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Officine Ffs, ricorso respinto sul maxi appalto da 292 milioni

Il Taf conferma la validità della decisione delle Ffs di estromettere un consorzio che non avrebbe rispettato il divieto di subappalto

La commessa da 292 milioni di franchi riguarda i lavori principali del futuro stabilimento industriale
(Rendering Ffs)
8 novembre 2024
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Niente da fare per uno dei consorzi esclusi dalla procedura d'appalto per l’aggiudicazione dei lavori principali delle nuove officine Ffs a Castione. Con sentenza del 29 ottobre il Tribunale amministrativo federale (Taf) ha infatti respinto il ricorso interposto dal gruppo, composto da cinque ditte, contro la decisione delle Ffs, datata 14 maggio 2024, di assegnare il mandato da 292 milioni di franchi al Consorzio Officine Ticinesi (Oft) capitanato dall’azienda Csc Costruzioni Sa di Lugano. La commessa oggetto della contesa giudiziaria riguarda i lavori preparatori, quali l’installazione del cantiere, gli scavi e in seguito l’esecuzione complessiva, nello specifico la costruzione dell’officina vera e propria, degli edifici tecnici annessi e dei lavori per gli spazi esterni. Oggetto del contendere la carpenteria metallica.

Il ricorso – inoltrato l’11 giugno e che ha bloccato l’inizio del cantiere del nuovo stabilimento industriale previsto per lo scorso luglio – chiedeva l’annullamento delle decisioni di esclusione e di aggiudicazione, nonché il rinvio degli atti alle Ffs per nuova valutazione delle offerte, previo reintegro di quella dei ricorrenti, i quali ritengono abusiva la loro esclusione dalla gara di appalto. La pensa diversamente il Taf, che con la sua sentenza di 36 pagine conferma la validità delle decisioni delle Ferrovie federali. Ora il gruppo estromesso dalla gara di appalto avrà 30 giorni di tempo per eventualmente ricorrere al Tribunale federale. Contattata dalla redazione, la patrocinatrice delle ditte ricorrenti, avvocata Romina Biaggi-Albrici, ritiene prematuro esprimersi sulla possibilità di impugnare la sentenza di primo grado.

‘Esclusione giustificata’

Per il Taf l’esclusione dall’offerta è dunque giustificata. Si condivide infatti il giudizio delle Ffs, ovvero che i ricorrenti non hanno rispettato il divieto di subappalto, esplicitamente previsto dal bando e dal capitolato, per quanto riguarda le opere di carpenteria metallica. Ciò che per i giudici di San Gallo rappresenta il mancato adempimento di un notevole requisito di gara e giustifica pertanto l’estromissione dalla procedura.

La sentenza sancisce che le opere di carpenteria metallica, che costituiscono lo scheletro dell’edificio principale del futuro stabilimento, dovevano infatti essere eseguite in proprio dagli offerenti senza l'ausilio di subappaltatori. “Gli accertamenti esperiti dalla committente, in particolare mediante le domande preliminari, le tre riunioni chiarificatrici e il sopralluogo presso il sito produttivo, hanno rivelato nel complesso che le ricorrenti hanno lasciato chiaramente intendere di affidare almeno in parte le opere di carpenteria metallica a dei subappaltatori”, si legge nella sentenza. In altre parole, “l’offerta disattende il divieto di demandare a terzi le opere di carpenteria metallica ai sensi della prestazione caratteristica della commessa”.

‘Semplice fornitura di materiale’

Dal canto suo il consorzio ha sempre sottolineato l'intenzione di non voler subappaltare in alcun modo le opere di carpenteria metallica. Il gruppo specificava di voler invece avvalersi di una semplice fornitura del materiale. Tuttavia, secondo il Taf “quello che le ricorrenti intendono come fornitura, ossia in generale l’affidamento della pre-lavorazione dei profili a ditte esterne, rientra invece nella nozione di subappalto”.

Ricorso al Tf permettendo, le Ffs possono dunque tirare un sospiro di sollievo. Come detto, i lavori per il nuovo stabilimento industriale da 755 milioni di franchi sarebbero dovuti cominciare lo scorso luglio. “Ogni mese perso ne comporta uno di ritardo”, aveva dichiarato la direttrice di Ffs Regione Sud Roberta Cattaneo in occasione di un momento informativo dello scorso agosto, quando la previsione per la consegna dell'opera era già stata posticipata dal 2026 a fine 2027. Oltre a bloccare l'inizio del cantiere, il ricorso pendente aveva peraltro rimandato la cerimonia per la posa della pietra in agenda per questo autunno. Ora si attende di sapere se il dossier da San Gallo prenderà la via di Losanna dove ha sede la massima corte giudiziaria elvetica.

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