnovo dei sistemi di aspirazione antincendio con ridondanza dei ventilatori, l’adeguamento dell’impianto di messa in pressione delle vie di fuga e dei cunicoli di salvataggio, l’ammodernamento dei sensori della ventilazione, la manutenzione straordinaria delle serrande a soffitto per l’aspirazione dei fumi in caso d’incendio nonché il nuovo sistema d’illuminazione. La gestione di questi impianti sarà affidata al Corpo pompieri di San Bernardino.
La strumentazione è collocata un km prima del portale sud e due km da quello nord e permette di misurare all’istante le differenti componenti del camion in transito, lanciando qualora necessario un allarme alla Centrale della polizia cantonale e ai pompieri. «Il traliccio metallico ospita vari apparati di rilevamento: laser, telecamere termiche e una telecamera convenzionale – ha spiegato il capo progetto Filippo Civetta –. I laser ricostruiscono le dimensioni geometriche del veicolo, stabilendone le caratteristiche principali come classe, lunghezza, altezza e larghezza. Le telecamere a infrarossi misurano la temperatura, mentre una terza telecamera riprende l’immagine laterale del mezzo in movimento tridimensionalmente». Sulla base dei rilievi eseguiti finora e dell’esperienza maturata negli anni al Gottardo è stato possibile generare una banca dati con le temperature normali delle diverse componenti dei veicoli. «Nel caso in cui il sistema rilevi almeno il superamento di uno di questi valori scatta subito l’allarme. Pompieri e Centrale della polizia cantonale vengono informati della presenza di un potenziale rischio d’incendio». Mediante il sistema di controllo della segnaletica viene quindi chiusa la galleria e intimato al Tir identificato come surriscaldato di uscire dall’autostrada. In caso di allarme «il semaforo al portale diventa automaticamente rosso e delle frecce direzionali indicano al veicolo il percorso da seguire per uscire dall’A13. Il veicolo dovrà poi fermarsi sui piazzali antistanti la galleria, in una postazione di controllo – ha continuato Civetta –. Una volta constatato, mediante videosorveglianza, che il veicolo potenzialmente pericoloso è fuori dall’autostrada, il personale della Centrale fa tornare verde il semaforo al portale della galleria in modo che gli altri mezzi possano proseguire. I pompieri (equipaggiati per spegnere eventuali incendi) raggiungeranno quindi in tre minuti a sud e otto a nord il veicolo (autotreno o autobus) identificato come a rischio: oltre a effettuare ulteriori misurazioni delle temperature, confermano o meno la pericolosità del mezzo e della componente che ha presentato un’anomalia». Nel caso in cui l’allarme venga confermato, il principio d’incendio viene domato e meccanici specializzati effettuano una diagnosi sulle cause del surriscaldamento