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Il cuore energetico della Leventina verso i primi battiti

Avanzano i lavori di rinnovo della centrale idroelettrica del Ritom che sarà pronta nel 2026. Benefici anche per i produttori privati di energia solare

La centrale e il bacino di demodulazione visti dall’alto
(Ti-Press)
19 novembre 2024
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Un cuore che si appresta a battere e a sprigionare tutta la sua energia. Quella prodotta dal nuovo impianto idroelettrico del Ritom a Piotta che entrerà in servizio nel 2026. Il nucleo della centrale è stato svelato oggi ai media in occasione di un incontro con la stampa: «Entrare qua dentro è qualcosa di eccezionale, perché poi qui non sarà più consentito l’accesso, ci sarà un portellone chiuso e sarà pieno d’acqua», spiega indicando una turbina Lucas Dürr, direttore della Ritom Sa, nella quale il Cantone figura al 25% e le Ffs al 75%. Passeggiare tra rotori, statori, iniettori e turbine, per i non addetti ai lavori è impressionante, ma lo è ancor di più immaginare che in alcuni spazi in cui abbiamo sostato per osservare queste macchine, un giorno, e nemmeno molto lontano, entrerà acqua con un getto così potente da distruggere un muro, ma che servirà a far girare le turbine che produrranno corrente.

La batteria della Leventina

Il bacino del Ritom, con i suoi 48 milioni di metri cubi, garantisce oltre il 50% della capacità di accumulo della Leventina. Il Ritom è l’impianto più grande dell'alta Leventina, circa il 70% della sua energia viene prodotto in inverno. L’investimento complessivo per il rinnovo della centrale è di 350 milioni di franchi e consentirà di triplicare la potenza dagli attuali 44 megawatt a 120 grazie a due turbine per la produzione di corrente per Ffs e Aet, e a quella di ripompaggio che garantirà un accumulo maggiore del 25%, da utilizzare nei momenti in cui la domanda cresce, e un approvvigionamento più regolare e costante di acqua. La produzione di energia passa da 209 GWh (di Ritom e Stalvedro) a 193 GWh a causa del risanamento dei deflussi. Un calo che sarà però compensato dall’aumento dei rendimenti delle nuove macchine e dal nuovo sistema di ripompaggio nel lago che sfrutterà la nuova condotta forzata di 2 km. Condotta forzata il cui scavo è stato effettuato in forte pendenza da una mini fresa di tre metri di diametro di perforazione.

Alle Ffs, la messa in funzione della rinnovata centrale permetterà di rispondere all’aumento del fabbisogno energetico per lo sviluppo dell’offerta ferroviaria futura. Una volta in funzione rappresenterà un elemento importante per far fronte alle emergenze in caso di interventi d’evacuazione delle gallerie di base del Gottardo e del Ceneri. La centrale del Ritom è infatti l’unica per la corrente a trazione di Ffs presente in Ticino.

Quanto alle concessioni, l’impianto utilizza l’acqua di tre cantoni: il 49% dal Ticino (è in vigore una concessione fino al 2094), il 34% da Uri (concessione fino al 2043) e il 17% dai Grigioni (accordo fino al 2094).

Un toccasana per il fiume Ticino

Mancano solo alcune componenti ma è praticamente conclusa anche la realizzazione dell’adiacente bacino di demodulazione da 100mila metri cubi che garantirà un afflusso d’acqua nel fiume Ticino da un minimo di 3 a un massimo di 24 metri cubi al secondo. Un miglioramento rispetto a prima, quando l’afflusso poteva essere – a seconda delle condizioni meteo e della produzione idroelettrica – pari a zero o di oltre trenta metri cubi, importanti sbalzi in grado di causare anche seri problemi all’ecosistema del principale corso d’acqua del Ticino.

La rinnovata centrale mira a consolidare per i prossimi 80 anni l’approvvigionamento elettrico di trazione per le Ffs, con l’aggiunta di corrente anche per le economie domestiche. Come spiegato da Edy Losa, vicedirettore Ritom Sa, i lavori sono iniziati nel 2018 e l’entrata in servizio, inizialmente prevista nel 2025 è slittata di un anno a causa di alcuni imprevisti sul cantiere. In particolare, durante lo scavo si sono rese necessarie delle schermature per bloccare l’afflusso di acqua dalla roccia, ciò che ha in parte rallentato i lavori.

Sfruttare l’energia in esubero proveniente dal fotovoltaico

Questo importante progetto per Cantone e Ffs avrà anche tangibili vantaggi per i piccoli produttori privati di energia fotovoltaica? Permetterà di sfruttare l’energia in eccesso prodotta dal fotovoltaico nelle ore di punta estive quando immetterla in rete è un costo e non un guadagno? «Il ripompaggio dell’acqua in quota avrà un ruolo determinante, proprio perché permetterà di utilizzare l’energia solare in esubero, che verrà poi riturbinata al momento del bisogno, in particolare alla sera quando non c’è produzione da parte del fotovoltaico e in inverno quando è ridotta. Il nuovo impianto idroelettrico darà quindi un contributo importante allo sviluppo del fotovoltaico», conclude Dürr.