Il procuratore generale ha sezionato il lavoro svolto da tipografia e ditta imbustatrice e ha chiuso l’inchiesta con un decreto di non luogo a procedere
Letteralmente sparito nel nulla senza colpevole. Si è chiusa con decreto di non luogo a procedere per le ipotesi di reato di frode elettorale e incetta di voti, mosse contro ignoti, l’inchiesta del procuratore generale Andrea Pagani avviata la scorsa primavera per fare luce sull’ammanco di un mazzetto contenente 50 schede di riserva per il Municipio di Airolo eletto il 14 aprile. Lo comunica il sindaco Oscar Wolfisberg che, per trasparenza e dichiarandosi a disposizione per qualsiasi chiarimento, sabato ci ha spontaneamente inviato la decisione della Procura firmata il 21 ottobre. Decreto che non individua alcuna responsabilità penale nelle due ditte coinvolte, nella cancelleria comunale e fra le locali autorità comunali. Ancora aperta per contro l'inchiesta sul broglio verificatosi ad Arbedo-Castione.
Nelle sue cinque pagine il pg espone nel dettaglio quanto messo in campo dagli inquirenti per cercare di fare chiarezza sull’ammanco segnalato il 18 marzo da un delegato alle attività di spoglio dell’ufficio elettorale di Airolo. Ebbene, ripercorse tutte le fasi di gestione delle schede – dapprima la stampa eseguita dalla tipografia Dazzi di Chironico, poi l’invio tramite Dhl di tutte le schede di voto per Municipio e Consiglio comunale alla Koelliker Büroautomation Ag succursale di Bioggio incaricata dell’imbustamento e dell’invio agli aventi diritto di voto tramite la Posta –, la Polizia cantonale e il Ministero pubblico non hanno trovato il punto in cui si è verificato l’ammanco. Diversi gli operatori interrogati, ma niente.
La procedura che figura nel decreto di abbandono è stata la seguente. La cancelleria comunale di Airolo aveva dato mandato alla tipografia Dazzi di stampare 1’150 schede ufficiali per il Municipio e altrettante per il Consiglio comunale. La tipografia era inoltre incaricata di successivamente trasmettere le schede alla ditta Koelliker di Bioggio, la quale aveva il compito di imbustarle e inviarle agli aventi diritto di voto tramite la Posta. Le buste da inviare ammontavano a 974. Le restanti schede, non imbustate, sono invece state ritornate secondo accordi alla cancelleria comunale, successivamente alla comunicazione da parte di Koelliker Ag della mancanza di 50 schede ufficiali per la votazione del Municipio. Alla cancelleria sono dunque state retrocesse 126 schede per il Municipio e 176 per il Cc. Le schede in esubero, come da prassi in tutti i Comuni in cui si svolgono delle elezioni, sono conservate sotto chiave nelle rispettive cancellerie allo scopo di consegnarle in sostituzione a cittadini che ne facciano richiesta in caso di voto errato, previa consegna della scheda con l’errore.
Interrogato dagli inquirenti, il sindaco ha spiegato che l'ordine di stampa alla tipografia prevede sempre un esubero di schede, che vengono retrocesse alla cancelleria comunale, come detto, per eventuali necessità. È stata la Koelliker a segnalare alla cancelleria l’ammanco del blocchetto. Attivatosi per una prima verifica, il Comune ha ottenuto da Koelliker e Dazzi l’assicurazione che la lavorazione da parte loro era avvenuta in maniera corretta. Il 15 marzo l'Ufficio elettorale di Airolo ha a sua volta contato le schede ricevute, già consapevole dell'ammanco precedentemente segnalato da Koelliker. In quella circostanza sono dunque state decise tre misure a tutela della sicurezza delle votazioni: i lavori preparatori per la consegna delle schede votate sarebbero stati effettuati soltanto la domenica mattina elettorale del 14 aprile; la buca delle lettere contenente le buste di voto consegnate a mano o inviate per corrispondenza sarebbe stata svuotata ogni giorno alle ore 9 alla presenza della segretaria e di un delegato dell'ufficio elettorale; le buste ricevute sarebbero inoltre state numerate, firmate in doppio e depositate in un armadio chiuso della cancelleria, la cui chiave sarebbe stata a sua volta conservata in un tiretto accessibile unicamente alle due impiegate della cancelleria. La Cancelleria dello Stato ha avallato le tre misure. Sempre durante l’interrogatorio il sindaco ha dichiarato di non temere un pericolo effettivo di broglio, riconducendo l'ammanco di schede a un errore.
