L'esecutivo di Bellinzona chiede le motivazioni scritte della sentenza che scagiona il politico dall'accusa di ingiuria, riservandosi l’appello
Si va verso il processo in appello dopo che lo scorso 17 ottobre la Pretura penale ha assolto Matteo Pronzini dall'accusa di ingiuria, stabilendo infatti che la frase pronunciata dal consigliere comunale Mps, indirizzata al Municipio di Bellinzona durante una seduta del legislativo – affermazione ritenuta ingiuriosa dai municipali che lo hanno dunque querelato – non configura un reato penale.
Come appreso da ‘laRegione’, il patrocinatore dei membri dell'Esecutivo turrito, avvocato Andrea Bersani, ha trasmesso alla Pretura penale la richiesta di trasmissione delle motivazioni scritte della sentenza, avanzando così una formale dichiarazione di appello. Una volta lette le motivazioni, il Municipio e il suo legale potranno, entro venti giorni, impugnare il verdetto inviando una dichiarazione scritta d'appello (in parole semplici, il ricorso col quale comunicano la volontà di affrontare un processo di secondo grado).
La vicenda, ricordiamo, risale al settembre 2021 quando il consigliere comunale, intervenendo durante la seduta di Legislativo sul caso dei decessi per Covid alla casa anziani di Sementina, aveva proferito la seguente frase all’indirizzo del Municipio di Bellinzona per il ricorso interposto al Tribunale federale contro i servizi mandati in onda dalla Rsi: “I parenti degli ospiti deceduti hanno il diritto di elaborare il lutto e non di dover venire a conoscenza che il Municipio usa in modo abusivo i soldi pubblici per azioni temerarie d’intimidazioni di stampo mafioso”, aveva affermato Pronzini.
Con la sentenza del 17 ottobre, la giudice della Pretura penale, Elettra Orsetta Bernasconi Matti, ha ritenuto che la frase in questione fosse giustificata da un contesto squisitamente politico, su un tema delicato sul quale si discuteva da diversi mesi. «Ribadito che eravamo nell’ambito della discussione politica, non si vede come i municipali possano essersi sentiti offesi come esseri umani», ha affermato la giudice durante la lettura della sentenza in aula. Bernasconi Matti ha tuttavia invitato Pronzini – patrocinato dall'avvocato Luca Allidi – a ponderare con più attenzione le sue parole in futuro. Il consigliere comunale è dunque stato prosciolto dal reato di ingiuria, che se configurato lo avrebbe condannato a una pena pecuniaria di 4’000 franchi sospesa con la condizionale per un periodo di due anni.
In un comunicato diffuso nel pomeriggio, il Movimento per il socialismo si dice non sorpreso dall’intenzione dell’esecutivo di ricorrere in appello. Per l’Mps si tratta “dell’espressione dell’arroganza e della frustrazione politica che vive il Municipio. Pensiamo al doppio ricorso (prima all’autorità di ricorso della Ssr, poi addirittura al Tribunale federale) presentato dal Municipio contro il servizio sulle vicende delle morti per Covid alla casa anziani di Sementina; sconfitto in entrambi i due ricorsi, il Municipio ha pensato bene di prendersela con Matteo Pronzini, colpevole di aver difeso, con toni decisi, la libertà della stampa contro un atto persecutorio e lesivo della libertà di stampa da parte del Municipio”. Per il movimento, la recente decisione della Pretura penale “non poteva che aumentare il senso di frustrazione del Municipio. Appare infatti evidente che l’intento persecutorio nei confronti di Matteo Pronzini non riguarda affermazioni più o meno forti, lesive dell’onore dei municipali; ha piuttosto a che fare con il contenuto politico della critica che l’Mps ha mosso e muove nei confronti della politica del Municipio di Bellinzona”. E ancora: “Ben venga la battaglia legale contro Matteo Pronzini che viene così a rappresentare tutti coloro che, attraverso la contestazione e la messa in discussione degli orientamenti politici dominanti, vengono considerati ostacoli da eliminare. Anche perché il Consiglio comunale appare ormai privo di qualsiasi capacità di contestazione”.