Accolta all'unanimità una mozione. La decisione si allinea all'iter già avviato dal Municipio per vietare tali progetti sul territorio comunale
Il Consiglio comunale di Lumino ha approvato la mozione depositata nel mese di giugno da Damiano Della Bruna e sottoscritta da tutti i suoi colleghi del Centro e anche Rossoverdi e Udc. All'unanimità, il plenum ha accolto la decisione di principio di non ammettere la realizzazione di centrali termiche e termoelettriche all’interno della zona artigianale, e di incaricare il Municipio di elaborare una variante di Piano regolatore che introduca il divieto di tali centrali.
Ciò che ha dato origine alla mozione, ricordiamo, è la centrale a legna che la società Teris Sa, nel pieno rispetto delle norme ambientali e della strategia energetica federale, intende realizzare nella zona artigianale per completare la rete di teleriscaldamento in direzione sud, allacciandola a quella proveniente da Giubiasco alimentata dall’inceneritore cantonale dei rifiuti. Temendo per la salute e la tranquillità degli abitanti, contro il progetto era stata avviata anche una petizione che ha raccolto circa 500 firme. Piuttosto dell'idea di “permettere l’insediamento di attività lavorative legate alla realtà economica locale e regionale esenti da qualsiasi ripercussione negativa o molesta per la popolazione residente”, nel marzo di quest'anno il Municipio di Lumino aveva peraltro negato a maggioranza la licenza edilizia alla Teris Sa, società controllata dal Cantone.
La posizione del Consiglio comunale si allinea dunque al pensiero del Municipio, che giocando d'anticipo (senza attendere la decisione del Cc sulla mozione) ha recentemente avviato la procedura per istituire nel comparto artigianale (tecnicamente detto Zona per la produzione di beni) una Zona di pianificazione (Zp) che sospenderebbe per cinque anni – se confermata visto che potrebbero esserci dei ricorsi – ogni edificazione e progetto fintanto che non sarà elaborata e messa in vigore una variante di Piano regolatore (Pr) che escluda la possibilità d’insediare lì attività moleste. Dal canto suo il Dipartimento del territorio (Divisione sviluppo territoriale e mobilità) in un rapporto datato 21 ottobre intimava al Municipio, senza successo, di non istituire la Zp.