Il caso si riapre anche grazie alla diffusione del servizio di Patti Chiari
Non è ancora chiusa l'inchiesta sulla morte dei due giovani operai valtellinesi travolti da un cassero di legno mentre erano intenti a posare dei ripari fonici lungo l'A2 a Camorino, il 2 luglio 2018. Come indica la Rsi, è stato accettato il ricorso contro il decreto di abbandono emanato negli scorsi mesi. “E questo – si legge nel comunicato diramato dall'emittente di Comano – anche grazie a un servizio di Patti Chiari, che lo scorso maggio aveva raccontato la storia di Lorenza Piazza: una madre, che dal 2018 vive nel dolore per la perdita di suo figlio Carlo, deceduto costruendo i ripari fonici sul cantiere dell’A2. Lorenza però non si è mai arresa. Ha fatto ricorso e ha confidato a Patti Chiari i suoi dubbi e la sua amarezza; dopo la diffusione del servizio, alcuni colleghi di Carlo si sono fatti avanti. Ed è soprattutto grazie alle loro rivelazioni che il ricorso è stato accettato. E così, salvo ulteriori ricorsi, l’inchiesta si riaprirà”. Una nuova intervista a Lorenza Piazza e al suo avvocato sarà trasmessa questa sera durante la trasmissione Patti Chiari.
A circa cinque anni dai fatti, ricordiamo, l’inchiesta si era conclusa con un decreto di abbandono: nessuna responsabilità da parte di terzi, ma negligenza delle due vittime. Una perizia giudiziaria aveva stabilito che il pannello di 10 metri per 2 e mezzo è caduto perché su quello opposto mancavano degli ancoraggi che avrebbero dovuto tenere unite le due pareti. La ditta capofila del consorzio ha sempre respinto gli addebiti, ritenendo che la sicurezza fosse stata predisposta in maniera inappuntabile.