In Consiglio comunale di Bellinzona la spunta la risoluzione del Centro che impone ora all’Ente autonomo di trovare una soluzione condivisa con i sodalizi
È giusto/opportuno far pagare alle società sportive utenti delle infrastrutture di Bellinzona le spese di elettricità (74’500 franchi annui) in base al principio ‘chi consuma paga’ e far versare loro anche un contributo complessivo di 18mila per l’utilizzo delle buvette? Sì secondo il Municipio che nel messaggio sul preventivo 2025 dell’Ente autonomo sport (contributo annuale pari a 4,8 milioni) ha in effetti introdotto i due balzelli per far fronte alle crescenti spese generali. Misura invece da sospendere e da discutere insieme alle società, secondo i gruppi Centro e Plr (contrario invece all’aggravio il gruppo Verdi/Fa) intervenuti lunedì sera in Consiglio comunale durante il dibattito sui preventivi degli enti autonomi. Un dibattito parecchio ingarbugliato.
Centro e Plr hanno proposto due emendamenti, poi formalmente trasformati in risoluzioni trattandosi di enti autonomi. Risoluzioni entrambe accolte dal plenum nel primo caso con 29 sì, 20 no e 5 astenuti, nel secondo con 24 sì, 17 no e 9 astenuti. Quella del Centro, in vantaggio di cinque preferenze, mira a far sospendere la misura per poi intavolare trattative nell’ottica di trovare una soluzione condivisa e rivedere gli accordi esistenti legati ancora ai vecchi Comuni. Quella del Plr mira a confermare a medio termine il nuovo regime di contributi energetici subordinandolo però a una verifica dell’impatto sui conti e sull’attività delle piccole società. Le quali in tutti i casi – questa l’opinione condivisa – non possono venire compromesse nel loro importante ruolo sociale ed educativo. Nel terzo caso Verdi/Fa hanno bocciato i conti dei tre enti Sport, Musei e Carasc (conti infine tutti approvati) invocando la necessità di avviare un «piano concreto e mirato per risolvere con urgenza le criticità che si trascinano ormai da tempo, ripensando funzionamento e gestione per garantire un utilizzo efficace e coerente delle risorse», ha esordito Lorenza Röhrenbach. Invece Pietro Ghisletta (Centro) in materia di Ente sport ha criticato la tempistica e l’assenza di concertazione, col rischio di compromettere la sostenibilità finanziaria di alcune società. Mentre Andrea Cereda (Plr) ha condiviso la richiesta di un «vero senso di responsabilità verso l’infrastruttura che le società usano assumendosi parte di costi vivi». Il tutto però, come detto, da sottoporre a un’analisi dell’impatto sulle loro finanze.
Carmelo Malingamba (Plr, relatore della Gestione sull’Ente sport) ha riconosciuto che le «misure correttive non possono essere ritenute popolari, sebbene necessarie», fra queste anche l’aumento dei prezzi d’entrata alle piscine. Criticabile, ha aggiunto, il modus operandi adottato dall’ente nei confronti delle società: «Meglio un approccio più orientato al dialogo». Michele Egloff (Unità di sinistra) ha motivato le due firme con riserva del rapporto della Gestione e il ‘no’ del gruppo ai conti dello Sport: «I tempi decisionali sugli aggravi non sono stati dei più azzeccati. In effetti è il Municipio stesso a lamentarsi di certe modalità adottate dal Cantone nel riversare nuovi oneri sui Comuni. Ed ora ci sono tensioni inutili fra le società sportive e l’autorità. Quanto poi all’aumento dei prezzi d’entrata, ci si dimentica che anche la popolazione non sta passando un bel momento. Dovremmo fermarci e ragionare meglio su come reagire di fronte alle difficoltà, magari prendendo spunto da altre Città più virtuose». Maura Mossi Nembrini ha motivato la contrarietà del gruppo Avanti con Ticino&Lavoro, Più donne e Noce: «A Bellinzona manca ancora una politica giovanile e in materia di conciliabilità. A occuparsene sono società rette dal puro volontariato, il cui valore aggiunto non è debitamente soppesato. Ecco perché questi risparmi sono semplicemente ciechi. Colpire l'entrata di una buvette significa speculare. Una città che si vanta di essere innovativa dovrebbe evitare questi errori».
Pietro Ghisletta (Centro): «L’Ente sport ha sin qui lavorato molto bene, ma ora scivola su una buccia di banana. Non va bene che a un minuto dalla mezzanotte carichi questo bel regalo di Natale sulle spalle delle società sportive». Andrea Cereda (Plr) ha dapprima additato la Sinistra «che in Gestione fa una cosa e nel gruppo un’altra. Si rende comunque necessario un approfondimento sui rapporti dell’ente con le varie società, molte delle quali di piccole dimensioni». Luca Madonna (Lega/Udc) ha in effetti chiesto di distinguere le varie tipologie, «fra sodalizi totalmente amatoriali e altri che operano a titolo quasi professionale». Brenno Martignoni Polti (Noce) ha poi criticato l’ente «per aver già inviato le richieste di contributi nonostante il tema non fosse ancora discusso dal Cc». Emilio Scossa-Baggi (Centro) ha inviato un siluro al capogruppo Plr «per aver inoltrato il suo emendamento solo oggi, impedendo così una corretta sua visione e analisi». Ivano Beltraminelli (Udc) ha invece segnalato «l’esistenza di una disparità di trattamento, visto che talune società pagano per usare le strutture e altre no». Suo un terzo emendamento (che ha raccolto solo 7 voti) presentato seduta stante, volto a non caricare sulle società alcun nuovo onere e di individuare un risparmio analogo in altre voci di spesa.
La replica del vicesindaco Fabio Käppeli, capodicastero finanze e sport: «Il Municipio ha condiviso l’impostazione dell’ente su questo tema. Nel concreto l’ente ha contattato le società in ottobre segnalando sia la nuova misura, sia la disponibilità al dialogo, senza invece ricevere segnali di disimpegno a causa del balzello. Taluni sodalizi hanno dal canto loro iniziato a dialogare con l’ente, altri hanno confermato la loro contrarietà». A giusta ragione, visto come ha votato il Cc.