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Strade del Piano, giro di vite contro il traffico parassitario

Ente Parco, Cantone, Bellinzona, Cadenazzo e Sant’Antonino verso misure concordate per salvaguardare talune zone dai conducenti in fuga dalle colonne

In sintesi:
  • Nella parte locarnese la polizia ha già fatto un’azione preventiva che ha dato risultati positivi
  • I problemi maggiori si registrano nella parte a est dello Stradonino, le cui viuzze sono assai ambite
Invase quotidianamente da migliaia di veicoli
(Ti-Press)
20 settembre 2024
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Anche nella parte orientale del Piano di Magadino, quella attualmente più toccata dal problema, sono in arrivo misure volte a contrastare il traffico parassitario. Dopo Cadenazzo, già attivatosi cinque anni fa posando la prima segnaletica, e dopo i Comuni lato Locarnese, a loro volta già impegnatisi in un’azione informativa e preventiva ad opera della Polizia intercomunale, l’ente Parco ha ora coinvolto le autorità di Bellinzona e Sant’Antonino con l’obiettivo di individuare e applicare prossimamente misure coordinate. Semplificando all’osso, si mira a limitare l’accesso veicolare di determinate zone e stradine al solo traffico agricolo e al servizio a domicilio.

L’interpellanza pendente

La decisione di principio, che andrà ora approfondita in vista di un’applicazione pratica, è stata adottata durante un incontro tenutosi questo martedì fra i rispettivi Municipi e il direttore del Parco. Si tratta, fra l’altro, di una prima risposta all’interpellanza del gruppo Plr in Consiglio comunale a Sant’Antonino che in giugno ha sollecitato il Municipio sulla presenza di tanti, troppi turisti con camper e roulotte che nella bella stagione percorrono le vie del Piano, intasandole, per sfuggire alle colonne da e per il Locarnese che si formano regolarmente sulla cantonale di sponda sinistra. Turisti che con i loro imponenti e goffi veicoli s’infilano soprattutto nello Stradonino che collega Cadenazzo a Gudo nonostante il divieto di svolta per i non residenti i cui veicoli superano i due metri di larghezza. Ciò che sfocia non di rado in una temporanea paralisi dell’arteria – già parecchio percorsa dalla popolazione della regione diretta verso i centri commerciali e l’autostrada – caratterizzata da calibro molto stretto, bordi malconci e isole di rallentamento.

Misure già previste sulla carta

Stradonino e stradine del Piano s’incrociano nel loro reticolo ma fanno parte di due situazioni diverse sancite nelle Norme di attuazione del Piano di utilizzazione cantonale del Parco del Piano. Infatti l’articolo 39 dedicato alle ‘Limitazione del traffico veicolare motorizzato’ sancisce che “1) Il traffico veicolare motorizzato sulle strade di servizio del Parco va limitato a quello agricolo e al servizio domicilio; 2) Il Cantone e i Comuni introducono la limitazione del traffico di transito mediante la posa di apposita segnaletica; 3) La disciplina dei precedenti capoversi non si applica alla strada di attraversamento Gudo-Cadenazzo, sino alla realizzazione del collegamento A2-A13”. Nell’ambito del quale una delle varie misure compensatorie è appunto l’introduzione anche sullo Stradonino delle limitazioni già valide per le stradine agricole (se ne riparlerà nei prossimi decenni).

‘Situazioni problematiche’

L’interpellanza chiede dunque se il Municipio di Sant’Antonino “ritenga fattibile collocare della segnaletica che impedisca l’accesso al Piano a camper e roulotte, in particolare su via Stazione e via Essagra”. Le quali, per chi arriva da nord, rappresentano un’iniziale e parziale alternativa allo Stradonino soggetto, come detto, a divieti oltre i due metri di larghezza. «Il problema è noto e molto sentito», premette il municipale Alex Malinverno che in qualità di capodicastero del traffico si sta occupando del tema con i colleghi degli altri Comuni e del Parco. «Che si tratti dello Stradonino o delle altre stradine, il traffico parassitario generato da chi non ha una meta all’interno del Parco crea situazioni problematiche che vanno gestite meglio. Le Norme di attuazione del Puc sono uno strumento, ora si tratta di capire come e dove procedere nel concreto».

‘Colpa anche dei navigatori’

Per evitare soluzioni improvvisate e inadeguate – specifica il direttore del Parco, Giovanni Antognini – un ingegnere del traffico era stato incaricato di radiografare la situazione e indicare le misure più adeguate per la porzione del Piano a est dallo Stradonino. I risultati dello studio sono stati presentati questa settimana ai rispettivi municipali di Bellinzona, Cadenazzo e Sant’Antonino. Conclusioni che saranno prossimamente esposte allo speciale Gruppo mobilità creato dal Dipartimento del territorio in rappresentanza del Cantone, dei Comuni, delle organizzazioni agricole e ambientaliste, della polizia e dell’Ente parco. L’esercizio mira appunto a condividere possibili misure correttive e a individuare, in modo coordinato e non sparso, quelle realmente applicabili. «Di fronte ai risultati dello studio, i municipali hanno espresso soddisfazione. Infatti in talune zone il problema è sotto gli occhi di tutti e non per nulla vi è stata anche un’interpellanza», evidenzia Antognini sottolineando anche l’importanza di coinvolgere da subito il nuovo municipale della capitale Mattia Lepori, capodicastero Territorio e mobilità. «Da una parte – riconosce il direttore del Parco – si andrà a incidere sulle abitudini delle persone; dall’altra è però anche la tecnologia stessa a creare il problema, visto che i navigatori indicano proprio le stradine del Piano e lo Stradonino come vie di fuga dalle colonne sulla cantonale».

‘Benefici col semaforo provvisorio’

E mentre Cadenazzo negli ultimi cinque anni qualche miglioramento lo ha già ottenuto, è invece recente la posa a Sant’Antonino di un semaforo provvisorio in via Stazione (una delle due strade citate dall’interpellanza) per gestire meglio l’incrocio fra veicoli e pedoni nel sottopasso della ferrovia e assicurare un po’ più di sicurezza. Semaforo in effetti dal forte potere disincentivante. «Prima della sua posa i rilievi indicavano un transito medio orario di ben 113 veicoli in entrata verso il Piano nei giorni feriali, di cui l’82% parassitario. E non di rado a velocità folli rispetto al limite di 50 km/h», spiega Malinverno: «La situazione è migliorata e, a fronte di nuovi rilevamenti i cui risultati sono attesi a breve, si valuterà appunto nell’ambito del Gruppo mobilità se questa misura potrà essere mantenuta, tolta o modificata». Pure auspicata – conclude Malinverno uno sguardo oltre i confini di Sant’Antonino – una segnaletica migliore ai due portali dello Stradonino, affinché i conducenti di veicoli troppo larghi siano concretamente indotti a evitare di transitarvi.

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