Grigioni

Caso Quadroni, poliziotto sotto processo per abuso di autorità

Un agente della Polizia cantonale grigionese è accusato di aver nascosto informazioni in relazione al “denunciante” del cartello edilizio Adam Quadroni

(Keystone)
16 dicembre 2021
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Un agente della Polizia cantonale grigionese è accusato di aver nascosto informazioni in relazione al “denunciante” del cartello edilizio Adam Quadroni. Oggi il Tribunale di Prettigovia/Davos decide sull’abuso d’ufficio e falsificazione di documenti.

L’imputato ha indagato sulle accuse rivolte da due agenti di polizia coinvolti nell’operazione riguardante il “denunciante” (“Whistleblower”) del cartello dell’edilizia in Engadina Bassa. Questi ha accusato Quadroni di violenza e minacce nei confronti di autorità e funzionari, nonché di insulti verbali all’indirizzo delle forze dell’ordine.

L’operazione di polizia si è tenuta nel quadro delle misure a protezione dell’unione coniugale di Quadroni e di sua moglie. La cosa rientra nella questione del cartello dell’edilizia grigionese.

Gli agenti di polizia denunciano Quadroni

Nel novembre 2017 sette agenti di polizia si erano presentati davanti a casa di Adam Quadroni per ritirare oggetti e giocattoli appartenenti ai suoi figli. Durante l’operazione, Quadroni si sarebbe comportato in modo prepotente e provocatorio, con indecenza e in modo rivoltoso, scrive la Procura pubblica nell’atto d’accusa.

Gli agenti avevano poi ammanettato Quadroni nel rispetto dell’ordine emesso dal tribunale. Successivamente, due agenti di polizia avevano sporto denuncia contro il “Whistleblower”.

L’agente di polizia accusato ha indagato su questi fatti e ha anche interrogato altri tre agenti di polizia coinvolti. Questi hanno risposto che Quadroni non li aveva né minacciati né insultati. Inoltre non avevano intenzione di sporgere denuncia.

Rapporto unilaterale

Nel suo rapporto penale l’agente sotto accusa non ha tuttavia registrato le dichiarazioni dei tre poliziotti. Secondo la Procura pubblica ciò sarebbe stato un suo dovere. Il motivo addotto dall’ufficiale di polizia è che i tre poliziotti non potevano rilasciare dichiarazioni sul caso.

Per l’accusa è stato quindi, deliberatamente e “palesemente”, violato il dovere d’ufficio, perché il rapporto non era completo e fedele ai fatti. Il poliziotto accusato avrebbe dovuto dare lo stesso peso alle circostanze incriminanti e alle attenuanti.

La procura chiede pertanto al Tribunale regionale di Prettigovia/Davos, riunito a Klosters (GR), un verdetto di colpevolezza per abuso di autorità e falsificazione di documenti. Per il poliziotto si chiede una pena pecuniaria con la condizionale e una multa di 4’500 franchi. Per l’accusato vale la presunzione di innocenza.