Già, ma dove? A sua volta interrogato, un titolare della tipografia Dazzi ha dichiarato di aver stampato 1'350 schede per il Municipio e altrettante per il Cc. Duecento in più di quanto richiesto dal Comune. Come mai? Nel decreto di abbandono si legge che il numero superiore “sarebbe prassi e servirebbe ad ovviare a eventuali problemi (ad esempio danneggiamento in fase di taglio e piegatura) senza necessità di dover riprogrammare le macchine di stampa. La prassi sarebbe nota alle autorità di vigilanza che, per questo motivo, forniscono le necessarie indicazioni per l'eliminazione delle schede in esubero”. L'iter prevede stampa, taglio e piegatura. Al termine di questo passaggio le schede vengono contate dal macchinario in mazzi da cento, che vengono fascettati dagli impiegati. L’addetto della tipografia ha in effetti confermato che al termine di questi passaggi per il Municipio vi erano 41 mazzi composti da cento schede ciascuno e un mazzo da 50 schede, per complessive 1'150 schede. E sin qui tutto corretto. Un collaboratore ha successivamente imballato il tutto in quattro scatole (una per le schede del Municipio, una per quelle del Consiglio comunale e due per le istruzioni), il cui invio alla Koelliker è avvenuto il 28 febbraio.
Passano 15 giorni e la tipografia Dazzi viene informata dal Comune che la Koelliker ha comunicato la mancanza di 50 schede. La Dazzi ha quindi verificato stampante e piegatrice, confermando la correttezza del numero di schede inviate. Per il Municipio i macchinari hanno confermato la stampa di 1'350 schede, di cui 1'327 confezionate buone: 1'150 sono state trasmesse alla Koelliker mentre 177, inizialmente rimaste nella tipografia Dazzi, sono state successivamente sequestrate dagli inquirenti. L’addetto della tipografia interrogato ha quindi escluso errori da parte loro. Per ulteriore verifica sono stati reperiti i dati relativi al peso delle scatole inviate alla Koelliker via Dhl: “Dopo ragionamento con gli inquirenti, l’addetto della tipografia ha dichiarato che la differenza di circa 400 grammi potrebbe in effetti corrispondere a 50 schede elettorali che sarebbero dunque potute mancare nel pacco inviato a Koelliker”. Il pg Pagani usa il condizionale, mancando un’evidenza che il problema sarebbe da ricondurre proprio alla fase che ha preceduto la spedizione. “In ditta, anche dopo verifica, non è tuttavia stato trovato alcun mazzetto di schede da 50, ad esclusione delle 177 precedentemente menzionate, ciò che escluderebbe la mancanza di materiale di voto nell'invio”.
A sua volta interrogato, il capo produzione della Koelliker, occupatosi del mandato ricevuto dal Comune, ha spiegato che il pacco delle schede per il Municipio non presentava alcun segno di manomissione. “Al momento dell'apertura – si legge nel decreto – non si è proceduto alla conta delle schede, contrariamente a quanto fatto negli anni precedenti, perché non più ritenuto necessario come indicatogli dal Comune”. Una volta terminato di imbustare le schede, lui e un collega hanno contato quelle rimaste, notando solo allora la mancanza delle 50. Ne ha pertanto dato comunicazione al Comune tramite la sua responsabile. A richiesta del Comune hanno quindi pesato ogni singola busta pronta per l'invio, scongiurando in questo modo la possibilità che in alcune potessero essere finite schede in doppio. E stata anche esclusa la possibilità che le schede di Airolo fossero state imbustate per altri Comuni, considerato che per le altre cancellerie le eccedenze erano minime e che i vari Comuni, contattati, hanno confermato di non aver ricevuto le schede di Airolo. Nota bene: alla Koelliker non lavora nessun domiciliato di Airolo.
Nonostante la presenza del problema, ma considerate le misure precauzionali decise dal Comune, come detto la Cancelleria dello Stato ha reputato che la mancanza di 50 schede non compromettesse l'elezione del Municipio e che le votazioni potessero avere luogo regolarmente. Le operazioni di voto si sono quindi svolte “senza problemi di sorta”. In conclusione, scrive il pg Pagani, dalle dichiarazioni delle persone coinvolte nel processo di stampa, imbustamento e invio delle schede non sono emersi elementi che indichino che qualcuno abbia sottratto le schede per commettere una frode elettorale, né vi sono indizi in merito ad altri elementi di reato, apparendo la mancanza di schede semmai riconducibile a un errore dell'uomo o di un macchinario, senza che sia del resto possibile accertare a che stadio esso possa essere intervenuto. La denuncia cade pertanto nel vuoto, in quanto non si sono corroborati indizi di reato tali da giustificare la promozione dell'accusa”. Fine del caso Airolo.