Moesano

‘Gli anticorpi tendono a scomparire velocemente’

Lo rilevano i test sierologici condotti sulla popolazione del Moesano. Stabili i casi positivi al Covid-19 negli ultimi giorni.

Solo risottate anche al Carnevale Lingera? Questa la richiesta dello Stato maggiore regionale al medico cantonale grigionese
8 ottobre 2020
|

“Si conferma quanto si sta rilevando in tutto il mondo, ovvero che gli anticorpi anticovid tendono a scomparire abbastanza velocemente. Un indizio che non permette di parlare di immunità duratura”. Questo quanto emerge dalla seconda fase dello studio Progetto Salute attualmente in corso nel Moesano; un'indagine (la prima in Svizzera effettuata in una zona rurale) avviata in primavera per verificare, attraverso lo svolgimento di test sierologici, la presenza di anticorpi nella popolazione e se questi possano essere una risposta immunitaria al coronavirus. Nel mese di giugno, di una prima fase di prelievi, lo screening – voluto dallo Stato maggiore di condotta Regione Moesa e diretto dal dottor Franco Muggli – aveva già potuto stabilire che poche persone in Mesolcina erano asintomatiche e che la maggior incidenza di contagi è stata rilevata tra il personale sanitario. 

Nel progetto sono stati coinvolti 423 abitanti e 289 operatori attivi nella regione all'interno del settore sanitario (medici, aiuto medico, infermieri, soccorritori, personale spitex, assistenti di cura, ecc.). Persone che tra marzo e aprile non sono state testate con il tampone per il Covid-19, né sono state ospedalizzate a causa del virus; praticamente tutte hanno però elencato una serie di sintomi riconducibili in effetti a quelli del coronavirus. 

Sui 423 abitanti che si sono sottoposti alla ricerca, nel sangue di 10 di essi sono stati riscontrati anticorpi specifici, ovvero il 2,4% del totale esaminati (età media dei partecipanti 52 anni; 57% di sesso femminile). Su 289 operatori sanitari, invece, 46 presentavano anticorpi, ovvero 16% del totale esaminati (età media dei partecipanti: 48 anni; 70% di sesso femminile). 

Ad agosto si è quindi svolta la seconda fase, con le 56 persone risultate positive che sono state sottoposti a un nuovo controllo. Controllo, rileva in un comunicato lo Stato maggiore di condotta, che ha “potuto constatare che tutti hanno praticamente ridotto del 50% il proprio titolo anticorpale”. Nel corso del mese di novembre è prevista una terza fase, un ricontrollo che permetterà di verificare nuovamente le difese immunitarie. 

Contagi stabili, ma la guardia non va abbassata 

A differenza del Ticino, dove i contagi sono in netto aumento, nel Moesano si conferma stabile e contenuto il numero dei nuovi positivi. Per il momento, rileva lo Stato maggiore, non vi sono novità che inducono a riconsiderare le misure attualmente in vigore. Si invita la popolazione a non abbassare la guardia e continuare a rispettare le regole. “Gli ultimi episodi ticinesi confermano purtroppo che il maggior elemento di rischio è l’assembramento che obbliga a mettere in quarantena centinaia di persone”. 

Prendendo in considerazione gli ultimi due mesi, emerge che dal 30 luglio sono stati complessivamente 13 i casi positivi riscontrati nel Moesano, dei quali solo tre dal 30 settembre a ieri (giornata con zero positivi; 16 quelli registrati in tutto il Cantone). Gli altri 10, emersi tra il 30 luglio e il 16 settembre, sono tutti riconducibili al focolaio nel convitto della Scuola cantonale di Coira. 

Proprio considerata l’evoluzione degli ultimi due mesi, fino a ieri l'Smrm non aveva più diramato alcun comunicato, ma ha nel frattempo continuato a vigilare la situazione nel Moesano. In particolare, indica ancora la nota diffusa ai media, in questo periodo “ha collaborato con vari enti e autorità comunali nell’allestimento e nel controllo dei piani di protezione, oltre che nella consulenza e sensibilizzazione. Ha inoltre allestito un rapporto finale riguardante la fase 1 (dal 13 marzo al 15 giugno) che è stato distribuito alle autorità comunali e cantonali”. Le conclusioni e gli insegnamenti tratti da questa prima fase, viene precisato, sono stati discussi con il Capo dello Stato Maggiore di condotta cantonale, che le esaminerà direttamente con il Consiglio di Stato retico. 

Solo risottata anche alla Lingera?

Per quanto riguarda lo svolgimento dei Carnevali nella regione del Moesano (il più grande risulta quello della Lingera a Roveredo), l’Smrm fa sapere di avere inviato al medico cantonale grigionese lo scorso 25 settembre una richiesta analoga alla decisione del Governo cantonale ticinese, che per le manifestazioni carnascialesche consente l’organizzazione unicamente di eventi legati alla gastronomia (ad esempio le classiche risottate), che dovranno svolgersi attenendosi a precise disposizioni.  Contattato dalla 'Regione', il presidente della Lingera Simone Giudicetti spiega che la società, dopo la riunione di comitato in programma il 19 ottobre, procederà a informare media e popolazione in merito alle decisioni adottate per l’edizione 2021, che ovviamente dovranno rispettare le misure che saranno disposte del governo grigionese. Ad ogni modo è esclusa la possibilità di organizzare la Lingera come da tradizione.