La Polizia cantonale indica come bisognerebbe idealmente agire quando non si riesce più a trovare una persona: ‘Ogni segnalazione è sempre ben accetta’
Il bambino scomparso ieri pomeriggio, 9 dicembre, dalle scuole Palasio di Giubiasco è stato avvistato in un riale nelle vicinanze da una donna che, come parecchie altre persone del quartiere, aveva colto l'appello lanciato sui social dalla famiglia, con il quale si chiedeva aiuto nella ricerca del figlio. Ricerche alla quale hanno partecipato anche numerosi agenti (sarebbero almeno una quarantina) della Polizia cantonale e della Polcom di Bellinzona. Ma come si svolgono esattamente operazioni di questo genere? È opportuno far circolare sui social media avvisi di scomparsa redatti autonomamente? È utile che la popolazione si attivi spontaneamente nelle ricerche? Domande che abbiamo rivolto direttamente alla Polizia cantonale: in estrema sintesi ogni aiuto è ben accetto, anche se una precisa coordinazione resta di fondamentale importanza.
Evidentemente, in caso di scomparsa, vi sono approcci diversi a dipendenza del caso concreto. Innazitutto la Polizia cantonale è infatti tenuta a verificare "se ci si trova confrontati con una persona dispersa (escursionista, cercatore di funghi) o con una persona scomparsa per altri motivi", sottolinea il Servizio comunicazione, media e prevenzione da noi contattato. "Il contesto, la conformazione del terreno e gli approfondimenti di indagine permettono di indirizzare le ricerche che, di volta in volta, vedono coinvolte le risorse (umane e tecniche) necessarie e un adattamento del dispositivo". In questo contesto vengono considerati anche aspetti particolari: se una persona scomparsa fa parte delle cosiddette ‘fasce deboli’ della popolazione (fra le quali rientrano anche i bambini), questo "può avere un impatto emotivo più forte". L'approccio è dunque "sempre molto attento all’impiego di adeguate risorse umane e mezzi tecnici".
Nel caso di Giubiasco, i genitori si sono attivati sui social media, prima dell'avviso di scomparsa diramato dalla polizia. In generale si tratta di un modo di procedere utile, consigliato? Da un lato "la Polizia cantonale comprende pienamente il gesto di genitori o parenti impauriti per la situazione e quindi la loro necessità naturale di avvisare tutti di una scomparsa e chiedere aiuto per le ricerche e il ritrovamento". Dall'altro è però "fondamentale sottolineare la necessità di coordinare la raccolta di informazioni e le ricerche sul terreno". Di conseguenza in questi casi si consiglia "di concordare con i responsabili dell’intervento l’opportunità o meno di pubblicare sui social l’avviso di scomparsa". Per quanto riguarda poi l'aiuto fornito dalla popolazione durante le ricerche, esso "è sempre ben accetto, in particolare le varie segnalazioni che possono facilitare il lavoro degli agenti". Anche in questo caso però "l’importante è che le operazioni vengano coordinate da un’unica entità (Polizia cantonale) e che nessuno si metta in pericolo durante tali attività".