L’Mps solleva dubbi sul primo rapporto fresco di stampa criticando in particolare la decisione municipale d’incaricare una società fiduciaria-immobiliare
“Un’operazione di marketing e di poca sostanza”. Così il Movimento per il socialismo (Mps) in un’interpellanza bolla l’esercizio svolto dal Municipio di Bellinzona incaricando la società chiassese Capifid di realizzare il primo Rapporto di sostenibilità della Città per l’anno 2024 dal quale emerge un tasso soddisfacente, ma migliorabile, dell’80%. Secondo i consiglieri comunali Martino Colombo e Matteo Pronzini il rapporto è stato redatto dalla Capifid, il cui scopo, secondo il Registro di commercio, è “l'esercizio di un ufficio fiduciario, l'assunzione di mandati di contabilità, amministrazioni, revisioni e perizie contabili, consulenze fiscali, costituzione di società, concordati giudiziari ed extragiudiziali, liquidazioni, gestione immobiliare”. Nella seconda pagina del rapporto c’è però un rimando al sito della società Capifid-Bullani: con sede identica alla prima, si presenta come ‘Polo di consulenze’ in grado di “creare rapporti di sostenibilità di impatto per dimostrare l’impegno sociale delle aziende e istituzioni e trovare nuove opportunità di crescita e miglioramento”. Ciò che dovrebbe, almeno parzialmente, rispondere alla domanda critica “su quali criteri è stata scelta questa fiduciaria tra le tante presenti sul territorio cantonale’ e sul fatto che si sia scelta una società “che si occupa di classiche attività fiduciarie e immobiliari” e non altre “società/organizzazioni specializzate sul tema della sostenibilità ambientale”.
Oltre a ciò, i due interpellanti vogliono sapere se il Municipio sia “disposto a sottoporre il rapporto a dei consulenti professionisti in sostenibilità per verificare il lavoro” svolto dalla società in questione. E come mai il Municipio “ha avuto la possibilità di influenzare il contenuto del rapporto determinando quali sono gli stakeholders più importanti in Città”, ossia le persone e i gruppi portatori d’interessi e quindi coinvolti nel sondaggio “trasformando così un rapporto tecnico in un documento politico”. Secondo quali criteri sono stati selezionati? Quanti erano gli stakeholders iniziali e con quale criterio sono stati esclusi? Pure criticato il fatto che, coinvolgendo l’amministrazione comunale, i questionari sarebbero stati inoltrati a pochi “collaboratori prescelti”, e meglio in tutto otto di cui solo quattro avrebbero risposto su un totale di 1’400 persone.