L’azienda orticola di Sant’Antonino tra le finaliste all’Agro Prix 2024. Ecco come produce tutto l’anno con un impatto ambientale minimo
Nell’ottobre 2022 un temporaneo malfunzionamento della schermatura della serra aveva dipinto il cielo notturno di un anomalo rosa suscitando molta curiosità nella regione e tante fantasiose teorie. Anche grazie a un nostro articolo, il mistero era stato ben presto svelato. Oggi, a due anni di distanza, l’orticola Bassi di Sant’Antonino ha presentato ai media il risultato di una tecnologia all’avanguardia alle nostre latitudini e anche nel resto della Svizzera, in grado di assicurare una produzione di pomodori nell’arco di tutto l’anno. Non solo nella bella stagione quindi. E con più nutrienti rispetto a quelli esposti alla sola luce solare.
Una sfida che si può dire vinta. Oltre all’utilizzo di illuminazione a Led di colore rosa, i titolari Christian e Silvia Bassi hanno dotato la loro nuova serra hi-tech, che misura 5’000 metri quadrati e che è riconoscibile lungo la ciclopista Locarno-Bellinzona, di un riscaldamento a CO2 neutro (calore fornito dal termovalorizzatore cantonale dei rifiuti di Giubiasco tramite la rete Teris), speciali schermi termici sul tetto, impianto fotovoltaico, vetro ultrapermeabile e gestione del clima che garantisce un adeguato livello di umidità utilizzando poca acqua.
Ti-Press/Crinari
I titolari Silvia e Christian Bassi
Un progetto innovativo e all’avanguardia a tal punto da aver raggiunto, insieme ad altri tre provenienti dal resto del paese, la fase finale dell’Agro Prix 2024: bisognerà attendere il 7 novembre per sapere se la Emmental Assicurazioni, col patrocinio dell'Unione svizzera dei contadini, assegnerà all’azienda del Piano di Magadino il riconoscimento principale di 20’000 franchi nel corso di una cerimonia prevista a Berna. Il concorso è aperto ogni anno agli agricoltori e ai gruppi che, grazie a progetti innovativi, migliorano in modo sostenibile la situazione economica delle aziende agricole svizzere.
Durante la conferenza stampa odierna è stato spiegato che il progetto crea nuovi posti di lavoro nella regione (l’azienda impiega complessivamente 150 persone) e dimostra che anche la produzione interna è più sostenibile d’inverno rispetto alle importazioni di ortaggi e verdure da altre nazioni tramite lunghi viaggi. Tutta la coltivazione del pomodoro avviene secondo il principio fuori terra, rispettoso dell'ambiente e delle risorse. Nella produzione la famiglia Bassi punta sulla disinfestazione biologica utilizzando insetti utili.
I Led vengono impiegati principalmente nel periodo autunno-invernale e consentono di apportare l’energia necessaria alle piante per migliorare la loro resa e qualità. Il tutto, come detto, in un’ottica di efficienza delle risorse e dell’energia. «Questo impianto – sottolineano i coniugi Bassi – è all’avanguardia della tecnologia nel settore; il nostro tecnico gestisce tutta la produzione tramite un software con cui regola l’illuminazione, la temperatura, l’umidità e l’irrigazione. L’acqua utilizzata per le piante viene riciclata grazie a un sistema a ciclo chiuso che consente di ridurre al massimo i volumi impiegati nonché i quantitativi di fertilizzanti, riuscendo così a dosare nel modo più efficiente possibile tutte le risorse, tema attuale viste le difficoltà di reperimento dei prodotti e la scarsità idrica dovuta ai cambiamenti climatici che stiamo vivendo, che peraltro diventeranno sempre più estremi». Non da ultimo, un ambiente così controllato consente di limitare al massimo gli interventi necessari a contrastare le malattie delle piante e agevola l’utilizzo di insetti utili a contenere la diffusione dei parassiti. Anche la qualità del prodotto finale – in questo caso il pomodoro Cherry ramato e lo Yoom – beneficia della luce integrata con illuminazione a Led che determina una «migliore consistenza e dolcezza dei frutti».