Entro fine 2025 il servizio dovrà lasciare il Civico di Lugano: avrà una sede provvisoria in attesa dell’Ospedale pediatrico previsto alla Saleggina
Considerata dal Consiglio di Stato “la proposta più significativa contenuta nella Pianificazione sociopsichiatrica cantonale 2022/25”, troverà casa a Bellinzona l’unità di cura integrata per minorenni, una struttura attesa da tempo in Ticino e destinata a colmare una lacuna evidente. Il luogo scelto si trova in via Lugano nell’area di proprietà cantonale che già ospita una storica villa con parco e sede di varie istituzioni attive in ambito tecnico, ingegneristico e architettonico. La domanda di costruzione, apparsa all’albo comunale della Città di Bellinzona, sarà in pubblicazione dal 5 al 22 settembre e indica la costruzione di un “nuovo edificio provvisorio”. Provvisorio per due motivi: da una parte perché l’attuale mini reparto del Servizio di pediatria e psico-pediatria dell’Ospedale Civico di Lugano dovrà lasciare entro fine 2025 gli spazi a causa della ristrutturazione generale della torre; dall’altra perché la nuova unità di cura dovrebbe idealmente operare in seno all’Ospedale pediatrico cantonale destinato, anch'esso idealmente, a trovare sede nel nuovo Ospedale regionale di Bellinzona previsto alla Saleggina non prima del 2031.
Secondo il Consiglio psicosociale cantonale – spiega il governo nel messaggio sulla pianificazione votato dal Gran Consiglio nel settembre 2022 – la nuova offerta “permetterà finalmente di rispondere in maniera più consona alle necessità di questa fascia di popolazione. Oggi, in caso di necessità di una presa carico stazionaria, i minorenni devono infatti forzatamente essere ricoverati nelle cliniche psichiatriche per adulti, che però non sono specializzate per questa casistica, oppure nel mini reparto del Civico”. Sempre il governo evidenziava l’inadeguatezza dell’attuale logistica: “Gli istituti ospedalieri psichiatrici presenti in Ticino accolgono un numero importante di pazienti minorenni in situazione di disagio psichiatrico: nonostante i limiti dell’attuale presa a carico, mediamente negli ultimi quattro anni avvengono circa 60 ricoveri l’anno, con una durata media della degenza di circa 40 giorni, ciò che comporta una presenza media giornaliera in tali strutture di sei/sette pazienti. A questi si aggiungono un centinaio di pazienti minorenni ricoverati annualmente negli ospedali somatico-acuti con una diagnosi principale di natura psichiatrica, ciò che determina una presenza media di quattro pazienti”.
Inadeguatezza della convivenza tra minorenni e adulti che era pure stata confermata, nel 2018, dalla Commissione nazionale per la prevenzione della tortura, invitando le autorità a prendere misure urgenti per garantire una giusta collocazione ai pazienti minorenni. Nel frattempo sono passati sei anni. “È quindi a maggior ragione indispensabile – riconosce il CdS nel messaggio – attuare un’offerta stazionaria unica e specializzata a livello cantonale volta a migliorare la cura e la presa a carico dei giovani che necessitano di un soggiorno ospedaliero”. Anche perché i “diversi progetti” sin qui portati avanti “non hanno fornito tutti i risultati attesi”.
Un Ticino che appare dunque in ritardo, visto che “la gran maggioranza degli altri cantoni si è già dotata di strutture specifiche, cui però i nostri giovani non possono far capo a causa dei problemi linguistici”. A fronte del forte disagio e delle patologie psichiatriche manifestate, la casistica “necessita di un’intensa presa a carico terapeutica, che si prevede di attuare, in maniera complementare, anche mediante un’équipe mobile di supporto, nell’ambito dello sviluppo del settore”. Considerate la casistica e le esigenze di spazio, la struttura prevista a Bellinzona disporrà dunque di un’offerta stazionaria (reparto di dieci letti), semi-stazionaria (cinque posti in modalità di ospedale di giorno) e di un’équipe mobile in grado di gestire cinque posti a domicilio. Vi lavoreranno in tutto circa 35 unità a tempo pieno.
Infine, quanto alla preoccupazione espressa nei giorni scorsi dal consigliere comunale della Sinistra, Michele Egloff, in merito alla necessità di sacrificare il parco per far posto all’edificio, il municipale Mattia Lepori, capodicastero territorio e mobilità, ha già spiegato alla Rsi che l’alberatura da eliminare è minima, che verrà in parte sostituita da nuove piante, che tutte quelle più importanti verranno preservate e che quelle protette non saranno toccate.