I due Municipi temono i rischi di una mono-cultura industriale: ‘Meglio diversificare, ma deciderà il nuovo Comune’. Bellotti lascia, Imelli si candida
«Il nuovo Comune aggregato potrà affrontare meglio i suoi compiti, a favore della collettività, se dalla zona industriale di Giornico e Bodio riuscirà a incamerare almeno un milione all’anno di imposte. Il mio augurio, ora che lascio dopo 37 anni di politica attiva, è che anche l’ultima parte di ex Monteforno ancora inutilizzata venga presto occupata da attività produttive sane per il tessuto economico della bassa Leventina. Trattative sono in corso con un paio di ditte e confido che vadano a buon fine». Rosolino Bellotti, dal 2021 sindaco di Giornico, non sarà dunque della partita tra le fila del Centro la prossima primavera quando la popolazione di Giornico e Bodio sarà chiamata a eleggere Municipio e Consiglio comunale. «A 73 anni e dopo aver ricoperto per quasi quattro decenni varie cariche sul piano locale, regionale e nel partito – sottolinea – ritengo opportuno che siano le nuove generazioni a impostare con la giusta motivazione l’importante lavoro richiesto sul medio e lungo termine per amalgamare le due realtà e dare loro un futuro solido». A questo riguardo, gli chiediamo un auspicio. «Confido che sia eletto un Municipio in grado di attivarsi adeguatamente e da subito sui vari dossier. Non tutti, logicamente, potranno essere conclusi entro la fine della legislatura breve, perciò bisognerà avere le persone con la motivazione giusta per rimanere in carica per almeno due mandati». Fra l’altro, prosegue Bellotti, dal profilo amministrativo l’apposito gruppo di lavoro aggregazione sta già elaborando le bozze dei regolamenti principali necessari al futuro assetto operativo, così da facilitare il compito alle nuove autorità. Tornando al tema iniziale, il sindaco ricorda l’arrivo in tempi recenti di due nuove ditte, ossia la Somazzi (materiali edili) che sta ristrutturando l’ex fabbrica Oemb e il gruppo Wolfi che ha comprato dei padiglioni: «Come Comune abbiamo investito importanti risorse per attrezzare adeguatamente la zona produttiva, affinché sia in grado di accogliere nuove realtà. L’obiettivo è riuscire a occuparla per intero e per il nuovo Comune sarebbe veramente bello riuscire a incamerare fiscalmente quanto si è prefissato». Nel dettaglio, le trattative in corso riguardano la parte di proprietà delle Ail di Lugano.
In questo contesto c’è poi la decisione governativa del 2020 d’inserire il comparto ex Monteforno nella scheda R7 del Piano direttore cantonale dedicata ai Poli di sviluppo economico (Pse). L’indirizzo individuato è quello dell’industria, dell’innovazione e dell’energia. Così facendo il Cantone può concedere delle agevolazioni, ma a precise condizioni che riguardano governance, viabilità, urbanizzazione e criteri d’accesso, permanenza e uscita dal comparto con l’obiettivo di facilitare e accelerare l’insediamento di attività economiche con grande potenzialità di sviluppo e che generano rilevanti ricadute economiche. Tutto bene? Affatto. «Si tratta di condizioni secondo noi insostenibili e troppo vincolanti», dichiara Bellotti: «Preferiremmo fare senza Pse. Questo il nostro orientamento, per evitare che ci si concentri su pochi filoni produttivi, vedi quello industriale, che potrebbero un giorno risultare fragili, specialmente se pensiamo alle difficoltà della Svizzera nell’export. Ciò che sarebbe nefasto per Bodio-Giornico». La fine ingloriosa della Monteforno insomma insegna.
Concorda il sindaco di Bodio Stefano Imelli, che figura fra i candidati il prossimo aprile. «Sarà il nuovo Municipio a pronunciarsi definitivamente sul Pse proposto dal governo. Ma già ora i due Municipi sono allineati: se si dà un indirizzo unico per l’attività economica dell’intero comparto, e se questa attività entra in crisi sul piano internazionale, saremmo i primi a subire le conseguenze negative. Miriamo dunque ad accogliere attività di pregio, valorizzanti e rispettose dell’ambiente, ma in un’ottica di diversificazione e non di mono-mercato. Vorremmo dunque tenere al riparo il Comune dai rischi legati all’economia mondiale sui quali non avremmo voce in capitolo». Il Pse «allo stato attuale appare dunque una strada in salita: preferiremmo orientarci su un Piano regolatore ad hoc per la zona industriale, considerato peraltro che la proprietà dei terreni è privata e non pubblica».
La sezione del Centro di Bodio-Giornico ha ratificato le liste per il Municipio e il Consiglio comunale in vista dell’appuntamento elettorale del 6 aprile. Detto della rinuncia di Bellotti e della conferma di Imelli, al fianco di quest’ultimo, sempre di Bodio, vi saranno per l’Esecutivo gli attuali municipali Marco Colombo, Matteo Taglialatela e Alessandra Tognola; di Giornico invece Petra Giudici, anch’essa attualmente municipale. Per il Consiglio comunale la lista comprende 25 candidati “che uniscono solide esperienze istituzionali e professionali. L’eterogeneità della lista, che include un numero significativo di giovani, testimonia l’impegno del Centro a promuovere il ricambio generazionale, garantendo al contempo continuità e innovazione”. Il principale obiettivo del Centro è “contribuire, in stretta collaborazione con le altre forze politiche, alla nascita e allo sviluppo di un nuovo Comune forte e coeso, in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e di affrontare le sfide future con determinazione e spirito di servizio”. La sezione si dice pronta a “portare avanti con convinzione i valori fondanti del partito che vertono sulla promozione del bene comune, la solidarietà, la sussidiarietà e l’attenzione alla persona e a tutti i suoi bisogni, con un occhio di riguardo allo sviluppo economico e alla creazione di opportunità occupazionali”. Il tutto “per rilanciare l’intera regione, offrendo buone e rinnovate opportunità d’insediamento e di vita comunitaria alle persone e alle famiglie”.