Bellinzonese

Doposcuola a Bellinzona, il Centro chiede ulteriori chiarimenti

Camilla Guidotti, Giovanna Pedroni ed Elena Scossa-Baggi presentano una seconda interrogazione sul tema, in particolare sulla selezione delle proposte

(Archivio Ti-Press)
17 ottobre 2024
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Rispondendo a una prima interrogazione sul tema presentata dalle consigliere comunali del Centro Camilla Guidotti, Giovanna Pedroni ed Elena Scossa-Baggi, il Municipio di Bellinzona aveva escluso un’estensione del servizio doposcuola attualmente dedicato ai bambini delle scuole elementari, visto che l'offerta soddisfa la domanda. Una risposta che tuttavia non ha convinto le interroganti che chiedono quindi, con una seconda interrogazione, "ulteriori chiarimenti" su alcuni aspetti, come la "selezione delle proposte".

Incontri con genitori provenienti da ogni zona scolastica?

Innanzitutto, nella sua risposta l'Esecutivo ha affermato che per valutare la relazione tra l’offerta e la domanda di doposcuola sono stati incontrati rappresentanti del gruppo dei genitori. Guidotti, Pedroni e Scossa-Baggi chiedono quindi quanto spesso avvengono tali incontri, quanti ne sono stati fatti negli ultimi due anni, come vengono scelti i rappresentanti del gruppo e se vi è una rappresentanza di genitori provenienti da ciascuna zona scolastica.

Tenendo conto che non in tutte le zone scolastiche sono previsti gli stessi doposcuola, domandano poi quali sono i criteri utilizzati per decidere quali attività offrire nelle diverse zone e se la selezione dei corsi avviene localmente o se è gestita in modo centralizzato da un organo comunale.

Il Municipio ha anche affermato che chiunque può proporre un doposcuola e che è poi previsto un incontro con il proponente. Le consigliere comunali del Centro chiedono dunque con chi si svolge tale incontro, quante proposte sono state ricevute per allestire l'offerta del semestre autunnale 2024 e con quali criteri di valutazione vengono poi eventualmente approvate.

‘Fashion Girl, un corso che sembra rinforzare stereotipi di genere’

Non da ultimo chiedono lumi su un corso in particolare chiamato ‘Fashion Girl’, citando la relativa descrizione: “Impariamo a pettinarci truccarsi e farci belle, con piccoli passi facili e basilari poter curare i nostri capelli la nostra pelle e le nostre mani. Diventiamo brave a scoprire quanto possiamo essere tutte belle". Domandano quindi se questo doposcuola rientra nella categoria di attività ricreative, se l'esecutivo "ritiene adeguato proporre un corso che sembra rinforzare stereotipi di genere, specialmente riguardo all'idea che le bambine debbano concentrarsi sull’estetica e sulla cura personale come attività principali" e se "esiste una procedura di controllo grammaticale e sintattico delle descrizioni dei corsi".

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